Allora mie care e miei cari studenti, continuiamo la lezione sull'alfabeto della scorsa settimana:
L
Si pronuncia in due modi: come la l italiana oppure come u. In alcune posizioni la pronuncia oscilla tra la l e la u.
Si pronuncia come l:
1) Al principio delle parole. Ad esempio làkota (fame), làs (capello), léd (ghiaccio), lép (bello);
2) Tra due vocali. Ad esempio veleti (ordinare), kolò (ruota), màlo (poco), mìlo (sapone);
3) Dopo una consonante. Ad esempio blàg (mite), blagò (merce), blìsk (fulmine), grlo (gola);
4) Nel genitivo plurale dei sostantivi femminili in -la e dei sostantivi neutri in -lo. Ad esempio skàla (roccia) gen. skal, obàla (costa) gen. obàl, darìlo (dono) gen. darìl;
5) Nelle parole di origine straniera, nei neologismi ed in alcuni nomi propri. Ad esempio glagol (verbo), spol (genere sessuale), generàl (generale), vokàl (vocale).
6) In molte parole davanti alle consonanti. Ad esempio skàlnat (roccioso), samostàlnik (sostantivo), bolgàrski (bulgaro).
Si pronuncia come u:
1) Nella forma maschile di tutti i participi passati. Questa regola è senza eccezioni. Ad esempio bil pron. biu (stato), rékel pron. rekeu (detto), mògel pron. mogeu (potuto);
2) Alla fine di moltissime parole. Ad esempio bél pron. beu (bianco), cél pron. ceu (intero), pekèl pron pekeu (inferno);
3) Davanti ad una consonante. Ad esempio pòldan pron. poudan (mezzogiorno), bolnìk pron. bounik (malato).
S
In qualsiasi posizione si trovi corrisponde al suono italiano di sale, sete, silenzio ecc. Ad esempio sàm (solo), sédem (sette), sénca (ombra), sìla (forza), sìn (figlio). Unica attenzione da porre e sulla pronuncia dei gruppi consonantici sl, sm, sn, sr, sv. Scandite bene le consonanti.
Š
Corrisponde a sc nelle parole italiane scelta, sciarpa, scintilla. Ad esempio šelé (appena), šepati (zoppicare), škoda (danno). Prestate attenzione al gruppo consonantico šč: và pronunciato in modo da far sentire bene tutte e due le consonanti.
Z
Ha sempre il suono sonoro o dolce come la s tra due vocali in tesoro, rosa. Ad esempio znàti (sapere), zid (muro), znanost (scienza), zméda (confusione).
Ž
Corrisponde alla j francese di bonjour. Ad esempio žalost (tristezza), že (già), žgati (bruciare), žrebati (sorteggiare).
Diagrammi
I due diagrammi LJ e NJ possono formare due suoni distinti oppure un unico suono palatale.
Formano due suoni:
1) Al principio delle parole, tra due vocali e tra una consonante ed una vocale. Ad esempio ljùb (caro), Ljubljàna (Lubiana), ljudjé (gente), ljùt (rabbioso), njegòv (suo), njìva (campo), dajànje (atto), sanje (sogni).
2) Diversa è la pronuncia quando lj e nj vengono a trovarsi a fine parola o davanti ad una consonante; diventano, quindi, un unico suono palatale: la l e la n sono chiare mentre la j diventa appena percettibile.
Consonanti doppie
La lingua slovena non presenta consonanti doppie. Esistono, però, dei casi in cui vengono a trovarsi due medesime consonanti una accanto all'altra. In questo caso le due lettere vanno pronunciate distintamente.
Na svidenje!
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4 comments:
bello.. si si..
hai ragione..... !!!!
ma.. una curiosità capo..
quando c'era la yugo..
come cavolo facevano sti sloveni ?
era come da noi che ci sono tutti i dialetti che non capisci na cicca ?
Quando la Jugoslavia era unita la lingua ufficiale era il serbo-croato che si parlava in Bosnia. Poi al proprio interno, ogni repubblica parlava la propria lingua. Infatti sui dinari c'era la traduzione nelle 4 lingue principali...
si.. infatti il mio amico goran serbo di bosnia parla lo jekavo !!
ke kasino !!
mai come in italia che abbiamo 21 dialetti diversi
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