Tuesday, March 31, 2009
Imamo problema !
Ok, noi vediamo i balkani pazzerelli come nel corso di Kursadzije, ma guardate in questo video come ci vedono loro !
Monday, March 30, 2009
Kursadzije
Qualche giorno fa mio marito mi ha chiamato dall'aeroporto di Belgrado (aveva appena fatto check-in) e mi ha detto: indovina un po' chi c'è sul mio volo Belgrado-Zurigo? Tiro un po' ad indovinare. Ho addirittura pensato alla Carla del Ponte (la risposta: молим те, да ми пропастиш дан) e invece scopro che viaggia con la crew di "Kursadzije".
Ma si, sono simpatici, ho pensato, parliamone su Balkan-Crew! (Lina poi non ha capito che c'entravano degli attori/attrici...e parlava già di amanti di mio marito...hihihi!!!!)
Dunque i "Kursadzije" (iscritti al corso) sono un gruppetto di adulti che frequentano una scuola serale. Ognuno proviene da una vecchia repubblica della Jugoslavia. Ecco la lista dei partecipanti (nella foto da sinsitra a destra):
* Djuro Palica, poliziotto dal Montenegro (Palica = mazza da Baseball)
* Janez Drško, gay sloveno a cui piace raccontare barzellette
* Ubavka Seksovski (ogni tanto c'è anche il marito Dimče) che abitano a Prdejce (Paese delle scoreggie) in Macedonia
* Gedža (Milojko) serbo vestito sempre in costume nazionale
* Fiko Karakurtović, ama i Cevapi e viene dalla Bosnia
* Hrvoje, intellettuale dalla Croazia
* Ajdemi Popuši, padre di 14 figli albanese kosovaro
E loro di ogni lezione fanno uno scetch tipo "Commedy". Avete subito capito già dai nomi che non è una commedia "politicamente corretta". I protagonsiti continuano a prendersi in giro per le varie etnie e giocano tirando in ballo luoghi comuni. Per esempio lo sloveno è gay per mostrare che gli sloveni sono i più occidentalizzati e i piu libertini delle ex-repubbliche. Oppure il serbo mammone, ogni tanto si porta dietro anche la mamma. Quello del Montenegro è uno stangone (si dice che i montenegrini sono altissimi) e il bosniaco pensa solo al mangiare e porta una maglietta con scritto "100% bosanac" (100% bosniaco).
Ecco qualche battutina (con traduzione..che cosi serve anche per lezioncina di serbo-croato)
Si comportano tutti e sei come dei veri stupidoni!
Il Serbo al Croato:
"Hrvoje, tebe samo jos rogovi fale da budes pravi magarac"
(Hrvoje, ti mancano solo le corna per essere un vero asino)
Risposta del Croato: "Ali, magarac nema rogove" (Ma l'asino non ha le corna)
Il Serbo: "E pa onda ti nista ne fali" (Ah vedi, allora non ti manca proprio niente)
Lo sloveno chiede ai compagni:
"Koj je najsigurni znak proleca u sloveni? " (Qual'è il segno più sicuro che è arrivata la primavera in Slovenia?)
La classe risponde quasi in coro: "Visibabe!" (i bucaneve)
Lo sloveno: "Ne, bosanci na mesalici." (No, i bosniaci all'impastatrice di malta sui cantieri)
Ma si, sono simpatici, ho pensato, parliamone su Balkan-Crew! (Lina poi non ha capito che c'entravano degli attori/attrici...e parlava già di amanti di mio marito...hihihi!!!!)
Dunque i "Kursadzije" (iscritti al corso) sono un gruppetto di adulti che frequentano una scuola serale. Ognuno proviene da una vecchia repubblica della Jugoslavia. Ecco la lista dei partecipanti (nella foto da sinsitra a destra):
* Djuro Palica, poliziotto dal Montenegro (Palica = mazza da Baseball)
* Janez Drško, gay sloveno a cui piace raccontare barzellette
* Ubavka Seksovski (ogni tanto c'è anche il marito Dimče) che abitano a Prdejce (Paese delle scoreggie) in Macedonia
* Gedža (Milojko) serbo vestito sempre in costume nazionale
* Fiko Karakurtović, ama i Cevapi e viene dalla Bosnia
* Hrvoje, intellettuale dalla Croazia
* Ajdemi Popuši, padre di 14 figli albanese kosovaro
E loro di ogni lezione fanno uno scetch tipo "Commedy". Avete subito capito già dai nomi che non è una commedia "politicamente corretta". I protagonsiti continuano a prendersi in giro per le varie etnie e giocano tirando in ballo luoghi comuni. Per esempio lo sloveno è gay per mostrare che gli sloveni sono i più occidentalizzati e i piu libertini delle ex-repubbliche. Oppure il serbo mammone, ogni tanto si porta dietro anche la mamma. Quello del Montenegro è uno stangone (si dice che i montenegrini sono altissimi) e il bosniaco pensa solo al mangiare e porta una maglietta con scritto "100% bosanac" (100% bosniaco).
Ecco qualche battutina (con traduzione..che cosi serve anche per lezioncina di serbo-croato)
Si comportano tutti e sei come dei veri stupidoni!
Il Serbo al Croato:
"Hrvoje, tebe samo jos rogovi fale da budes pravi magarac"
(Hrvoje, ti mancano solo le corna per essere un vero asino)
Risposta del Croato: "Ali, magarac nema rogove" (Ma l'asino non ha le corna)
Il Serbo: "E pa onda ti nista ne fali" (Ah vedi, allora non ti manca proprio niente)
Lo sloveno chiede ai compagni:
"Koj je najsigurni znak proleca u sloveni? " (Qual'è il segno più sicuro che è arrivata la primavera in Slovenia?)
La classe risponde quasi in coro: "Visibabe!" (i bucaneve)
Lo sloveno: "Ne, bosanci na mesalici." (No, i bosniaci all'impastatrice di malta sui cantieri)
Sunday, March 29, 2009
Lingua slovena. Lezione 2
Allora mie care e miei cari studenti, continuiamo la lezione sull'alfabeto della scorsa settimana:
L
Si pronuncia in due modi: come la l italiana oppure come u. In alcune posizioni la pronuncia oscilla tra la l e la u.
Si pronuncia come l:
1) Al principio delle parole. Ad esempio làkota (fame), làs (capello), léd (ghiaccio), lép (bello);
2) Tra due vocali. Ad esempio veleti (ordinare), kolò (ruota), màlo (poco), mìlo (sapone);
3) Dopo una consonante. Ad esempio blàg (mite), blagò (merce), blìsk (fulmine), grlo (gola);
4) Nel genitivo plurale dei sostantivi femminili in -la e dei sostantivi neutri in -lo. Ad esempio skàla (roccia) gen. skal, obàla (costa) gen. obàl, darìlo (dono) gen. darìl;
5) Nelle parole di origine straniera, nei neologismi ed in alcuni nomi propri. Ad esempio glagol (verbo), spol (genere sessuale), generàl (generale), vokàl (vocale).
6) In molte parole davanti alle consonanti. Ad esempio skàlnat (roccioso), samostàlnik (sostantivo), bolgàrski (bulgaro).
Si pronuncia come u:
1) Nella forma maschile di tutti i participi passati. Questa regola è senza eccezioni. Ad esempio bil pron. biu (stato), rékel pron. rekeu (detto), mògel pron. mogeu (potuto);
2) Alla fine di moltissime parole. Ad esempio bél pron. beu (bianco), cél pron. ceu (intero), pekèl pron pekeu (inferno);
3) Davanti ad una consonante. Ad esempio pòldan pron. poudan (mezzogiorno), bolnìk pron. bounik (malato).
S
In qualsiasi posizione si trovi corrisponde al suono italiano di sale, sete, silenzio ecc. Ad esempio sàm (solo), sédem (sette), sénca (ombra), sìla (forza), sìn (figlio). Unica attenzione da porre e sulla pronuncia dei gruppi consonantici sl, sm, sn, sr, sv. Scandite bene le consonanti.
Š
Corrisponde a sc nelle parole italiane scelta, sciarpa, scintilla. Ad esempio šelé (appena), šepati (zoppicare), škoda (danno). Prestate attenzione al gruppo consonantico šč: và pronunciato in modo da far sentire bene tutte e due le consonanti.
Z
Ha sempre il suono sonoro o dolce come la s tra due vocali in tesoro, rosa. Ad esempio znàti (sapere), zid (muro), znanost (scienza), zméda (confusione).
Ž
Corrisponde alla j francese di bonjour. Ad esempio žalost (tristezza), že (già), žgati (bruciare), žrebati (sorteggiare).
Diagrammi
I due diagrammi LJ e NJ possono formare due suoni distinti oppure un unico suono palatale.
Formano due suoni:
1) Al principio delle parole, tra due vocali e tra una consonante ed una vocale. Ad esempio ljùb (caro), Ljubljàna (Lubiana), ljudjé (gente), ljùt (rabbioso), njegòv (suo), njìva (campo), dajànje (atto), sanje (sogni).
2) Diversa è la pronuncia quando lj e nj vengono a trovarsi a fine parola o davanti ad una consonante; diventano, quindi, un unico suono palatale: la l e la n sono chiare mentre la j diventa appena percettibile.
Consonanti doppie
La lingua slovena non presenta consonanti doppie. Esistono, però, dei casi in cui vengono a trovarsi due medesime consonanti una accanto all'altra. In questo caso le due lettere vanno pronunciate distintamente.
Na svidenje!
L
Si pronuncia in due modi: come la l italiana oppure come u. In alcune posizioni la pronuncia oscilla tra la l e la u.
Si pronuncia come l:
1) Al principio delle parole. Ad esempio làkota (fame), làs (capello), léd (ghiaccio), lép (bello);
2) Tra due vocali. Ad esempio veleti (ordinare), kolò (ruota), màlo (poco), mìlo (sapone);
3) Dopo una consonante. Ad esempio blàg (mite), blagò (merce), blìsk (fulmine), grlo (gola);
4) Nel genitivo plurale dei sostantivi femminili in -la e dei sostantivi neutri in -lo. Ad esempio skàla (roccia) gen. skal, obàla (costa) gen. obàl, darìlo (dono) gen. darìl;
5) Nelle parole di origine straniera, nei neologismi ed in alcuni nomi propri. Ad esempio glagol (verbo), spol (genere sessuale), generàl (generale), vokàl (vocale).
6) In molte parole davanti alle consonanti. Ad esempio skàlnat (roccioso), samostàlnik (sostantivo), bolgàrski (bulgaro).
Si pronuncia come u:
1) Nella forma maschile di tutti i participi passati. Questa regola è senza eccezioni. Ad esempio bil pron. biu (stato), rékel pron. rekeu (detto), mògel pron. mogeu (potuto);
2) Alla fine di moltissime parole. Ad esempio bél pron. beu (bianco), cél pron. ceu (intero), pekèl pron pekeu (inferno);
3) Davanti ad una consonante. Ad esempio pòldan pron. poudan (mezzogiorno), bolnìk pron. bounik (malato).
S
In qualsiasi posizione si trovi corrisponde al suono italiano di sale, sete, silenzio ecc. Ad esempio sàm (solo), sédem (sette), sénca (ombra), sìla (forza), sìn (figlio). Unica attenzione da porre e sulla pronuncia dei gruppi consonantici sl, sm, sn, sr, sv. Scandite bene le consonanti.
Š
Corrisponde a sc nelle parole italiane scelta, sciarpa, scintilla. Ad esempio šelé (appena), šepati (zoppicare), škoda (danno). Prestate attenzione al gruppo consonantico šč: và pronunciato in modo da far sentire bene tutte e due le consonanti.
Z
Ha sempre il suono sonoro o dolce come la s tra due vocali in tesoro, rosa. Ad esempio znàti (sapere), zid (muro), znanost (scienza), zméda (confusione).
Ž
Corrisponde alla j francese di bonjour. Ad esempio žalost (tristezza), že (già), žgati (bruciare), žrebati (sorteggiare).
Diagrammi
I due diagrammi LJ e NJ possono formare due suoni distinti oppure un unico suono palatale.
Formano due suoni:
1) Al principio delle parole, tra due vocali e tra una consonante ed una vocale. Ad esempio ljùb (caro), Ljubljàna (Lubiana), ljudjé (gente), ljùt (rabbioso), njegòv (suo), njìva (campo), dajànje (atto), sanje (sogni).
2) Diversa è la pronuncia quando lj e nj vengono a trovarsi a fine parola o davanti ad una consonante; diventano, quindi, un unico suono palatale: la l e la n sono chiare mentre la j diventa appena percettibile.
Consonanti doppie
La lingua slovena non presenta consonanti doppie. Esistono, però, dei casi in cui vengono a trovarsi due medesime consonanti una accanto all'altra. In questo caso le due lettere vanno pronunciate distintamente.
Na svidenje!
Friday, March 27, 2009
Idemo u planine !
Ebbene si! Lo voglio gridare a tutto il mondo ! I monti Ovcar e Kablar esistono !!!
Eppure sulla mia pagina di Wikipedia qualcuno ha corretto.
Non è giusto. La prima cosa che mi ricordo del mio primo viaggio in una macchina strapiena di aiuti umanitari era questa :
Vera: - Lina, siamo arrivate, guarda le nostre montagne !!!
Lina: - Dove scusa ?
Vera: - Ma li', difronte a noi !
Lina: - Quella collina ?
Abituata a montagne come il Mon Viso e il Monte Bianco, quel povero Kablar mi sembrava una collinetta.
Ma che collina !!
Queste montagne sono piene di monasteri e la vista da lassù è fenomenale.
Si puo' ammirare il fiume Morava con tutte le sue anse.
I bellissimi effetti dell'azione umanitaria N.A.T.O.
Il monastero Sretenje ovvero la purificazione della Vergine Maria che corrisponde alla nostra cattolica "Candelora".
La Candelora, ricorda il rito di purificazione che la Vergine Maria seguì dopo aver dato alla luce Gesù Cristo, in conformità con la legge mosaica. Nel Levitico è infatti prescritto che ogni madre, che avesse dato alla luce un figlio maschio, sarebbe stata considerata impura per sette giorni, e che per altri trentatré non avrebbe dovuto partecipare a qualsiasi forma di culto.
La cappellina dedicata a San Sava.
Un'altra ansa del fiume Morava.
Il monastero Nikolje ovvero dedicato a San Nicola.
In queste montagne è facile trovare dei piccoli "capanni" o almeno, così si dice dalle mie parti. Non saprei in italiano corretto. Sono piccole case che vengono utilizzate principalmente d'estate come base di appoggio per andare a pesca o semplicemente per passare una bella giornata nella natura. Quella che vedete in foto è la casetta di Vladimir e colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta il magico Brash che con una pazienza certosina mi aiuta in tutte le traduzioni. Per fortuna ha una cultura infinita. Thank you so much Brash !
Maggiori informazioni le potete trovare qui
E a proposito di Cacak non perdetevi il video che amiamo io e Maria. Io innamorata di Cacak e lei di Kragujevac. La canzone dice : vado in Serbia perchè il cuore va dove ama.
Qui invece la cronaca del mio primo viaggio.. Potete notare la macchina piena di aiuti umanitari. Da Belgrado a Cacak ho viaggiato nel bagagliaio al posto di una valigia !
Riguardo a Cacak a me piace anche tanto il mio video.
Wednesday, March 25, 2009
Novak Djokovic
LA SIMPATIA FATTA PERSONA
Novak Đoković anche detto Nole, è un tennista serbo, attualmente al 3° posto del ranking mondiale ATP.
Novak inizia a giocare all'età di quattro anni. I suoi genitori, Srdjan e Dijana, sono proprietari di un ristorante sulle montagne serbe. Il padre è stato uno sciatore professionista oltre che un buon calciatore ed avrebbe voluto che il figlio intraprendesse la carriera calcistica o sciistica, ma di fronte ai risultati tennistici di Novak, ben presto cambiò idea.
Novak Djokovic a 12 anni va all'accademia a Monaco dove intraprende un percorso di pratica biennale prima di tornare a Belgrado. Diviene professionista all'età di 16 anni. La posizione più alta nel ranking ATP raggiunta è il 3° posto, ottenuto il Luglio 2007 e tuttora detenuto. Il suo allenatore è Marian Vajda.
Ma Nole non mi ha mai colpito per la sua bravura, o meglio, sono stata colpita dalla semplicità di questo campione. E’ simpaticissimo e sa farsi amare. Non per nulla la folla lo osanna. E’ noto anche il suo impegno politico per le enclavi kosovare. Il suo video delle imitazioni penso di averlo visto un centinaio di volte in due anni, ovvero da quando lo seguo assiduamente.
Belli anche i due post fatti da Burekeaters riguradanti Nole. Peccato che il video sia stato oscurato. Io mi ricordo la gioia di quei momenti come se fosse adesso.
Al torneo del Roland Garros e di Wimbledon ottiene il suo miglior piazzamento in un torneo del grande Slam, in entrambi i tornei arriva in semifinale ed entrambe le volte viene sconfitto da Rafael Nadal. Il 12 agosto, con la vittoria di Montréal, si aggiudica il secondo torneo Masters Series e il sesto titolo in carriera, battendo in successione Roddick, Nadal e in finale, per la prima volta, lo svizzero Roger Federer.
Qui e qui i post tratti da burek.
Qui il video che mi piace tanto! E' stato visto solo 2.600.000 volte !!! E alla fine dice in italiano : basta,basta !!
Novak Đoković anche detto Nole, è un tennista serbo, attualmente al 3° posto del ranking mondiale ATP.
Novak inizia a giocare all'età di quattro anni. I suoi genitori, Srdjan e Dijana, sono proprietari di un ristorante sulle montagne serbe. Il padre è stato uno sciatore professionista oltre che un buon calciatore ed avrebbe voluto che il figlio intraprendesse la carriera calcistica o sciistica, ma di fronte ai risultati tennistici di Novak, ben presto cambiò idea.
Novak Djokovic a 12 anni va all'accademia a Monaco dove intraprende un percorso di pratica biennale prima di tornare a Belgrado. Diviene professionista all'età di 16 anni. La posizione più alta nel ranking ATP raggiunta è il 3° posto, ottenuto il Luglio 2007 e tuttora detenuto. Il suo allenatore è Marian Vajda.
Ma Nole non mi ha mai colpito per la sua bravura, o meglio, sono stata colpita dalla semplicità di questo campione. E’ simpaticissimo e sa farsi amare. Non per nulla la folla lo osanna. E’ noto anche il suo impegno politico per le enclavi kosovare. Il suo video delle imitazioni penso di averlo visto un centinaio di volte in due anni, ovvero da quando lo seguo assiduamente.
Belli anche i due post fatti da Burekeaters riguradanti Nole. Peccato che il video sia stato oscurato. Io mi ricordo la gioia di quei momenti come se fosse adesso.
Al torneo del Roland Garros e di Wimbledon ottiene il suo miglior piazzamento in un torneo del grande Slam, in entrambi i tornei arriva in semifinale ed entrambe le volte viene sconfitto da Rafael Nadal. Il 12 agosto, con la vittoria di Montréal, si aggiudica il secondo torneo Masters Series e il sesto titolo in carriera, battendo in successione Roddick, Nadal e in finale, per la prima volta, lo svizzero Roger Federer.
Qui e qui i post tratti da burek.
Qui il video che mi piace tanto! E' stato visto solo 2.600.000 volte !!! E alla fine dice in italiano : basta,basta !!
Tuesday, March 24, 2009
THE PARADOX OF OUR TIMES by dana
There is no inanity and death in you...
You even tears convert like a rain into colorful rainbows.
------------------------------------------
And when the time comes, then my old heart appeases,
yours will acacia fall over me like the rain.
(Lament over Belgrade) – Milos Crnjanski
You even tears convert like a rain into colorful rainbows.
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And when the time comes, then my old heart appeases,
yours will acacia fall over me like the rain.
(Lament over Belgrade) – Milos Crnjanski
У теби нема бесмисла и смрти...
Ти и плач претвараш као дажд у шарене дуге.
------------------------------------------
А кад дође час, да ми се срце старо стиша,
твој ће багрем пасти не ме као киша.
(Ламент над Београдом)
Ти и плач претвараш као дажд у шарене дуге.
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А кад дође час, да ми се срце старо стиша,
твој ће багрем пасти не ме као киша.
(Ламент над Београдом)
This personal reminiscence and reflections on the NATO bombing over Belgrade and Serbia 10 years ago on todays day I’m not writing as columnist, writer of fiction and non-fiction, blogger, lecturer, web anthropologist or information specialist, but as a girl then and now a young woman who has, ten years ago in Belgrade right after graduation, found herself in surrealism.
It wasn’t long ago after I returned from Budapest and plans for short academic visit to London, as I was never really into politics and watching the news – but the situation during that time was pretty alarming.
For me as carefree girl in the early 20’s would be unthinkable to even imagine of what may come so I kept with my nomadic life, creating art, wonderful things, gathering people, writing a lot, publishing a lot. Those were the years of great creative productivity in the most positive sense.
As the political situation and threatens from the outside came around – I was / we were even more stronger, the resistance and famous Serbian “in spite’ of everything was always “on”, and we were never stronger than those several weeks of NATO aggression on Serbia.
My memories for significant moments in life always make me to remember random details: weather it was the “protest” student walk in ’97 on the cold winter days, or careless walk on the beach in the winter 2003, dream that was a sign that I dreamt exactly 365 days before 24th of March, the smell of the sea and the ocean in the spring time, serendipities that are happening all the time, mind-mapping moments with great people I am meeting and know, that afternoon and evening that was full of joy, craziness, excitement, love.
Now when I think after all those years, the best parties, the best unions and strength in Serbia showed its lovely head in it’s critical and life threatening moments. I couldn’t see bigger amount of love (yes, love!) during 11 weeks than in 1999. Ordinary, unconditional , pure, concerning, fully consuming love for the other, for the country, for your neighbour.
So we made a cycle: it was late afternoon, running from Faculty to meet friends, and another friends, roaming around the city, feeling the people’s pulse, feeling the city and its restlessness for the thing to come.
A friend had photography exhibition at small coffee bar at Obilicev venac, old Belgrade – as we enjoyed in black and white photography the music was not present as everywhere the radio stations, TV programs were on, everyone was so alert.
I was carefree. And hopelessly in love then (well..).
A good friend of mine and I – after the photography exhibition as the night that has fallen to the city, rushed to get some groceries, drinks and snacks as we planned to spend a night listening to news, etc.
When the sirens started around 20.00 and when people started to run randomly rushing to their homes – I was like Alice in the wonderland, standing at Trg republike, in the very center of dear Belgrade not believing what was happening, pretty shocked with surreal scenery around me.
I grabbed my female friend into my favourite bookstore right there on Trg republike to come with me, as I was about anyway to go there and as brave and silly young Serbian girl without any second thought to express my affection to a book-seller I liked very much for some time. I thought it was then or never, and as he was smiling watching me talking clumsy and sweet in a hurry how much I liked him and how I’d like to spend this evening with our (common) friends who is making a party, I watched through the glass window people passing by, running in different directions.
I even didn’t react when he said with a smile that he’d that moment take me home if he wasn’t engaged. As being silly in my 20’s and very brave I must to admit, I really liked the honesty's of this man, and any rejections I perceived as “it should be like that” and “god only knows why it’s good like that”, and as we hugged, I bought additional books for my stack, and with all bags we (friend and I) hurried back home.
My heart was fulfilled with uncertainty and we were thowing the dices. We played a game. It started with huge blast, slamming our front doors, windows, and detonations has begun. First in Batajnica, suburbia of Belgrade and then the city, day after day, after week, after months. Being foolishly brave, I dared in 11 weeks to travel through Serbia during the daylight when attacks switched night for day and vice versa, being at great risk of road detonations, with no civilians on the road, once in real danger, but hopefully what didn’t kill me – made me stronger. All of us, I guess.
Who was during that time in Serbia, as I said at the beginning of this reminiscence that I won’t write about politics but personal thoughts, knows very well that the best parties ever, ever happened during 11 weeks of air strikes against Serbia.
We didn’t have the power many times, but we had unplugged guitars, we spent first spring evenings in Skadarlija – my neighbourhood and my favourite part of the city, having fun, talking, hanging out.
Also we did went online in computer laboratory to spread the word to the world, my passion for written word on paper transformed to digital medium and many people from diaspora and Serbia supporters wrote us back: emails, discussion boards, BBS’s.
The paradox of our times denotes that nothing is a rule and everything is not coincidence. I believe in serendipities, humanity, presence of the sanity in this crazy world, amazing people that glow and have helped during those times, and those significant people that are supporting and helping out in today’s context, in the power of good will.
And smile.
Dana
Don’t ask me here why I will end this text unfinished and quote my favourite Serbian writer and poet Milos Crnjanski but this is what we were ten years, five years ago:
Sumatra
Now we are carefree, tender and airy.
Let us think: how quiet are, the snowy
peaks of the Urals.
If we get sad over a pale figure,
whom we have lost on some evening,
we know that, somewhere, a rivulet,
instead of it, all in red, is flowing!
One love, morning in foreign land,
envelops our soul, gets tighter,
in endless peace of blue seas,
from which the crimson corals glitter,
like, from my distant homeland, cherries.
We wake up at night, smiling dearly,
to the Moon with its bow bent,
caressing the distant hills, tenderly,
and icy mountains, with our hand.
Now we are carefree, tender and airy.
Let us think: how quiet are, the snowy
peaks of the Urals.
If we get sad over a pale figure,
whom we have lost on some evening,
we know that, somewhere, a rivulet,
instead of it, all in red, is flowing!
One love, morning in foreign land,
envelops our soul, gets tighter,
in endless peace of blue seas,
from which the crimson corals glitter,
like, from my distant homeland, cherries.
We wake up at night, smiling dearly,
to the Moon with its bow bent,
caressing the distant hills, tenderly,
and icy mountains, with our hand.
Monday, March 23, 2009
Blanka Vasic
UNA DELLE ATLETE PIU' BELLE DEL MONDO
Blanka Vlašić nasce a Spalato (l'8 settembre 1983) è una saltatrice in alto ed è alta UN METRO E NOVANTATRE e pesa 75 chili. Ha vinto il titolo mondiale ad Osaka il 2 settembre 2007 con un salto di 2,05 metri. Il suo record personale è di 2,07 metri, realizzato il 7 agosto 2007; questa misura è anche il record nazionale croato.
È stata per due volte campionessa del mondo nella categoria juniores (2000 e 2002). Ha gareggiato alle Olimpiadi di Sydney 2000 e ad Atene 2004, senza ottenere grossi risultati.
Ai Campionati europei del 2006 di Göteborg è terminata quarta assoluta, diventando la prima atleta nella storia del salto in alto a non vincere una medaglia, pur realizzando una misura superiore a due metri in finale. Nel 2008, dopo una serie di 34 vittorie consecutive, arriva come favorita alle Olimpiadi di Pechino, ma viene battuta dalla belga Tia Hellebaut. Per tutta la gara la Vlašić è l'unica a non commettere errori, saltando tutte le misure al primo tentativo fino alla misura di 2,05 metri quando fallisce il primo tentativo. Supera la misura al secondo salto, ma la Hellebaut ci riesce al primo. Vlašić prova ad eguagliare il suo primato personale di 2,07 metri per ottenere l'oro ma fallisce i tre salti. Ottiene solo un argento e diventa così la prima atleta croata a vincere una medaglia olimpica nell'atletica leggera.
L'allenatore di Blanka Vlašić è suo padre Joško, ex atleta di decathlon.
È stata per due volte campionessa del mondo nella categoria juniores (2000 e 2002). Ha gareggiato alle Olimpiadi di Sydney 2000 e ad Atene 2004, senza ottenere grossi risultati.
Ai Campionati europei del 2006 di Göteborg è terminata quarta assoluta, diventando la prima atleta nella storia del salto in alto a non vincere una medaglia, pur realizzando una misura superiore a due metri in finale. Nel 2008, dopo una serie di 34 vittorie consecutive, arriva come favorita alle Olimpiadi di Pechino, ma viene battuta dalla belga Tia Hellebaut. Per tutta la gara la Vlašić è l'unica a non commettere errori, saltando tutte le misure al primo tentativo fino alla misura di 2,05 metri quando fallisce il primo tentativo. Supera la misura al secondo salto, ma la Hellebaut ci riesce al primo. Vlašić prova ad eguagliare il suo primato personale di 2,07 metri per ottenere l'oro ma fallisce i tre salti. Ottiene solo un argento e diventa così la prima atleta croata a vincere una medaglia olimpica nell'atletica leggera.
L'allenatore di Blanka Vlašić è suo padre Joško, ex atleta di decathlon.
Vediamo un po' cosa ha vinto Blanka nel corso della carriera:
-Due ori Mondiali juniores (a Santiago nel 2000 e a Kingston nel 2002);
-Un oro ai Giochi del Mediterraneo (a Tunisi el 2001);
-Un bronzo ed un argento ed un oro ai Mondiali indoor (a Budapest nel 2004, a Mosca nel 2006 e a Valencia nel 2008);
-Un oro ai Mondiali (Osaka 2007. Nella foto in basso una foto del famoso "balletto" dopo lil salto decisivo);
-Un oro in Coppa del Mondo (Stoccarda 2007);
-Un argento alle Olimpiadi (Pechino 2008).
Una curiosità: il salto di 2,07 di Blanka è il miglior terzo salto nella storia di questo sport (dopo quelli di Stefka Kostadinova con 2,09 e quello di Kajsa Bergqvist con 2,08). Qui potete vedere un video che feci all'epoca dell'oro ai Mondiali di Osaka...
Qui la sua scheda ufficiale della IAAF
Qui la sua scheda ufficiale della IAAF
Sunday, March 22, 2009
Lingua slovena. Lezione 1
Care ragazze e cari ragazzi, inizia oggi il corso di sloveno. Ve lo dico subito, E' PIU' DIFFICILE LO SLOVENO DEL SERBO-CROATO, e presto capirete il perché. Comunque, lo sloveno appartiene alla famiglia delle lingue slave meridionali, è una lingua kajkava (difatti lo što diventa kaj per dire "cosa?") ed è ekava (esattamente come il serbo). Inoltre la pronuncia corretta delle parole, e più precisamente degli accenti, è molto più complessa rispetto al serbo-croato e, quindi, questa prima lezione (che sarà piuttosto complessa) riguarderà:
L'ALFABETO (ABECÉDA)
Le lettere dell'alfabeto sloveno sono venticinque:
A a
B b
C c
Č č
D d
E e
F f
G g
H h
I i
J j
K k
L l
M m
N n
O o
P p
R r
S s
Š š
T t
U u
V v
Z z
Ž ž
Pronuncia (Izgovór)
Vocali (samoglásniki)
Le vocali a, i, u si pronunciano come in italiano.
Le due vocali e, o, quando vi cade sopra l'accento, possono essere strette o chiuse, oppure larghe o aperte (la presenza degli accenti ha solo carattere didattico: non li troverete mai segnati nello sloveno scritto!).
Alla lettera e possono corrispondere i seguenti suoni:
1) E stretta o chiusa, come in italiano cera, sera, pera e la indichiamo con l'accento acuto: é. Ad esempio: méra (misura), véra (fede), délo (lavoro), dél (parte), béda (miseria), déden (ereditario), séme (seme), vést (notizia), vetér (vento), séja (seduta), pét (cinque), léto (anno), lés (legno).
2) E larga o aperta, come in italiano cento, certo, e la indichiamo con l'accento circonflesso: ê. Ad esempio: êden (uno), mêtla (scopa), têta (zia), vêlik (grande), nêsti (portare), brêsti (guardare), brême (carico), têle (vitello), sêdlo (sella), rêbro (costola).
3) E breve, sempre aperta, come nella in italiano bello, e la indichiamo con l'accento grave: è. Ad esempio: obèd (pranzo), deklè (ragazza), medmèt (interiezione), omejèn (limitato).
4) La semivocale, o e semimuta, tra due consonanti: non trova un riscontro nella lingua italiana. Se vi cade sopra l'accento sarà pronunciata breve, secca e sorda. Ad esempio: pès (cane), sèn (sogno), vès (tutto). Quando non è accentata è breve e poco risuonante. Ad esempio bóter (padrino), sedáj (adesso), trúden (stanco), járen (giogo).
La o stretta o chiusa si pronuncia come nelle parole italiane nazione, pomo, sole. La indichiamo con l'accento acuto: nebó (cielo), nós (naso), kós (pezzo), bós (scalzo), teló (corpo), drevó (albero), próga (linea), senó (fieno), spodóben (decente).
La o larga o aperta, invece, la indichiamo con l'accento circonflesso, e si pronuncia come nelle parole italiane onere, occhio, troppo: vôda (aqua), tôrek (martedì), nôra (pazza), nôga (gamba), sôba (camera), ôkno (finestra).
La o breve la indichiamo con l'accento grave: obròk (rata), poród (parto), póst (digiuno).
Consonanti (soglásniki)
Le consonanti, b, d, f, m, n, p, r, t, v, si pronunciano esattamente come l'italiano. Per le altre ci sono due/tre regolette da tenere bene a mente:
C
Corrisponde sempre, in qualunque posizione si trovi, alla z aspra delle parole italiane paZZo, staZione, spaZio. Ad esempio cápa (si pronuncia zapa e significa straccio), cigán (zigán, zingaro), sénca (sénza, ombra), srcé (srzé, cuore), stric (striz, zio).
Č
Corrisponde alla c o ci nelle parole italiane cena, cedere, cibo, ciondolo, ciurma. Ad esempio čebéla (cebéla, ape), čêlo (cêlo, fronte), črn (c(i)rn, nero), čvrst (c(i)vrst, robusto), péč (péc(i), stufa).
G
Corrisponde alla g o alla gh nelle parole italiane gallo, gloria, gufo, grano, ghirigoro, ghetto, ghirlanda. Ad esempio gad (vipera), glédati (guardare), bég (fuga), nagib (impulso), gnus (nausea), brég (riva).
H
Non è mai muta, ma ha un suono molto aspirato. Ad esempio harmonìja (armonia), hči (figlia), hìter (veloce), hotéti (volere), pìhati (soffiare).
K
Corrisponde alla c o alla ch nelle parole italiane cadere, chiesa, chiuso, casa, cubo. Ad esempio kàdar (quando), kmèt (contadino), kruh (pane), képa (palla di neve), klét (cantina).
Per il momento ci fermiamo qui, mi pare già abbastanza. Inoltre la lettera L, i diagrammi Nj e Lj e le consonanti doppie presentano delle regole abbastanza seccanti. Quindi iniziate ad esercitarvi con queste!
Na svidenje!
L'ALFABETO (ABECÉDA)
Le lettere dell'alfabeto sloveno sono venticinque:
A a
B b
C c
Č č
D d
E e
F f
G g
H h
I i
J j
K k
L l
M m
N n
O o
P p
R r
S s
Š š
T t
U u
V v
Z z
Ž ž
Pronuncia (Izgovór)
Vocali (samoglásniki)
Le vocali a, i, u si pronunciano come in italiano.
Le due vocali e, o, quando vi cade sopra l'accento, possono essere strette o chiuse, oppure larghe o aperte (la presenza degli accenti ha solo carattere didattico: non li troverete mai segnati nello sloveno scritto!).
Alla lettera e possono corrispondere i seguenti suoni:
1) E stretta o chiusa, come in italiano cera, sera, pera e la indichiamo con l'accento acuto: é. Ad esempio: méra (misura), véra (fede), délo (lavoro), dél (parte), béda (miseria), déden (ereditario), séme (seme), vést (notizia), vetér (vento), séja (seduta), pét (cinque), léto (anno), lés (legno).
2) E larga o aperta, come in italiano cento, certo, e la indichiamo con l'accento circonflesso: ê. Ad esempio: êden (uno), mêtla (scopa), têta (zia), vêlik (grande), nêsti (portare), brêsti (guardare), brême (carico), têle (vitello), sêdlo (sella), rêbro (costola).
3) E breve, sempre aperta, come nella in italiano bello, e la indichiamo con l'accento grave: è. Ad esempio: obèd (pranzo), deklè (ragazza), medmèt (interiezione), omejèn (limitato).
4) La semivocale, o e semimuta, tra due consonanti: non trova un riscontro nella lingua italiana. Se vi cade sopra l'accento sarà pronunciata breve, secca e sorda. Ad esempio: pès (cane), sèn (sogno), vès (tutto). Quando non è accentata è breve e poco risuonante. Ad esempio bóter (padrino), sedáj (adesso), trúden (stanco), járen (giogo).
La o stretta o chiusa si pronuncia come nelle parole italiane nazione, pomo, sole. La indichiamo con l'accento acuto: nebó (cielo), nós (naso), kós (pezzo), bós (scalzo), teló (corpo), drevó (albero), próga (linea), senó (fieno), spodóben (decente).
La o larga o aperta, invece, la indichiamo con l'accento circonflesso, e si pronuncia come nelle parole italiane onere, occhio, troppo: vôda (aqua), tôrek (martedì), nôra (pazza), nôga (gamba), sôba (camera), ôkno (finestra).
La o breve la indichiamo con l'accento grave: obròk (rata), poród (parto), póst (digiuno).
Consonanti (soglásniki)
Le consonanti, b, d, f, m, n, p, r, t, v, si pronunciano esattamente come l'italiano. Per le altre ci sono due/tre regolette da tenere bene a mente:
C
Corrisponde sempre, in qualunque posizione si trovi, alla z aspra delle parole italiane paZZo, staZione, spaZio. Ad esempio cápa (si pronuncia zapa e significa straccio), cigán (zigán, zingaro), sénca (sénza, ombra), srcé (srzé, cuore), stric (striz, zio).
Č
Corrisponde alla c o ci nelle parole italiane cena, cedere, cibo, ciondolo, ciurma. Ad esempio čebéla (cebéla, ape), čêlo (cêlo, fronte), črn (c(i)rn, nero), čvrst (c(i)vrst, robusto), péč (péc(i), stufa).
G
Corrisponde alla g o alla gh nelle parole italiane gallo, gloria, gufo, grano, ghirigoro, ghetto, ghirlanda. Ad esempio gad (vipera), glédati (guardare), bég (fuga), nagib (impulso), gnus (nausea), brég (riva).
H
Non è mai muta, ma ha un suono molto aspirato. Ad esempio harmonìja (armonia), hči (figlia), hìter (veloce), hotéti (volere), pìhati (soffiare).
K
Corrisponde alla c o alla ch nelle parole italiane cadere, chiesa, chiuso, casa, cubo. Ad esempio kàdar (quando), kmèt (contadino), kruh (pane), képa (palla di neve), klét (cantina).
Per il momento ci fermiamo qui, mi pare già abbastanza. Inoltre la lettera L, i diagrammi Nj e Lj e le consonanti doppie presentano delle regole abbastanza seccanti. Quindi iniziate ad esercitarvi con queste!
Na svidenje!
Thursday, March 19, 2009
Lingua serbo-croata. Lezione 14
Ed eccoci amici finalmente giunti alla più grande seccatura (secondo me) della lingua serbo-croata:
CLASSI VERBALI E DISTINZIONE TRA VERBI PERFETTIVI ED IMPERFETTIVI
Esistono SEI classi di verbi. Questi ultimi si distinguono dalla loro caratteristica. La caratteristica è quella parte del verbo che si trova tra la radice e la desinenza dell'infinito, ad esempio in RADITI fra la radice RAD e la desinenza TI si trova la caratteristica I; in KRENUTI la caratteristica è NU; in PUTOVATI la caratteristica è OVA.
Le caratteristiche dei verbi (e le rispettive classi) sono:
- I CLASSE nessuna caratteristica (BITI, REĆI);
- II CLASSE hanno la caratteristica NU (GINUTI);
- III CLASSE hanno la caratteristica JE/E (la prima è per il croato la seconda è per il serbo) e, quindi, VIDJETI/VIDETI;
- IV CLASSE hanno la caratteristica I (RADITI);
- V CLASSE hanno la caratteristica A (ČITATI);
- VI CLASSE hanno la caratteristica OVA, EVA, IVA (PUTOVATI, VOJEVATI, KAZIVATI).
VERBI DURATIVI E VERBI MOMENTANEI
Nel serbo-croato i verbi non solo si dividono, come in altre lingue, in transitivi ed intransitivi, in personali ed impersonali, in regolari ed in irregolari ecc. ma riguardo alla durata hanno un'altra distinzione speciale ed importantissima: perfettivi, momentanei o finiti e imperfettivi o durativi.
Gli imperfettivi esprimono un'azione che dura ancora, che non è finita, che non è condotta a termine e, quindi, che non è perfetta.
I perfettivi, invece, esprimono un'azione che dura solo un momento, che è gia cominciata (ma non che sta cominciando) o che è già finita, cioé condotta a termine, quindi, perfetta.
Semplificando, mentre i primi esprimono un'azione, i secondi esprimono uno stato. Ad esempio:
SKATATI (imperfettivo "Fare dei salti" ovvero essere nell'atto di saltare);
SKOČITI (perfettivo "Fare un salto" ovvero aver finito di saltare);
oppure
KUPOVATI (imperfettivo "Fare degli acquisti");
KUPITI (perfettivo "Fare un acquisto").
La differenza tra perfettivi ed imperfettivi risulta meglio nel passato prossimo serbo-croato, perché al passato prossimo del verbo imperfettivo corrisponde in italiano l'imperfetto, mentre al passato prossimo perfettivo corrisponde il passato remoto. Ad esempio:
KUPOVAO SAM = Compravo, facevo acquisti;
KUPIO SAM = comprai, feci acquisti.
QUASI AD OGNI VERBO ITALIANO CORRISPONDONO NEL SERBO-CROATO DUE VERBI.
COME DISTINGUERE I PERFETTIVI DAGLI IMPERFETTIVI
Un segno esterno per distinguere i perfettivi dagli imperfettivi e viceversa non esiste, così come non esiste nemmeno una regola specifica per formare un verbo dall'altro. Esiste soltanto una regola per distinguere un verbo dall'altro solo nel caso in cui siano noti entrambi i verbi e non si sappia distinguere l'imperfettivo dal perfettivo. Questa regola dice che:
- Fra due verbi di classi differenti sarà imperfettivo quello appartenente alla classe superiore;
- Se di due verbi uno è semplice e l'altro è composto, di solito il semplice (il più corto, per intenderci) è imperfettivo, mentre il composto (quello lungo) è perfettivo.
Il prefisso nei verbi ha una grande importanza, perché, pur rendendoli perfettivi, ne altera spesso il significato. Ad esempio PITI ha i seguenti perfettivi: POPITI ("bere un po'"), ISPITI ("bere tutto"), NAPITI SE ("bere a sazietà"), OPITI SE ("ubriacarsi") ecc.
Bisogna, quindi, stare molto attenti alle due forme del verbo ed EVITARE di impararle a memoria in maniera meccanica: correte il rischio di confondervi con i prefissi!!!
Doviđenja
CLASSI VERBALI E DISTINZIONE TRA VERBI PERFETTIVI ED IMPERFETTIVI
Esistono SEI classi di verbi. Questi ultimi si distinguono dalla loro caratteristica. La caratteristica è quella parte del verbo che si trova tra la radice e la desinenza dell'infinito, ad esempio in RADITI fra la radice RAD e la desinenza TI si trova la caratteristica I; in KRENUTI la caratteristica è NU; in PUTOVATI la caratteristica è OVA.
Le caratteristiche dei verbi (e le rispettive classi) sono:
- I CLASSE nessuna caratteristica (BITI, REĆI);
- II CLASSE hanno la caratteristica NU (GINUTI);
- III CLASSE hanno la caratteristica JE/E (la prima è per il croato la seconda è per il serbo) e, quindi, VIDJETI/VIDETI;
- IV CLASSE hanno la caratteristica I (RADITI);
- V CLASSE hanno la caratteristica A (ČITATI);
- VI CLASSE hanno la caratteristica OVA, EVA, IVA (PUTOVATI, VOJEVATI, KAZIVATI).
VERBI DURATIVI E VERBI MOMENTANEI
Nel serbo-croato i verbi non solo si dividono, come in altre lingue, in transitivi ed intransitivi, in personali ed impersonali, in regolari ed in irregolari ecc. ma riguardo alla durata hanno un'altra distinzione speciale ed importantissima: perfettivi, momentanei o finiti e imperfettivi o durativi.
Gli imperfettivi esprimono un'azione che dura ancora, che non è finita, che non è condotta a termine e, quindi, che non è perfetta.
I perfettivi, invece, esprimono un'azione che dura solo un momento, che è gia cominciata (ma non che sta cominciando) o che è già finita, cioé condotta a termine, quindi, perfetta.
Semplificando, mentre i primi esprimono un'azione, i secondi esprimono uno stato. Ad esempio:
SKATATI (imperfettivo "Fare dei salti" ovvero essere nell'atto di saltare);
SKOČITI (perfettivo "Fare un salto" ovvero aver finito di saltare);
oppure
KUPOVATI (imperfettivo "Fare degli acquisti");
KUPITI (perfettivo "Fare un acquisto").
La differenza tra perfettivi ed imperfettivi risulta meglio nel passato prossimo serbo-croato, perché al passato prossimo del verbo imperfettivo corrisponde in italiano l'imperfetto, mentre al passato prossimo perfettivo corrisponde il passato remoto. Ad esempio:
KUPOVAO SAM = Compravo, facevo acquisti;
KUPIO SAM = comprai, feci acquisti.
QUASI AD OGNI VERBO ITALIANO CORRISPONDONO NEL SERBO-CROATO DUE VERBI.
COME DISTINGUERE I PERFETTIVI DAGLI IMPERFETTIVI
Un segno esterno per distinguere i perfettivi dagli imperfettivi e viceversa non esiste, così come non esiste nemmeno una regola specifica per formare un verbo dall'altro. Esiste soltanto una regola per distinguere un verbo dall'altro solo nel caso in cui siano noti entrambi i verbi e non si sappia distinguere l'imperfettivo dal perfettivo. Questa regola dice che:
- Fra due verbi di classi differenti sarà imperfettivo quello appartenente alla classe superiore;
- Se di due verbi uno è semplice e l'altro è composto, di solito il semplice (il più corto, per intenderci) è imperfettivo, mentre il composto (quello lungo) è perfettivo.
Il prefisso nei verbi ha una grande importanza, perché, pur rendendoli perfettivi, ne altera spesso il significato. Ad esempio PITI ha i seguenti perfettivi: POPITI ("bere un po'"), ISPITI ("bere tutto"), NAPITI SE ("bere a sazietà"), OPITI SE ("ubriacarsi") ecc.
Bisogna, quindi, stare molto attenti alle due forme del verbo ed EVITARE di impararle a memoria in maniera meccanica: correte il rischio di confondervi con i prefissi!!!
Doviđenja
Sunday, March 15, 2009
Mustafa
Il secondo grande flusso immigratorio dopo quello albanese del 1990 è stato quello degli anni 1992, ’93, ‘94 e ’95 conseguente alla dissoluzione della ex Jugoslavia e alla nascita dei nuovi Stati.
Prima i profughi croati in fuga da zone abitate dai serbi; subito dopo i serbi in fuga dalla Krajna. Più tardi i bosniaci in fuga dalla Bosnia ed Erzegovina. A Trieste e poi a Udine e via via in tutta la Regione Friuli Venezia Giulia gli arrivi furono massicci e tantissimi “passavano” per i vari Centri Servizi delle Caritas diocesane che per lo più li indirizzavano verso i campi profughi della provincia di Udine. A Cervignano c'era una realtà difficilissima, perché dovevano convivere assieme serbi, croati, bosniaci e poi a Purgessimo, vicino a Cividale, dove vivevano solo bosniaci, donne con bambini e vecchi (gli uomini erano a combattere o emigrati in Germania).
Un mio carissimo amico nonché sacerdote saveriano, Beppe Marano, all’epoca si era preso a cuore in modo particolare il campo profughi di Purgessimo. Io ed altri ragazzi (all’epoca avevo 17 anni) spesso lo seguivamo per incontrare i ragazzini bosniaci, giocarci assieme, insegnare loro un po’ di italiano: era alla fin fine un grosso aiuto che si dava a queste persone costrette a vivere in una caserma dismessa e davvero seguite malamente dai servizi sociali in quanto l’Italia (tutta) non era all'epoca affatto preparata ad un così importante fenomeno immigratorio.
Naturalmente per insegnare loro l’italiano fummo costretti anche noi ad imparare qualcosa in serbo croato (anzi... bosniaco!!!). Era davvero incredibile come si divertissero tutti a insegnarci (naturalmente oltre alle parolacce) ogni giorno termini nuovi e quanto piacere avessero quando sostavamo a sorseggiare nelle camerate il caffè turco che preparavano in condizioni davvero difficili. Ma quanto buono era qual caffè!
Fra i vari ragazzini mi aveva particolarmente colpito uno un po’ “matto” che si vestiva ed atteggiava in tutto e per tutto a Michael Jackson: era albanese. L’ho rivisto a Tirana qualche anno fa dopo almeno dieci anni dai fatti che vi sto narrando… incredibile: identico, inconfondibile!
Ma poi c’erano i dolcissimi Djevad e Djevada (fratellini), il piccolissimo Mustafa (nove anni e una vivacità pazzesca… colpiva il fatto che fosse davvero piccolo di statura, ma aveva una capacità di apprendimento fuori dal normale) e tanti tanti altri che ci correvano sempre incontro con la spontaneità e la gioia di chi, ogni giorno, si sveglia per ringraziare e non per chiedere.
Chiuse le mie peregrinazioni nei Balcani (perlomeno professionalmente) con l’apertura assieme a Fatmir della pizzeria conosco di giorno in giorno molta gente di tutte le provenienze come vi ha raccontato Lina nei post precedenti.
Dopo alcuni giorni dall'apertura del "Quartier Generale" come lo chiama Lina, un bambino molto simpatico viene a prendersi un trancio di pizza e, molto spontaneamente, sentendo me e Kurti parlare in albanese, ci racconta di essere bosniaco, ovvero figlio di un bosniaco.
Io, data la sagacia del pupotto, gli racconto d’aver partecipato ad azioni di volontariato a Purgessimo e suo padre a breve passa a salutarmi dicendomi che si ricordava di noi. La cosa mi ha fatto molto piacere, ma ieri sera è venuto…
“Ciao ti ricordi di me?”
Io “no…”
Lui “ Sono Mustafa”…
Prima i profughi croati in fuga da zone abitate dai serbi; subito dopo i serbi in fuga dalla Krajna. Più tardi i bosniaci in fuga dalla Bosnia ed Erzegovina. A Trieste e poi a Udine e via via in tutta la Regione Friuli Venezia Giulia gli arrivi furono massicci e tantissimi “passavano” per i vari Centri Servizi delle Caritas diocesane che per lo più li indirizzavano verso i campi profughi della provincia di Udine. A Cervignano c'era una realtà difficilissima, perché dovevano convivere assieme serbi, croati, bosniaci e poi a Purgessimo, vicino a Cividale, dove vivevano solo bosniaci, donne con bambini e vecchi (gli uomini erano a combattere o emigrati in Germania).
Un mio carissimo amico nonché sacerdote saveriano, Beppe Marano, all’epoca si era preso a cuore in modo particolare il campo profughi di Purgessimo. Io ed altri ragazzi (all’epoca avevo 17 anni) spesso lo seguivamo per incontrare i ragazzini bosniaci, giocarci assieme, insegnare loro un po’ di italiano: era alla fin fine un grosso aiuto che si dava a queste persone costrette a vivere in una caserma dismessa e davvero seguite malamente dai servizi sociali in quanto l’Italia (tutta) non era all'epoca affatto preparata ad un così importante fenomeno immigratorio.
Naturalmente per insegnare loro l’italiano fummo costretti anche noi ad imparare qualcosa in serbo croato (anzi... bosniaco!!!). Era davvero incredibile come si divertissero tutti a insegnarci (naturalmente oltre alle parolacce) ogni giorno termini nuovi e quanto piacere avessero quando sostavamo a sorseggiare nelle camerate il caffè turco che preparavano in condizioni davvero difficili. Ma quanto buono era qual caffè!
Fra i vari ragazzini mi aveva particolarmente colpito uno un po’ “matto” che si vestiva ed atteggiava in tutto e per tutto a Michael Jackson: era albanese. L’ho rivisto a Tirana qualche anno fa dopo almeno dieci anni dai fatti che vi sto narrando… incredibile: identico, inconfondibile!
Ma poi c’erano i dolcissimi Djevad e Djevada (fratellini), il piccolissimo Mustafa (nove anni e una vivacità pazzesca… colpiva il fatto che fosse davvero piccolo di statura, ma aveva una capacità di apprendimento fuori dal normale) e tanti tanti altri che ci correvano sempre incontro con la spontaneità e la gioia di chi, ogni giorno, si sveglia per ringraziare e non per chiedere.
Chiuse le mie peregrinazioni nei Balcani (perlomeno professionalmente) con l’apertura assieme a Fatmir della pizzeria conosco di giorno in giorno molta gente di tutte le provenienze come vi ha raccontato Lina nei post precedenti.
Dopo alcuni giorni dall'apertura del "Quartier Generale" come lo chiama Lina, un bambino molto simpatico viene a prendersi un trancio di pizza e, molto spontaneamente, sentendo me e Kurti parlare in albanese, ci racconta di essere bosniaco, ovvero figlio di un bosniaco.
Io, data la sagacia del pupotto, gli racconto d’aver partecipato ad azioni di volontariato a Purgessimo e suo padre a breve passa a salutarmi dicendomi che si ricordava di noi. La cosa mi ha fatto molto piacere, ma ieri sera è venuto…
“Ciao ti ricordi di me?”
Io “no…”
Lui “ Sono Mustafa”…
Voi non mi crederete, ma gli occhi mi si sono riempiti di lacrime, non ho saputo trattenere l’emozione perché per me quel bambino era diventato uomo in quel momento: i suoi tratti fisiognomici hanno fatto un balzo indietro di 17 anni ed un altro avanti. Ho rivisto il suo sorriso bambino e quella luce negli occhi neri di sempre con cui e da cui si può vedere e toccare il cuore.
Di quei giorni al campo profughi ricordo una grande amarezza perché vedevo gente cui era stato privato, tranciato di netto, il passato. Ma che in particolare non intravedeva nulla del proprio futuro.
Raramente si piange così, di felicità, perché in Mustafa ho visto rinato il futuro.
Fatmir poi mi ha preso un po' in giro dicendomi “femminuccia”… “io non ti capisco” (per le lacrime). È vero lui ne ha passate tante, ma io questo benedetto nord-est lo ho sempre vissuto così cercando di consacrarlo (nel mio piccolo) a terra di diaspore e di accoglienza, quello che dovrebbe essere tutto il mondo…
lascia alle spalle il passato e risali per tuffarti ancora
Thursday, March 12, 2009
Lingua serbo-croata. Lezione 13
VERBI IRREGOLARI DI USO COMUNE
parte II
Ok, allora concludiamo rapidamente la lezione scorsa, così possiamo andare a vedere la prossima volta le classi verbali:
SMJETI potere
Pres. smijem; part.pass.att. smio, smjela, smjelo
SRESTI incontrare
Pres. sretnem; imper. sretni; part.pass.att. sreo
STATI mettersi, fermarsi
Pres. stanem; imper. stani; part.pass.att. stao
STIĆI arrivare, raggiungere
Pres. stignem; imper. stigni; part.pass.att. stigao; part.pass. passivo stignut
ŠITI cucire
Pres. šijem; imper. šij; part.pass.att. šio; part.pass. passivo šiven
UMRIJETI morire
Pres. umrem; imper. umri; part.pass.att. umro
UZETI prendere
Pres. uzmem; imper. uzmi; part.pass.att. uzeo; part.pass. passivo uzet
VUĆI tirare
Pres. vučem;, vučeš, vuče, vučemo, vučete, vuku; imper. vuci; part.pass.att. vukao; part.pass. passivo vučen
ZNATI sapere
Pres. znam; imper. znaj; part.pass.att. znao; part.pass. passivo znan
ZVATI chiamare
Pres. zovem; imper. zovi; part.pass.att. zvao; part.pass. passivo zvan
Doviđenja
parte II
Ok, allora concludiamo rapidamente la lezione scorsa, così possiamo andare a vedere la prossima volta le classi verbali:
SMJETI potere
Pres. smijem; part.pass.att. smio, smjela, smjelo
SRESTI incontrare
Pres. sretnem; imper. sretni; part.pass.att. sreo
STATI mettersi, fermarsi
Pres. stanem; imper. stani; part.pass.att. stao
STIĆI arrivare, raggiungere
Pres. stignem; imper. stigni; part.pass.att. stigao; part.pass. passivo stignut
ŠITI cucire
Pres. šijem; imper. šij; part.pass.att. šio; part.pass. passivo šiven
UMRIJETI morire
Pres. umrem; imper. umri; part.pass.att. umro
UZETI prendere
Pres. uzmem; imper. uzmi; part.pass.att. uzeo; part.pass. passivo uzet
VUĆI tirare
Pres. vučem;, vučeš, vuče, vučemo, vučete, vuku; imper. vuci; part.pass.att. vukao; part.pass. passivo vučen
ZNATI sapere
Pres. znam; imper. znaj; part.pass.att. znao; part.pass. passivo znan
ZVATI chiamare
Pres. zovem; imper. zovi; part.pass.att. zvao; part.pass. passivo zvan
Doviđenja
Tuesday, March 10, 2009
Tesanovic Vladan e il folk
Lo scorso Dicembre, ho incontrato Maria ad Ivrea in occasione del torneo "Canestri senza reti". Lei era ansiosa di darmi un bigliettino da visita che aveva chiesto ad un gruppo folk serbo che era andato a danzare in quella zona lo scorso Settembre.
Le prime ricerche di questo gruppo non mi avevano portato a nessun risultato. Ero un po' arrabbiata, perchè Maria diceva che erano molti bravi.
Dato che io sono tanto strega, non ho mollato e, come per incanto, sono saltati fuori .
Sono molto contenta di aver trovato questo gruppo. Sono veramente molto bravi e poi sono un gruppo folk molto particolare.
Quello che vi dirò va sottoposto a revisione, perchè non sono sicura di aver capito bene. Questa volta dobbiamo ringraziare il favoloso Zeljko di Rovereto. Lui è l'ennesimo balkanico che non dice mai di no ad una richiesta di aiuto. Questo lo vorrei sottolineare. In 7 anni di conoscenza balkanica ho sempre trovato chi mi ha aiutato, in tutti i sensi, anche moralmente. Grazie balkani !
Ma tornando al favoloso Zeljko, lui mi ha spiegato chi sono i Valacchi. Ovvero un popolo che ha perso la sua identità ed è stato assimilato dalla cultura balkanica.
Per fortuna che hanno conservato alcune tradizioni e questa danza folk è bellissima e ricorda le loro feste di paese.
Spero tanto di riuscire a prendere contatti con l'ideatore di questo gruppo. Si chiama Vladan Tesanovic e collabora anche con una rivista italiana di folklore.
Per vedere i 7 video a loro dedicati in youtube.com cercate Ansambl Sv.DjorDje.
Io ne ho scelti per voi due.
Dal festival di Doha questo bellissimo video e dal festival di Alberobello la stessa danza con il bel cappellino tradizionale !
Ricordatemi di avvisare il maestro Ivano Battiston e la sua ciurma di Firenze !
Urka.. mi stavo dimenticando di Alessandro di Pirot che vive a Torino e balla il folklore piemontese. Napred Alekasandar !
Vi posso anche dare un'altra bellissima notizia. Nel nord-est italiano vi sono molte scuole che insegnano le danze tradizionali serbe. Per esempio quella di Zoran Tatalovic di Sombor (napred Sanja!) e quella di Goran Mihajlovic di Pozarevac (napred Bepi !).
Il messaggio è chiaro soprattutto per Gian Matteo !
Monday, March 9, 2009
VIZIT KARTE 2
Questo è il secondo post sui biglietti da visita. Ne ho trovati altri molto carini e inusuali!
Questo è un musicista che si propone per matrimoni e banchetti. Niente di strano, anzi Budimir è un bravissimo musicista...quello che mi diverte è il retro della cartolina: fa anche business con il bestiame!
hmmm, questi ragazzi mettoni i vetri scuri alle machine...nella loro officina ascoltano musica disco anni 90 e così anche il loro biglietto da visita è in stile 90's!!
Mico c'è la messa tutta per questa cartina! E non ha prezzi fissi....
Mijo ha la casa più vistosa di Budva! Meglio metterla sul biglietto da visita, non si sa mai!
Il signor Pevalic ha pensato: Pevac vuol dire gallo in serbo, quindi chiamiamo la ditta "Gallo" e mettiamo un bel gallo sul biglietto da visita! E' una macchina distrutta!
Qui si vende verdura! Ma va bene anche come biglietto d'auguri!
Questa mi è piaciuta particolarmente: Viaggi in Bus dalla Svizzera in Serbia....ehm...spero che non si viaggi prorpio con il Bus della foto...
Se vi sono piaciute queste cartine, andate anche a vedere queste.
Friday, March 6, 2009
Dedicato a Pietro
Nei giorni scorsi abbiamo incontrato Pietro.
Ad essere sinceri più che un incontro è stato uno scontro. Lui ci seguiva da tempo e ad un certo punto è mancato qualcosa nella comunicazione e non ci siamo capiti.
Non è certo la prima volta che ciò avviene. Nei vari blog è molto facile non capirsi.
Non si può dire tutto e poi non si vede la persona in faccia e non si sa se è arrabbiata, se ride, se scherza...
Fatto sta che Pietro mi ha fatto cadere l'universo addosso, perchè mi sono chiesta come fa a passare il messaggio opposto a ciò che voglio dire.
Adesso vi faccio una confidenza. Francy, Ske e io ci aiutiamo a vicenda. Ognuno per cio' che è più capace. Per esempio Francy non scrive mai in italiano. E' abituata a scrivere in tedesco. Così i suoi post li dobbiamo rivedere nella grammatica e alle volte nella forma. Ske è un pigrone. Fa dei bellissimi post, ma tutti sotto pressione. Non gli piacciono le regole e tanti altri piccoli diffettucci per cui alle volte lo uccideremmo, ma poi lui arriva sempre a riconquistarci con un post bellissimo e lo perdoniamo. Io vorrei parlare di tante cose a ruota libera, ma i miei colleghi mi frenano, perchè qui è obbligatorio parlare di cio' che unisce i balcani e non di cio' che divide. Anche per questo noi tre portiamo avanti altri blog personali.
Non mi sarei mai aspettata però, il discorso di Pietro. Questo post è dedicato a lui ed è stato fatto per tornare sulla nostra linea, anche se alla fine, io non cambio idea su cio' che ho scritto, ma mi auguro di parlare di persona con lui e capirci.
Dopo questa lunga premessa, vi posso dire con vero piacere che Pietro è stata una gradevolissima sorpresa, perchè ci ha lasciato il link del suo bellissimo sito.
Mi prega di dirvi che è in costruzione e che, quindi, ci sono ancora delle cose da rivedere, ma io sono già innamorata a sufficenza.
Pietro e i suoi amici girano in lungo e in largo i balcani a cavallo delle loro bellissime moto. Mi sono letta quasi tutti i viaggi, ma me ne è piaciuto uno in particolare. Io ho nel cuore Bihac' anche se non ci sono mai stata. E' la città in cui è ambientato il film “Dietro alle linee nemiche”che ho visto molte volte e ho conosciuto una ragazza di Bihac' che è stata molto sfortunata.
In questo viaggio vengono descritti i laghi di Plitvice che sono una delle cose più meravigliose esistenti su questa terra.
Poi, lasciatemelo dire, Pietro e i suoi amici sono proprio belli. Mi viene tanto da ridere però, perchè Pietro dice di abitare in un condominio di stranieri, mentre Riccardo si aggira per la sua città a cercare dei balkanici con cui parlare !!
Vedrai Pietro, che Riky ti contatterà al più presto !
Siamo amici ? Sono poi così cattiva ? No Pietro, un po' tanto strega, ma non cattiva !
Le foto sono prese dal sito sito muloni.110mb.com e da Wiky.
Qui il viaggio a Bihac'. Bellissima la colonna sonora di Baya Bosanac. Non che ne capisco molto, ma mi sembrano delle belle parole.
Ni lose rijeci necu o tebi
u sutra od nas svako ce sebi
ne uzmi licno, ljubavi sit sam
a zasto, ne znam ni sam
Od sutra uzimam bolovanje
odbijam svako milovanje
i duplu bravu, na srce stavljam
od sutra necu, nijednoj da valjam
Ja necu drugi da nas zale
dijele nas samo sitnice male
mozda su ovo godine lude
a mozda, bolje i bude
Più o meno dovrebbe essere un inno alla vita, ma il nostro professore tradurrà meglio !
Interessantissimo lasciare una firma nel guest-book. Grazie Pietro ! Ci hai dato una bella idea !
Thursday, March 5, 2009
Lingua serbo-croata. Lezione 12
VERBI IRREGOLARI DI USO COMUNE
Prima di affrontare lo studio delle classi verbali, ecco l'elenco di verbi di uso comune che presentano variazioni ed irregolarità fonetiche. Vi riporto, ovviamente, la prima persona singolare dei principali tempi e modi, oppure tutte le persone se si discostano dalle indicazioni che abbiamo visto in passato. Si coniugano secondo questi modelli anche i verbi formati mediante l'aggiunta di prefissi (izvući - tirare fuori, si coniuga come vući - tirare).
BRATI cogliere, raccogliere
Pres. berem; imper. beri; part.pass.att. brao; part.pass.passivo bran
ČUTI sentire, ascoltare
Pres. čujem; imper. čuj; part.pass.att. čuo; part.pass.passivo čuven
DATI dare
Pres. dam; imper. daj; part.pass.att. dao; part.pass.passivo dan
DOĆI venire
Pres. dođem; imper. dođi; part.pass.att. došao
DONIJETI portare
Pres. donesem; imper. donesi; part.pass.att. donio/donijela/donijelo; part.pass.passivo donesen
DOVESTI portare, condurre
Pres. dovedem; imper. dovedi; part.pass.att. doveo; part.pass.passivo doveden
GRISTI masticare
Pres. grizem; imper. grizi; part.pass.att. grizao; part.pass.passivo grizen
IĆI andare
Pres. idem; imper. idi; part.pass.att. išao
JESTI mangiare
Pres. jedem; imper. jedi; part.pass.att. jeo; part.pass.passivo jeden
KRASTI rubare
Pres. kradem; imper. kradi; part.pass.att. krao; part.pass.passivo krade
LEĆI coricarsi
Pres. legnem; imper. lezi; part.pass.att. legao
MOĆI potere
Pres. mogu, možeš, može, možemo, možete, mogu; part.pass.att. mogao
NAĆI trovare
Pres. nađem; imper. nađi; part.pass.att. našao; part.pass.passivo nađen
OTIĆI andarsene
Pres. otiđem; imper. otiđi; part.pass.att. otišao
PASTI cadere
Pres. padnem; imper. padni; part.pass.att. pao
PEĆI cuocere
Pres. pečem, pečeš, peče, pečemo, pečete, peku; imper. peci; part.pass.att. pekao; part.pass.passivo pečen
PITI bere
Pres. pijem; imper. pij; part.pass.att. pio; part.pass.passivo pijen
POMOĆI aiutare
Pres. pomognem; imper. pomozi; part.pass.att. pomogao; part.pass.passivo pomognut
PRATI lavare
Pres. perem; imper. peri; part.pass.att. prao; part.pass.passivo pran
RAZUMJETI capire
Pres. razumijem; imper. razumij; part.pass.att. razumio; part.pass.passivo razumio/razumjela/razumjelo
REĆI
Pres. rečem, rečeš, reče, rečemo, rečete, reku; imper. reci; part.pass.att. rekao; part.pass.passivo rečen
SJESTI sedere
Pres. sjednem; imper. sjedni; part.pass.att. sjeo
SLATI mandare
Pres. šaljem; imper. šalji; part.pass.att. slao; part.pass.passivo slan
C'è un'altra decina di verbi, che però vi illustrerò la prossima volta...questi mi sembrano già abbastanza per il momento!
Doviđenja
Prima di affrontare lo studio delle classi verbali, ecco l'elenco di verbi di uso comune che presentano variazioni ed irregolarità fonetiche. Vi riporto, ovviamente, la prima persona singolare dei principali tempi e modi, oppure tutte le persone se si discostano dalle indicazioni che abbiamo visto in passato. Si coniugano secondo questi modelli anche i verbi formati mediante l'aggiunta di prefissi (izvući - tirare fuori, si coniuga come vući - tirare).
BRATI cogliere, raccogliere
Pres. berem; imper. beri; part.pass.att. brao; part.pass.passivo bran
ČUTI sentire, ascoltare
Pres. čujem; imper. čuj; part.pass.att. čuo; part.pass.passivo čuven
DATI dare
Pres. dam; imper. daj; part.pass.att. dao; part.pass.passivo dan
DOĆI venire
Pres. dođem; imper. dođi; part.pass.att. došao
DONIJETI portare
Pres. donesem; imper. donesi; part.pass.att. donio/donijela/donijelo; part.pass.passivo donesen
DOVESTI portare, condurre
Pres. dovedem; imper. dovedi; part.pass.att. doveo; part.pass.passivo doveden
GRISTI masticare
Pres. grizem; imper. grizi; part.pass.att. grizao; part.pass.passivo grizen
IĆI andare
Pres. idem; imper. idi; part.pass.att. išao
JESTI mangiare
Pres. jedem; imper. jedi; part.pass.att. jeo; part.pass.passivo jeden
KRASTI rubare
Pres. kradem; imper. kradi; part.pass.att. krao; part.pass.passivo krade
LEĆI coricarsi
Pres. legnem; imper. lezi; part.pass.att. legao
MOĆI potere
Pres. mogu, možeš, može, možemo, možete, mogu; part.pass.att. mogao
NAĆI trovare
Pres. nađem; imper. nađi; part.pass.att. našao; part.pass.passivo nađen
OTIĆI andarsene
Pres. otiđem; imper. otiđi; part.pass.att. otišao
PASTI cadere
Pres. padnem; imper. padni; part.pass.att. pao
PEĆI cuocere
Pres. pečem, pečeš, peče, pečemo, pečete, peku; imper. peci; part.pass.att. pekao; part.pass.passivo pečen
PITI bere
Pres. pijem; imper. pij; part.pass.att. pio; part.pass.passivo pijen
POMOĆI aiutare
Pres. pomognem; imper. pomozi; part.pass.att. pomogao; part.pass.passivo pomognut
PRATI lavare
Pres. perem; imper. peri; part.pass.att. prao; part.pass.passivo pran
RAZUMJETI capire
Pres. razumijem; imper. razumij; part.pass.att. razumio; part.pass.passivo razumio/razumjela/razumjelo
REĆI
Pres. rečem, rečeš, reče, rečemo, rečete, reku; imper. reci; part.pass.att. rekao; part.pass.passivo rečen
SJESTI sedere
Pres. sjednem; imper. sjedni; part.pass.att. sjeo
SLATI mandare
Pres. šaljem; imper. šalji; part.pass.att. slao; part.pass.passivo slan
C'è un'altra decina di verbi, che però vi illustrerò la prossima volta...questi mi sembrano già abbastanza per il momento!
Doviđenja
Tuesday, March 3, 2009
Vizit Karte
Un po' di tempo fa ho preso un taxi a Lugano. Il tassista non era poi così simpatico,ma quando mi ha lasciato davanti alla casa dei miei genitori, mentre scendevo, lui mi porse la sua carta da visita. In casa poi me la sono guardata bene, e mi trovo una delle carte da visita più deliziose che abbia mai visto. Quasi, quasi stavo per richiamare il taxi per fargli i complimenti!
Ma certo! Dragan viene dai balcani, ecco perchè la sua carta da visita è cosi bella! Eh, si! Le carte favolose hanno una grande tradizione nei balcani! Vi presento quelle che mi piaciono di più. Se poi voi ne avete di più belle, mandatemele, che rifaremo un post!
(non è un post di pubblicità! mi sono chiesta se annerire i numeri di telefono, ma un po' per premiare i titolari di carte così ben riuscite, ho deciso di lasciarle così come erano)
cambio di soldi! attenzione!
Squadra antidroga! Grazie, adesso abbiamo anche capito cos'è la droga!
Questo tipo ha dei maiali maschi, se avete una scrofa da inseminare chiamate Dusan!
(Chi capsice il serbo...morirà dalle risate...io non oso tradurre!)
Spero che abbiate capito: qui sono esperti di decorazione!
Ok, niente di particolare, vende pezzi di ricambio per machine e trattori. Ma quel che mi diverte: è riuscito a provare tutte le scritture possibili su un paio di cm.q!
Questa è una delle mie preferite: Stevan si propone come bodyguard! E molto, ma molto pericoloso!
E questa è un'altra di quelle ben riuscite: l'idraulico si porpone davanti alle cascate! è un genio!
Ci sarà anche la seconda parte di questo post....con altre chicche!!!
Monday, March 2, 2009
Durrës Trieste
"Un aspirante scrittore sa cosa (non) scrivere" (ndr Beppe Servegnini - L'Italiano. Lezioni Semiserie), ma non è solo per questo che ho rallentato le mie pubblicazioni su queste care pagine, sul mio blog e sul forum di poesia "Officina della Poesia - Nigola Imbraguglio" cui ho partecipato con assiduità per diversi anni.
Ho rallentato perché come i miei colleghi fondatori del blog e molti lettori dello stesso sapranno della mia nuova attività che non è più prettamente culturale non mi lascia troppo tempo... la vita mi ha insegnato che essere eclettici può rappresentare un vantaggio (specie di questi tempi), l'importante è cercare di mirare al bene, facendo tanto o poco, ma bene.
Voglio dedicare prima di rientrare in attività con le lezioni di albanese rimaste troppo tempo in sospeso regalandovi la traduzione di una mia poesia dall'italiano in dialetto gego (albania del nord) che è stata magistralmente realizzata dall'amico Edrus, da molti conosciuto come Eduart Rustemi (ndr il suo nome!), il quale ha una grande cultura e una grande sensibilità e a cui non posso che rivolgere un affettuoso ringraziamento per le numerose attestazioni di stima e l'interesse molte volte dimostrato per i miei scritti rigurardanti il Paese delle Aquile.
La poesia parla di distacco, ancora una volta di diaspora, di traghetti...
Lo dedico a tutte le diaspore, a chi ha i genitori o i figli lontani, alle Penelopi di tutto il mondo... e ancora una volta grazie ad Eduart che spero in futuro voglia aiutarmi nelle lezioni di cui sopra.
Ho rallentato perché come i miei colleghi fondatori del blog e molti lettori dello stesso sapranno della mia nuova attività che non è più prettamente culturale non mi lascia troppo tempo... la vita mi ha insegnato che essere eclettici può rappresentare un vantaggio (specie di questi tempi), l'importante è cercare di mirare al bene, facendo tanto o poco, ma bene.
Voglio dedicare prima di rientrare in attività con le lezioni di albanese rimaste troppo tempo in sospeso regalandovi la traduzione di una mia poesia dall'italiano in dialetto gego (albania del nord) che è stata magistralmente realizzata dall'amico Edrus, da molti conosciuto come Eduart Rustemi (ndr il suo nome!), il quale ha una grande cultura e una grande sensibilità e a cui non posso che rivolgere un affettuoso ringraziamento per le numerose attestazioni di stima e l'interesse molte volte dimostrato per i miei scritti rigurardanti il Paese delle Aquile.
La poesia parla di distacco, ancora una volta di diaspora, di traghetti...
Lo dedico a tutte le diaspore, a chi ha i genitori o i figli lontani, alle Penelopi di tutto il mondo... e ancora una volta grazie ad Eduart che spero in futuro voglia aiutarmi nelle lezioni di cui sopra.
A voi i versi:
Durazzo Trieste
Është kjo diasporë
që akoma na ndan
Si dallandyshet e pelikanët,
si balonë të cilës
i është këputur filli.
Rrënqethëse lamtumira
n'përqafim t'përlotun
në hyrje të portit,
e ndame prej
kartës së imbarkimit
Më kujton vitin '97
kur fishklleja si plumbat qorra
tuj imitu kokolepsjen
e krenave t'pafajshëm
t'malsorve t'ulun n'kafe
Ti tash ndjek mullinin me erë
unë drejtoj parmenën e ftohtë
Zhani është veteriner
n'New Orleans
Gjithkush e mjell kopshtin e vet
perime o lule
Por metet e shkrime n'gjoks
nina nana që ajo knoj
e përsritun si motiv i paqanun
i radio Tiranës.
Durazzo Trieste
Është kjo diasporë
që akoma na ndan
Si dallandyshet e pelikanët,
si balonë të cilës
i është këputur filli.
Rrënqethëse lamtumira
n'përqafim t'përlotun
në hyrje të portit,
e ndame prej
kartës së imbarkimit
Më kujton vitin '97
kur fishklleja si plumbat qorra
tuj imitu kokolepsjen
e krenave t'pafajshëm
t'malsorve t'ulun n'kafe
Ti tash ndjek mullinin me erë
unë drejtoj parmenën e ftohtë
Zhani është veteriner
n'New Orleans
Gjithkush e mjell kopshtin e vet
perime o lule
Por metet e shkrime n'gjoks
nina nana që ajo knoj
e përsritun si motiv i paqanun
i radio Tiranës.
P.S. Siccome Lina mi sgrida perché faccio post senza foto.... ho voluto pubblicare un'immagine (in alto) a me molto cara, uno scatto risalente al 2004 realizzato in uno dei miei primi viaggi di lavoro in Albania. La foto mostra alcuni bambini di Valona in costume tradizionale mentre danzano per festeggiare l'apertura di un concerto.
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