Thursday, May 14, 2009

Lepenski Vir

Riceviamo da Sasa e pubblicchiamo molto volentieri:


Lepenski Vir è situato sulla riva meridionale del Danubio nella Serbia orientale, vicino alla cittadina di Donji Milanovac e in prossimità delle Porte di ferro, la gola formata dal fiume lungo il confine tra Serbia e Romania. I primi scavi risalgono al 1965, ma solo nel 1967, in seguito al ritrovamento delle prime sculture mesolitiche, fu possibile riconoscere la notevole importanza della scoperta. -
Si pensa che la civiltà più antica del mondo sia egizia, o greca, o romana. Non è così, esiste una civiltà di 3000 anni più antica dell’Egitto. E’ quella di epoca Cromagnon di Lepenski Vir in Serbia. Purtroppo ignorata dagli stessi serbi che ne hanno allagato il preziosissimo sito per farne un lago artificiale (sigh!).
Tale e quale avvenne in Egitto dove furono gli americani a spostare i monumenti, anche lì per costruire un bacino artificiale che poi si è dimostrato rovinoso per il Nilo e le sue terre.
La popolazione del sito serbo nacque come tribù di cacciatori, quindi dal paleolitico, poi nel 5300 a.c. subì la “rivoluzione neolitica” con addomesticamento degli animali e agricoltura.
Vi regnò il culto della Madre Terra, in cui il morto non veniva bruciato, caratteristica delle società patriarcali nomadi, ma interrato in varie posizioni a seconda dell’epoca, di cui la più antica in posizione fetale, come rientro nel corpo materno di Madre Terra.
Purtroppo l’immagine della Grande Madre non viene quasi mai riportata, come di solito avviene nella nostra cultura. Se ne ha una fuggevole visione solo in questo filmato perché è d’obbligo che il matriarcato passi sotto silenzio.
Gli scavi terminarono nel 1971 e sotto la guida dell’archeologo Dragoslav Srejovic dell’Università di Belgrado.
Il sito giace a circa 100 km da Belgrado, si compone di una serie di villaggi mesolitici su un altopiano del Danubio, abitato ininterrottamente dal 6400 fino al 4900 a.c., un ciclo di 1500 anni, pochi centri sono durati tanto.
L’area presenta fondi di capanne a raggiera e in semicerchio con forma trapezoidale. Un insediamento centrale con dieci villaggi satelliti.
La cosa curiosa è che gli insediamenti posti sia a destra che a sinistra del fiume presentano sempre lo stesso orientamento, il che fa pensare a una simbologia di tipo religioso.
Le case di legno, bada bene, case non capanne, furono costruite con palanche piallate con l’arenaria, intonacate poi con calcare indurito e brunite con pigmenti rossi e bianchi, con focolare al centro, spesso ornato da teste di pietra e spirali.
Molte delle case contennero altari e sculture, spesso di dimensioni monumentali; alcune riproducevano una creatura metà umana e metà pesce, poi una grande spirale che si ripete in sculture di pietra e sui pavimenti delle case, con evidente scopo religioso e atropopaico, come noi poniamo l’immagine della Madonna o di Gesù all’ingresso delle case. O come a Cartagine si ripeteva negli androni l’immagine della Dea Madre Tanit.


La spirale è caratteristica delle società matriarcali simboleggiando il ciclo di andata e ritorno della natura: dall’interno all’esterno, la nascita, e dall’esterno all’interno, la morte. La spirale è caratteristica del matriarcato e della cultura animista perché molto vicine alla natura.
Le sculture mostrano grandi ciottoli di pietra arenaria con figura umana, inizialmente solo la testa, con incise spirali e il segno ad 8, altro simbolo del ciclo infinito.
Domina poi un uovo di pietra con serpente a rilievo, simbolo che troveremo poi nella più tarda religione degli Ofiti in cui Eurimione, la Grande Madre, crea il mondo generando l’uovo attorno a cui si avvolge un serpente.
Del resto anche in Italia a Sarnano è stato rinvenuto un gigantesco uovo scolpito in pietra del paleolitico. Sembrano i corrispondenti onphalos, l’ombelico del mondo, che si trovano un po’ ovunque nell’antico matriarcato.
Vi si trova un cimitero con sepolture in pose rituali e culto dei morti. Altre sepolture importanti dietro alle case in corrispondenza del camino, come a lasciare antenati tutelari della casa alias i Penati Romani. I neonati invece venivano sepolti sotto il terreno della casa, come a loro perenne protezione da parte della matriarca.
In più un mistero, una pietra sferica, perforata ai poli che, girevole se infilata su un bastoncino, di ben 7.000 anni fa e nessuno sa a che servisse, solcata da linee orizzontali e verticali e cosparsa di segni.
In genere le sfere girevoli venivano adoperate nell’antichità per seguire le lunazioni, come dire il più antico astrolabio del mondo. Il movimento della luna veniva eseguito manualmente rispetto ad un’altra sfera fissa.
Ne vidi uno simile etrusco in piombo, con un’asta su cui si fissavano i bastoni e le sfere.
Ma la cosa strabiliante è che il basamento delle capanne ha una caratteristica geometrica di tipo euclideo, ricavate da un modulo di triangolo equilatero che ne prevede quattro alla base, poi tre e due, e l’ultimo al vertice manca.
Come potevano uomini di 8-9000 anni fa conoscere i numeri e la geometria euclidea quando non c’era ancora nè in Grecia nè in Egitto? Mistero. L’uomo di Cromagnon era decisamente incapace di tanto. Che civiltà era e quali uomini c’erano in quell’epoca così intelligenti da poter avere una tale cultura? Mistero.
Si ha l’impressione che molta parte della preistoria sia da riscrivere.
Ecco la struttura di una casa:
Disponevano di una evoluta architettura, per giunta totalmente diversa dal modello storico-culturale preistorico d’Europa. Lepenski Vir è un fenomeno isolato, senza altre corrispondenze europee, una civiltà che non ha avuto antenati nè eredi.
Tocca rivedere la nomenclatura archeologica, soprattutto del Paleolitico, Mesolitico e Neolitico, periodi che noi riteniamo età della pietra. Ma del resto non si pensa che la Sfinge sia datata bel duemila anni antecedenti alle piramidi? E che Stonehenge dal 700 a.c. sia stato retrodatato al 1500 a.c.?
Ogni casa ha al suo interno un camino in forma di rettangolo allungato lungo l’asse della planimetria, costruito da massicci blocchi di pietra di forma rettangolare, una specie di divani su cui sedeva la famiglia in raccoglimento, sicuramente anche rituale dato i bassorilievi con spirali, teste, corna e forme serpentine.
In più dispone di tavoli in pietra, forse per resistere all’acqa che avvolte invadeva le case nell’inondazione.
In alcune di queste case sono state rinvenite uova in pietra al centro del camino, ancora il simbolo della vita e della Grande Madre.
Il camino continua con blocchi di pietra fino al fondo posteriore della casa e oltre, per creare un piccolo santuario esterno con decorazione a massicce pietre tonde di fiume e raccoglie sepolture importanti che fanno pensare al culto degli antenati .
Al centro esatto della casa una depressione circolare dove si pensa ci fosse un altare, penso poco probabile visto che le suppellettili per le ragioni di cui sopra erano in pietra, più facile pensare fosse un luogo dove effettuare i riti, una piccola cisterna dove raccogliere gli arnesi e l’acqua per il rito.
Da notare che per quanto gli insediamenti siano tanto sulla riva destra quanto sulla sinistra del fiume, il loro orientamento sia il medesimo, il che rafforza l’idea di un contesto fortemente religioso.


Non mancano oggetti religiosi e ornamentali: di cui il primo fa pensare a una figura umana stilizzata, una specie di Ank serba, e utensili come vasi, aghi, coltelli, armi, uncini: e il figlio metà umano e metà uovo, la creatura della Dea Madre tipo embrione.
Il Danubio inondava il sito regolarmente, forse due volte l’anno, per cui il sito si svuotava, per poi riprendere la residenza dopo le inondazioni. Ricorda un po’ le piene del Nilo. Essendo un sito di connotazione agricola, il terreno inondato doveva offrire una ricca base per l’agricoltura.
Ho letto il libro dell’archeologo Srejovic che esprime il suo grande stupore quando con la sua equipe scoprì la conoscenza euclidea di quella civiltà. Tutta la storia era da riscrivere, ovvero la preistoria troppo ignorata doveva entrare nella storia.
Ma il tutto viene come sempre ignorato e il sito addirittura allagato. Del resto Bachofen, l’autore del matriarcato, fu ostacolato nella pubblicazione per quell’inconscia avversione maschile alla realtà del matriarcato. In Italia se ne pubblicò un manualetto minuscolo e dovettero passare circa 100 anni prima della pubblicazione del massiccio volume.
Quando la curiosità scientifica è soverchiata dalle illusioni dell’inconscio, la scientificità muore.

No comments:

TRASLOCO

  In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia Ci siamo trasferiti in 5 altri siti Uno si chiama  ...