Tuesday, September 24, 2013

IL DESIDERIO DI SAŠA




La camera di Saša era strapiena di giocattoli costosi. Al computer lo aspettavano le ultime novità di giochi per PC. Ma lui, come al solito, si annoiava. E nuovamente si sentiva solo. Saša aveva  dieci anni. Da molto tempo aveva imparato tutte le lettere dell’alfabeto cirillico e latino. Aveva finito i compiti ma non aveva voglia di leggere o di accendere il suo computer.
- Quando non hai compagnia, tutto è stupido! - Pensava.
 Ogni giorno aveva le sue occupazioni: compiti quotidiani, giocattoli, giochi di computer, l’ultimo album di figurine, i programmi alla TV.
Mamma e papà lavoravano tutto il giorno. Ogni tanto portavano a casa dei mucchi di carte che non erano riusciti a compilare in ufficio. Saša  sapeva che i suoi genitori lo amavano e che gli compravano tutto quello che desiderava.
Cosa devo fare? Pensava, mentre staccava un messaggio dalla maniglia del frigorifero:
-Lavati i denti.
-Fai i compiti.
-Non dimenticare la lezione di inglese.
-Il pranzo è nel microonde.
-Non aprire la porta agli sconosciuti.
-Ti telefonerò durante la pausa- mamma.
-Sto andando a Budapešt. Ti porterò qualcosa di bello. Papà.
 L’attenzione di Saša fu attirata da un foglio colorato in mezzo alla quantità di carte accumulatosi sulla sedia. Era pubblicità: “Pizza Service-consegniamo in cinque minuti-telefonate!”
La pizza arrivò velocemente ed aveva un profumo meraviglioso. Il giovane delle consegne però mostrava di avere fretta.
-Vuoi che ci dividiamo questa pizza? Non mi va di mangiarla solo! – chiese Saša  al giovane, che lo guardava un po’ meravigliato.
-Hai ordinato tu questa pizza?-
-Sì, anche se non ho fame- Il giovane a dire il vero, era rimasto perplesso.
-Non capisco cosa stai dicendo... -
-Vuoi essere mio ospite? Dai che mangiamo insieme!-   Saša si fece insistente, pregando il fattorino sconosciuto, che ora era pensieroso. Evidentemente, indeciso.
A dire il vero stava aspettando l’arrivo di un nuovo messaggio. Aveva lavorato tutto il giorno senza pausa. Ma non aveva il coraggio di trattenersi più a lungo. Aspettava la telefonata del suo capo.
Era davvero confuso ma, alla fine, acconsentì. Per dieci minuti, a causa di una pizza, non sarebbe caduto il mondo! Pensò ad alta voce scherzando.Velocemente aprirono la scatola, il cellophane, e stranamente a Saša  tornò l’appetito.

 Mentre masticavano in compagnia il bambino indicò all’interlocutore il mucchio di messaggi. Era veramente una piccola collezione! -E’ così tutti i giorni, talvolta anche durante il fine settimana!
 Mi avessero dato almeno un fratello o una sorella!-
-Finchè la mamma non torna dall’ufficio non oso andare fuori, mentre i miei compagni sono già al campo da basket - si lamentava Saša senza interruzione con l’ospite sconosciuto.
Da quel giorno, Saša chiamò  ogni tanto il pizza-service scusandosi col suo  amico ‘un po’ cresciuto’ per tutte quelle confidenze.

 Il bambino si sentiva ora meno solo e il casuale sconosciuto era diventato un buon interlocutore.
Nonostante tutto ciò che comprarono e regalarono a Saša egli aveva solo un desiderio, che nessuno riusciva a colmare e cioè che mamma e papà potessero stare spesso con lui, magari a passeggiare al Kalemegdan* o al parco Tašmajdan*. Avrebbe voluto telefonare ai suoi compagni per invitarli a mangiare i più buoni sandwich che sapeva fare sua madre… ma questo gli era già  stato promesso, quando ci sarebbe stato tempo. Il fatto che il bambino mangiasse tanta pizza, appariva strano in casa, ai suoi genitori. Alle loro domande, Saša scrollava le spalle in modo misterioso. Invece una volta, quando ebbero tempo, passeggiando insieme, il bambino raccontò loro del suo nuovo amico.
E così, quella volta decisero di invitare anche lui, un giorno, a mangiare i sandwich coi compagni.

Racconto di Radmila Pecija Urosevic
Traduzione di Laura Maestrello



1 comment:

Tatiana Bokan said...

Una pizza in compagnia fa miracoli...

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