Thursday, July 31, 2008
LE DUE STORIE DEL KOSOVO
Ho trovato interessanti questi due articoli e li voglio condividere con voi.
A pochi km di distanza, due ragazzi di diverse etnie(che brutta parola, perdonatemi)studiano, a scuola, una storia diversa.
Mi è subito balenata in mente la scena che ho visto nel film "Gomorra". Due bambini poco più che dodicenni in due clan rivali arrivano anche ad uccidere per volere della mafia.
Per fortuna che ho trovato il secondo articolo in cui si parla di cooperazione tra serbi ed albanesi e si rimane nella speranza di un futuro di pace.
Gli articoli qui e qui
Wednesday, July 30, 2008
Trip to DUBROVNIK
The prosperity of the city of Dubrovnik has always been based on maritime trade. In the Middle Ages, as the Republic of Ragusa, it became the only eastern Adriatic city-state to rival Venice.
Since 1979, the historic centre of Dubrovnik has been included in the UNESCO list of World Heritage Sites. Dubrovnik was founded in the first half of the 7th century by a group of refugees from Epidaurum (today's Cavtat a little town 20km south of Dubrovnik). They established their settlement at the island and named it Laus. Opposite of that location, at the foot of Srdj Hills, Slavs developed their own settlement under the name of Dubrovnik (dubrava means "oak forest"). The settlements were separated by a channel which was filled in 12th century, present Placa or Stradun, and since than the two settlements have been united. At that time the city walls started to be built as a protection from different enemies ( Arabs, Venetians etc.), who wanted to conquer Dubrovnik.
From its establishment in the 7th century, the town was under the protection of the Byzantine Empire. After the Crusades, Ragusa/Dubrovnik came under the sovereignty of Venice (1205–1358), and by the Peace Treaty of Zadar in 1358, it became part of the Hungaro-Croatian reign.
Between the 14th century and 1808 Ragusa ruled itself as a free state. The Republic had its peak in the 15th and 16th centuries, when its thalassocracy rivaled that of the Republic of Venice and other Italian maritime republics.
Crises of Mediterranean shipping and a catastrophic earthquake in 1667 ruined the well-being of the Republic. In 1806 the city surrendered to French forces.
Habsburg Empire gained these provinces after the 1815 Congress of Vienna and the new imperial authorities installed a bureaucratic administration, which retained the essential framework of the Italian-speaking system.
In 1849, Dubrovnik continued to lead Dalmatian cities in the struggle for unification:the federal system for Habsburg territories, inclusion of Dalmatia into united Croatia and Slavic brotherhood. With fall of Austria-Hungary in 1918, the city was incorporated into the new Kingdom of Serbs, Croats, and Slovenes (later the Kingdom of Yugoslavia).
In World War II, Dubrovnik became part of Independent State of Croatia, even if occupied by an Italian army first, and by a German army after September 1943. In October 1944 Tito's partisans entered Dubrovnik, that became consequently part of Communist Yugoslavia.
In 1991 Croatia and Slovenia, which at that time were republics within Socialist Federal Republic of Yugoslavia, declared their independence. Following Croatia's independence in 1991, Serbian-Montenegrin remains of Yugoslav People's Army (JNA) attacked the city.
The regime in Montenegro led by Momir Bulatovic which was installed and loyal to the Serbian government led by Slobodan Milosevic declared that Dubrovnik would not be permitted to remain in Croatia because they claimed that it was historically part of Montenegro.
Following the end of the war, damage caused by shelling of the Old Town was repaired. Adhering to UNESCO guidelines, repairs were performed in the original style (for my opinion it was a little too much restored, it almost starts to look fake)
The city is full of restaurants that offers mediteranean cuisine. Although the locations is wonderful and sure a good place to chill off, the food is very much adapted to tourists tastes. (Usually the balkans cuisine is much more tasty than that!)
On the sea oriented side of Dubrovnik there are some cute cafe-bars where you can enjoy a stunning panoramic view....
A striking feature of Dubrovnik is its walls that run 2km around the city. The walls run from four to six metres thick on the landward side but are much thinner on the seaward side. The system of turrets and towers were intended to protect the vulnerable city but now make one of the most picturesque sights in the Adriatic.
The patron saint of the city is Sveti Vlaho (Saint Blaise), whose statues are seen around the city. Dubrovnik's most beloved church is St Blaise's church, built in the 18th century in honor of Dubrovnik's patron saint. Dubrovnik's baroque Cathedral was built in the 18th century and houses an impressive Treasury with relics of Saint Blaise. The city's Dominican Monastery resembles a fortress on the outside but the interior contains an art museum and a Gothic-Romanesque church.
George Bernard Shaw who visited the city in 1929 said: "If you want to see heaven on earth, come to Dubrovnik." This sentence is commonly used by tourist guides to describe the city.
Tuesday, July 29, 2008
GUSTA MI MAGLA PADNALA
Ed ecco qua un bellissimo brano completamente copiato dal blog di Riccardo.
Spero che mi perdonerete, ma mi è piaciuto troppo. Sul titolo e sul significato sarò più precisa in seguito dopo accurate ricerche (semplicemente telefonate in Serbia!)
Io penso che si tratti di una canzone dedicata al Kosovo e alla Metodia e credo che il titolo dica: ti sei perso nella nebbia.
Abbiate pietà se poi non è così, perché Skender mi ha chiesto di tradurre una ricetta e continuavo a tradurre “gallina essiccata” quando si trattava di pancetta!
Il meraviglioso video qui
Sunday, July 27, 2008
Donja Stubica
Questa è una foto d'un concerto a DONJA STUBICA (CROATIA)
ma è anche un patrimonio di vita, d'arte... floreale e musicale!!!
Donja Stubica ha intrapreso da qualche anno un belissimo e fruttuoso rapporto con la scuola fioristi del Friuli Venezia Giulia (grazie alla rete istituzionale del Festival Musicale Internazionale Nei Suoni dei Luoghi)
La mia foto è piccolina.. non so come comunicare la mia gioia per la mia attività (che non è mia... ci stanno dietro decine di persone ed una rete istituzionale immensa!!!) Ma alla fin fine portiamo muisca di altissima qualità in luoghi ameni che non sono conosciuti e le cui genti non avrebbero facilmente altrimenti la possibilità di ascoltare... DAL VIVO!!!
Sono tornato!!!
;)
Saturday, July 26, 2008
KO JE KRIV ?
Penso pero’ di aver scelto male la canzone da proporvi, perché mi sa che non è sua , ma di Severina.
Si intitola “Ko je kriv” o meglio “chi è il colpevole” e parla di una delle tante crisi coniugali.
Comunque “chi è il colpevole” parla di una crisi e una riappacificazione tra una coppia che ha appena litigato. Lui si butta il cappotto in spalla e va alla kafana, lei lo aspetta guardando da una finestra all’altra. Poi tutte e due si chiedono: ma perché serve un colpevole ? Siamo noi che abbiamo litigato e siamo noi due i colpevoli. Parole sante perché gli uomini dicono sempre: sei stata tu a cominciare !
Ko je kriv?
Kad prebacim kaput preko ramena
istrcim na ulicu
a snijeg do koljena
krenem polako do prve kavane
i pijem s neznancem
sve dok ne svane
ko je kriv, ko je kriv
I dok trcim
s jednog prozora na drugi
kako minuti mogu biti dugi
bas svaki sum
ko tvoj korak zvuci
postajem sve manja
u toj praznoj kuci
ko je kriv, ko je kriv
Ref. 2x
Zar je vazno ko je kriv
dok me pitas gdje si
zar je vazno ko je kriv
kad se vec sve to desi
Kad zapalim dvije cigare k'o jednu
a nepoznate cure pitaju da sjednu
a ja trazim tvoju ruku
u dzepu mog kaputa
i tramvaj se vuce za mnom
k'o da luta
ko je kriv, ko je kriv
Kad pozvonim u zoru
s vrucim kruhom ispod ruke
i poljubim te socno
onako s puno buke
i zagrlim te cvrsto
osjetim u dusi
a vruci kruh na stolu
i dalje se pusi
ko je kriv, ko je kriv
Ref. 2x
Zar je vazno ko je kriv
kad se vec sve to desi
Ko je kriv
(2x)
Gustatevi il video
Thursday, July 24, 2008
IL FOGLIONE DI GIAVERA
Grazie alla mitica Rita veniamo a conoscenza di una organizzazione fantastica.
Anche Skender sarà entusiasta.
Riportiamo il commento al lavoro di questa organizzazione da parte di Gad.
Non facciamola troppo facile. Sappiamo benissimo che l’incontro può essere faticoso quando non si consuma allegramente in una palestra con tanto di artigianato e gastronomia etnica in esposizione per i curiosi e i golosi. Lo sappiamo che il dialogo fra persone diverse per reddito, cultura, aspettative implica rinunce a una parte del sé, destabilizza, induce alla nostalgia di un bel tempo che fu mai esistito nella realtà. Però volenti o nolenti ci tocca. E allora tanto vale ricordarci che la parola identità ha la stessa radice semantica della parola identico: ciò che ci accomuna ai diversi venuti fra noi, sarà sempre molto molto molto più di quel che ci separa. E dunque la nostra stessa identità si configura attraverso la relazione. Chi invece propone di fossilizzarla nella contrapposizione all’identità altrui, va definito per quello che è: un truffatore, uno spacciatore di false identità.
Altro che paura del meticciato, ma ve lo immaginate cosa sarebbe Giavera del Montello nel 2005 senza le contaminazioni culturali di cui ha saputo avvalersi la sua gente?
Gad Lerner
Maggiori informazioni qui
Tuesday, July 22, 2008
Imparare il serbo?
Libri per studiare il serbo:
BJELAKOVIC, I.; VOJNOVIC, J.: Naucimo Srpski 1 = Let's learn Serbian 1.
Prirucnik i Radna sveska. Novi Sad, Dnevnik - Filozofski fakultet, 2004.
ISBN 9788684097288. Br., 166 S./54 S., Abb./Ill. , 26,00 Euro
(c'è anche Naucimo Srpski 2 = Let's learn Serbian 2.)
Carino, però consiglio di utilizzarlo con l'aiuto di un insegnante, la grammatica cosi non si capisce senò. Una cosache mi da un po' fastidio è che nelle lezioni invece di spiegare città, cultura e personalità serbe utilizzano per esempio la piantina di Budapest e spiegano chi è David Bowie...ehm magari non c'interessa veramente...
KURESEVIC, M.; MILICEVIC-DOBROMIROV, N.: "Ucimo srpski 1."
2.izd. Novi Sad, Azbukum, 2002. Br., 162 S., Ill. con il CD. , 34,00 Euro
(c`è anche "Ucimo srpski 2") Va bene anche per studiare da soli ed è fatto molto bene.
(Qui invece si parla di Serbia!)
Imparare il serbo in Serbia:
Per imparare il serbo a Novi Sad c'è questo sito con i corsi.
Per imparare il serbo a Belgrado (qui c'è anche un forum dove si puo' discutere un puo' di tutto) invece c'è questo sito.
Imparare online:
Si può fare un corso online qui.
Qui invece un sito con favole, storielle e canzoni per bambini.
Molto carine e facili da capire...un buon modo per inizziare oppure per insegnare serbo ai bambini.
Qui esercizi online con soluzioni
Qui un'ottimo riassunto di grammatica
E qui un paio di frasette già preparate.
STO DA NE
E voilà ! Mentre tutti parlano di politica noi rispondiamo con un sano cappuccino italiano estero.
E’ quello che si può consumare tranquillamente seduti al tavolo del “Perché no ?” a Cacak.
E’ vero che quando sono in Italia mi prende la nostalgia della Balkania, ma quando sono in Balkania mi viene la nostalgia dell’Italia. Quindi a Cacak mi aggiro tra i negozi italiani, anche se non ho i soldi per comprare nulla, e mi siedo con gli amici ad un tavolo di “Sto da ne” per un sano cappuccio. Tutti in Serbia ci invidiano il cappuccio all’italiana e pochi bar lo fanno.
Monday, July 21, 2008
EMIR KUSTURICA IN ITALIA !
Incredibile ! Grazie a Sasa che finalmente è riuscito ad arrivare a Novi Sad veniamo a sapere che anche Emir sarà in Italia a fine Luglio e soprattutto sarà a Torino !!
Grazie Sasa, sapevo che, essendo serbo, riuscivi ad arrivare dove volevi ,ma non sapevo che dalla Serbia avresti saputo il tour di Emir. Qui in Italia non abbiamo neanche una pubblicità. Grazie di cuore. Hvala lepo !
Adesso devo trovare i soldi per due biglietti!
Maggiori informazioni qui
How to prepare a cup of Serbian Coffee
One of the first things I wanted to learn properly when I got married to a Serbian, was to prepare a decent cup of "domaca kafa" (serbian coffee). Unthinkable to receive Serbian guests and not to know how to serve them coffee! (and with my Italian background I knew too good that coffee is not just coffee!)
The best lesson I got, was probably from a girlfriend from Senta. With her preparation guide I never messed up a coffee anymore:
1. mesure 1 cup of water and pour it into a dzezva
2. heat the dzezva on a stove until the water starts to boil. (don't overboil it!)
3. Pour a little of the boiled water back in the cup
4. Add a big full spoon of Serbian ground coffee (and if you like some sugar) to the remaining coffee in the dzezva. (Serbian coffee is very finely grinded something more like a powder.)
5. Stir gently (don't overdo it or you would distroy the foam)
6. Bring back to the heat source and it will start to foam up. Just in the moment it foams up and rises...take it from the heat.
7. Now pour the little quantity of boiled water you kept in the cup, back to the dzezva and see how it foams even nicer.
8. Put a spoon of the foam into the cup.
9. Now you pour the rest of the coffee into the cup.
10. Serve with some sweets or ratluk
(The thing with the extra water that is put on the side: many don't do that and the coffee is very good anyway...other say, not possible without that....)
A common discussion is about the difference between Turkish and Serbian coffee. Roughly one could say it's the same. But it's the same like an French crêpe and a Serbian palacinka are the same...there are so many subtile differences that in the end it's really not the same.
Also the Turkish dzezva has a different form (with a tight neck and the Serbian one is all over wide) even that apparently makes a big difference in coffee cooking! (Not to speak about all the ways to make coffee of every single region of the balkans)
To study the little differences, here how to prepare Turkish coffee.
Of course I would love to know about your ideas and knowledge about this big thema! (Obozavam kafu!)
SHOPPING 2
Cosa vuol dire secondo voi il fatto che in una cittadina della Serbia del sud, difficile da raggiungere con ogni mezzo visto che le strade hanno delle buche più grosse delle ruote, con dei cittadini che hanno un reddito “familiare” e non “pro capite” di 197 euro mensili, con un tasso di disoccupazione che sfiora il 40%, cosa vuol dire mettere un ipermercato la e per di più sloveno ?
Cosa vuol dire secondo voi che in questo ipermercato c’è una banca e che io vi ho incontrato un politico che è un ministro e che col suo guardaspalle ha ritirato in banca talmente tanti soldi liquidi da doverli mettere in una valigia, perché nei portafogli non ci stavano ?
Io ve lo devo dire per email cosa vuol dire.. perché stavolta mi arrestano.
Nel caso portatemi le arance !
Sunday, July 20, 2008
GLI ACCENTI
A trip to PULA
On the southern part of the Istrian peninsula, at the end of the Gulf of Pula, a town of antiquity, of parks, and of summer festivals dominates. Pula (that has a similar history like Porec and Rovinj), is the largest city and port in Istria, a communication economic and administrative center and an attractive holiday place.
The history of the town is etched in every stone, which is indicated by the large number of cultural historic monuments from almost all periods of its past, of which many are an integral part of the fabric of the city.
The amphitheater is the only remaining Roman amphitheater to have four side towers and with all three Roman architectural orders entirely preserved. It is the sixth largest surviving Roman arena and a rare example, among the 200 Roman surviving amphitheatres, of unique technological solutions. It is also the best preserved ancient monument in Croatia.
The exterior wall is constructed in limestone.
The part facing the sea consists of three stories, while the other part has only two stories since the amphitheatre was built on a slope. The maximum height of the exterior wall is 29.40 m. The first two floors have each 72 arches, while the top floor consists of 64 rectangular openings.
Saturday, July 19, 2008
DALLA STORIA DI ALINA...
Bellissima la storia di Alina, bambina bielorussa di 12 anni affetta da ipertelorismo, una grave malformazione al volto.
Alina è stata operata in Bielorussia, ma una grave infezione dovuta alle conseguenze dell’operazione l’ha resa sorda.
Finalmente Alina incontra Guido Sancilio, fotoreporter e fondatore di G. Child Onlus e viene operata in Italia. Questa volta tutto va bene e Alina ha un nuovo volto.
Questa storia è simile alla storia di un ragazzo meraviglioso. Si chiama Milos e Vera Novakovic ha fatto e disfatto il mondo intero finchè è riuscita ad ottenere il visto per portare Milos in Italia e fargli trapiantare un rene.
Adesso Milos è tornato con la sua famiglia in Serbia e sta lottando contro il rigetto, ma ce la farà.
La sua mamma nel 1999 per 78 giorni correva sulla collina vicino a casa per guardare il ponte ogni qual volta sentiva un caccia.
Se avessero bombardato il ponte Milos non avrebbe potuto andare a fare la dialisi e sarebbe morto.
Approfitto di questo spazio per lanciare un appello a chiunque conosca la lingua serbo-croata. Sono moltissimi i bambini che dalla ex Yu che vengono a curarsi in Italia. Poche le persone che conoscono questa lingua. All’ospedale Regina Margherita di Torino vi è una sola volontaria che continuamente chiede aiuto. Chiunque può, anche saltuariamente, è pregato di dare una mano anche per 2 semplici ore di compagnia. Poi se non ci si capisce tanto bene, fa lo stesso.. Ci sono dei linguaggi universali come quello “dell’affetto” che abbisognano di poche parole.
OPROSTI MI KATRINE
In pratica è la storia di un’avventura durata una sola notte. Della serie “ogni lasciata è persa”.
Nella stazione di Pola il povero Giorgio incontra una bellissima ragazza che lo distrae dal suo viaggio. Forse perché era giovane, ma la notte d’amore non è stata delle più lussuose : un panino e la spiaggia . Io che sono vecchia penso che quella volta Giorgio è andato in bianco.
Oprosti mi, Katrin
Ekspresni vlak za Pariz
Pula, Trst, Milano
Torino, Grenobl, Pariz
polazi sa cetrnaestog koloseka
drugi peron lijevo
Ponavljam
ekspresni vlak za Pariz
Pula, Trst, Milano
Torino, Grenobl, Pariz
polazi sa cetrnaestog koloseka
drugi peron lijevo
Na stanici u Puli
pod vrelim suncem leta
sam cekao autobus
i svirao gitaru
Tad sela je kraj mene
i pitala da l' smeta
i znam li dobar hotel
u Rovinju il' Vrsaru
Ref.
Oprosti mi, Katrin
mozda nisam bio fin
mada si mi bila dragao
prosti mi, Katrin
sve je sada samo dim
nasoj ljubavi ni traga
I rece da je stigla
tog jutra iz Vizona
odvedoh je u mali
restoran s' dobrom klopom
Uz sendvice i kafu
onako iz fazona
predlozih joj da dalje krene
sa mnom autostopom
I sutra sve je bilo
k'o da se dugo znamo
na plazi joj na poklon
izronih morskog puza
I nije rekla nista
nasmesila se samo
i pruzila mi ruke
kao sebe da mi pruza
I mahala mi dugo
sa prozora vagona
i pisala mi posle
da pamti sunce juga
I zvala me u jesen
da dodjem do Vizona
al' tamo ne bi bila ista
nego neka druga
Perdonami Caterina
Treno espresso per Parigi. Pola, Trieste, Milano, Torino,
Grenoble,Parigi.. parte da …
Secondo marciapiede a sinistra
Nella stazione di Pola, sotto un cocente sole estivo
Aspettavo l’autobus e suonavo la chitarra
Allora lei si siede vicino a me e mi infastidisce
Io conosco un buon hotel in Rovigno
Lei disse che arrivava da Vizona
La conduco in un buon ristorante
Con un panino e un caffe’ tanto per farmi vedere
Le propino una partenza con me con l’autostop
Scusami Caterina, forse non sono stato molto fine
Ma tu mi sei stata cara
Scusami Caterina,tutto è stato solo fumo
Del nostro amore non c’è traccia
Tutto ci sembrera’ come se ci fossimo conosciuti da sempre
Lei sulla spiaggia si china e prende un riccio
Non dice niente.. solo sorride
Si offre come se mi desse se stessa
La saluto con la mano da un vagone all’altro
Mi scrisse al tramonto del sole del sud
Mi chiamo’ in autunno mentre tornava da Vizona
La’ non è stato nulla.. c’è stato qualcosa
La foto è presa da Wikipedia
News here
Video here
Thursday, July 17, 2008
kosovski dnevnik
Questa settimana su RTS (Radio Televizija Srbije) hanno mandato in onda un documentario sul Kosovo un po' diverso dal solito ma fatto molto bene.
Poi ci ritornano dopo la proclamazione d'indipendenza e di nuovo raccolgono le loro impressioni, e nasce questo documentario: "Diari dal Kosovo".
Tutti e tre i protagonisti vengono in contatto con le due realtà parallele del Kosovo: quella Serba e quella Albanese. Gente che vive nello stesso posto, ma in mondi completamente diversi. Gli Albanesi parlano di Kosovo, i Serbi di Serbia. Sentiamo dialoghi e storie che raramente vediamo nei notiziari.
Tamara fa domande a un prete cattolico albanese, a un frate ortodosso ed a un prete albanese musulmano (per esempio, che ne pensano del Kosovo come culla della cultura Serbia) e riceve risposte molto contrastanti.
Aleksandar parla con attori del teatro di Pristina (albanesi) e del teatro di Kosovska Mitrovica del Nord (serbi) e gira un video diario. 13 anni prima era stato in Kosovo come militare sul confine Yugoslavo-Albanese. Adesso i confini sono altri: Serbia-Kosovo, Mitrovica Nord- Mitrovica Sud, Kosovo - Monastero di Decani, Kosovo - Albania.
Ivan s'incontra con due fotografi (uno Serbo e uno Albanese) e scambiando esperienze, prepara un'esposizione di foto da esporre a Belgrado (e si vede confrontato con la censura di una foto).
Descrivono il Kosovo visto dalla parte della Serbia, come territorio e come simbolo....questo Kosovo che è tema di ogni giorno, tema di ogni dibattito politico, eppure tanti giovani Serbi non ci sono mai stati in Kosovo. Sanno poco della vita serba nelle enclave e ancor meno della vita albanese in questa provincia.
Un documentario ben riuscito!
Troje običnih ljudi iz Srbije krenulo je prošlog novembra na put na Kosovo. Student, novinarka i glumac, svako za sebe, pošli su u istraživanje ovog problematičnog mesta. Od tada do danas mnogo toga dogodilo se i na Kosovu i u Srbiji. Tokom ove kritične faze za status Kosova, troje ljudi pratila je kamera dokumentarnog filma "Kosovski dnevnik", u produkciji SEETV.
Novinarka Tamara Skrozza, student i fotograf Ivan Aleksić i glumac Aleksandar Gligorić glavni su protagonisti dokumentarnog filma. Kamera ih prati na ovom putovanju i kroz njihove oči otkriva stvarnost Kosova. Svako od njih ima svoj motive i zadatke: novinarka da napiše tekst, student fotografije da po povratku napravi izložbu, a glumac da vodi svoj video-dnevnik.
«Junaci filma komuniciraju, zapravo, sa dve različite "stvarnosti" na Kosovu - srpskom i
albanskom. I svaka od tih stvarnosti ima svoju državu: Srbi - Srbiju, a Albanci - Kosovo, koje žive jedna u drugoj i međusobno se ne priznaju. Ovo troje junaka filma ulazi i izlazi iz njihovih "stvarnosti" u potrazi za nekom stvarnošću koja bi ih možda objedinila, ili makar definisala. U svojim dnevnicima oni prenose svoje utiske» - kaže reditelj Željko Mirković
Protagonisti se sreću sa Srbima i Albancima, i slušaju priče kakvih obično nema u vestima i novinama. Novinarka Tamara Skrozza,sreće kolege iz srpskih i albanskih redakcija na Kosovu; istražuje gde idu u kupovinu, gde se leče i porađaju žene u srpskim enklavama. Glumac Aleksandar Gligorić posetio je albansko pozorište u Prištini i srpsko u Mitrovici. Sa svojim domaćinom, albanskim glumcem , otišao na snimanje najpopularnije kosovske TV sapunice. Ivan Aleksić upoznaje dvojicu fotografa, Srbina i Albanca, koji su njegovi domaćini u Severnoj Mitrovici i Prištini. Od novembra do aprila svi oni su na Kosovu bili dva puta - pre i posle februarskog proglašenja nezavisnosti.
"Tri osobe iz Srbije pokušavaju da izgrade sopstvenu sliku o Kosovu - kao teritoriji i simbolu - rekao je Dušan Gajić, producent dokumentarnog filma. "U pitanju je bilo dvostruko putovanje: fizičko putovanje po Kosovu ali ujedno i neminovno preispitivanje lične i kolektivne percepcije problema Kosova. U tom smislu, ovaj film je i kritički pogled na naše viđenje Kosova i Albanaca. Naravno, kritika sopstvenih stereotipa ne znači davanje za pravo stereotipima onih drugih, naprotiv. Istinito sagledavanje problema može biti samo prednost za sve."
SKOLA
Nel lontano 2003, l’insegnante titolare del dipartimento di slavistica di Torino Ljiljana Banjanin, ha invitato una insegnante polacca : dr.ssa Filipek Malgorzata.
La dr.ssa Malgorzata (spero sia il cognome!) insegna lingua serba all’università di Breslavia.
Ora viene spontaneo chiedersi : come si fa in un primo anno di serbo-croato insegnare in polacco ?
E’ facilissimo e ci siamo capiti tutti !
Va bé, vi dico il segreto. L’insegnate polacca da molti anni andava in ferie in Spagna e parlava correttamente spagnolo. Così, olà, tre lingue in una ! Un po’ come quelle diete che ti promettono di perdere 7 kg. in 7 giorni.
Però questa insegnate ha usato il metodo che ho usato io fin dal primo giorno : le canzoni !
Abbiamo ascoltato 2 o 3 volte “Oprosti mi Katrine”, abbiamo cercato di tradurre e poi l’abbiamo cantata. Un successo !
Tutto questo ve lo racconto per avere il “la” per parlare di Djordje Balasevic e riconciliarmi con i miei amici serbi che non mi parlano più da quando hanno visto il piromane.
Mi dicono : - Lina, ti ni si pametna (è un modo educato per darmi della scema) dici che vuoi fare un blog per aiutarci e poi pubblichi il piromane. Non parlano male a sufficienza di noi ?
Io vi avviso… Balasevic in Italia puo’ essere paragonato a Mino Reitano. Speriamo che ce la caviamo !
Wednesday, July 16, 2008
LE "GENEX"
Con quelle macchinette da quattro soldi e che abbisognavano di “cambi rullino” frequentemente non è stato facile, ma guardate qual è stata la prima foto che sono riuscita a fare dalla macchina a Belgrado .
E’ tutta dedicata a Francy che ne è innamorata da buona architetto quale è .
A trip to ROVINJ
Then it came under the rule of different feudal lords during several centuries. From 1209 it was ruled by the Aquilean patriarch. It was from 1283 to 1797 one of the most important towns of Istria under the Republic of Venice. The city was fortified by two rows of walls with three town gates. The remaining town walls date from this period.
Close to the pier one can find the old town gate Balbi's Arch, dating from 1680, and a late-Renaissance clock tower. The city got its statutes in 1531. After the fall of Venice and the Napoleonic parenthesis, Rovinj was part of the Austrian Empire until World War I.
Then it belonged to Italy from 1918 to 1947, when it was ceded to Yugoslavia: in that period much of the Italian inhabitants fled. Rovinj is very touristy and considered one of the most beautiful towns of the Adriatic coast.
Tuesday, July 15, 2008
Usne Boje Vina (Boban Rajovic)
Boban Rajovic viene da Podgorica ma vive in Danimarca. Si dice che è stato in prigione e che era un piromane...ma potrebbe trattarsi ache solo di un informazione marketing per rendere più interessante la sua biografia.....
Usne boje vina
Hej, ljepotice
glavu gore gledaj pravo
u oblake, u simsire
ne gledaj u mene samo
Gdje bas mene crnog nadje
da ti zdravu pamet solim
i potopim tvoje ladje
kad ti nocas ne odolim
Ref.
Usne, usne boje vina
ostace ti bez karmina
oci ostace bez suza
bez dugmeta bijela bluza
Usne, usne boje vina
ostace ti bez karmina
uvenuces k'o mimoza
otrovna je moja loza
takva ti je takva moja loza
Hej, djevojcice
hajde skini osmijeh s lica
o meni ti ne sanjaj
bicu tvoja nesanica
Gdje bas mene crnog nadje
da ti zdravu pamet solim
i potopim tvoje ladje
kad ti nocas ne odolim
Ehi belleza,
Su la testa, guarda bene le nuvole, le siepi
Non guardare solo me
Come hai fatto a trovare me, poveretto,
che ti offuscherò il ragionamento
E affonderò le tue navi
Se stanotte non ti resisterò
Le tue labbra color vino
resteranno senza rossetto
i tuoi occhi senza lacrime
Senza bottoni la tua camicetta bianca
Le tue labbra color vino
resteranno senza rossetto
Appassirai come una mimosa
Velenosa è la mia vite
E tu sei come la mia vite
Ehi ragazza,
Togliti il sorriso dal volto
Non sognarmi
Sarò la tua insonnia
Sunday, July 13, 2008
IL MIO GROSSO,GRASSO MATRIMONIO GRECO
Sarà un po’ la conoscenza di molte persone provenienti da paesi diversi o la globalizzazione o la mondializzazione o semplicemente che molti miei amici hanno sposato persone di diversa cultura e religione, sarà un po’ di tutto questo, ma appena è possibile mi rivedo “Il mio grosso,grasso matrimonio greco”.
Questo film è talmente semplice e disarmante che fa colpo. Certo non piacerebbe agli amanti della fantascienza, perché gli effetti speciali sono ottenibili tutti i giorni e con dei semplici trucchi.
L’effetto che colpisce di più le “ciospe” come me è che tutte le donne possono diventare belle o almeno.. possono piacere. Tutto questo succede all’inizio del film e per me potrebbe già terminare li.. ma c’è dell’altro !
La protagonista si innamora di una persona che è completamente al di fuori della sua cultura, della sua religione e delle sue tradizioni.
Quante volte c’è stata la discussione tra me e le mie amiche : “E se i nostri figli si innamorassero di un mussulmano/a ???”. Nulla da stupirsi per me , perché vicino a casa mia c’è un’agenzia turistica gestita da persone del Marocco e la ragazza che fa la segretaria è di una bellezza infinita che non passa certo inosservata.
Nel film sono affrontate diverse questioni. La religione, le tradizioni, la cultura che è da mantenere e insegnare ai figli, ma che si fa quando queste cose non coincidono tra padre e madre ?
Io che sono vecchia penso che le diversità arricchiscono e che sia importantissimo insegnare una religione ai figli. Poi se i figli frequentano due chiese lo trovo meno dannoso della scelta di educare i figli a nessuna religione per farli scegliere da grandi. In questo caso saranno sicuramente atei.
Ultima cosa : potete guardare questo film decine di volte.. riderete sempre a crepapelle !
Saturday, July 12, 2008
A trip to POREČ
Poreč (in italian Parenzo) is a little touristic town at the croatian seaside that became a city already since the reign of Emperor Augustus in the 1st century. With the fall of the Roman empire in 476, different rulers and powers governed. First, it was held by the Ostrogoths and after 539 was part of the Byzantine Empire. From 788 it was ruled by the Franks. A short independence period followed in the 12th century and later it was ruled by the patriarchs of Aquileia. In 1267 Porec became the first Istrian city that chose to become part of Venice, whose rule lasted for more than five centuries. During this period the city several palaces, squares and religious buildings in Venetian style were built. After the fall of the Venetian Republic Porec came under the sovereignty of the Austrian Empire. Between 1797 and 1814, Porec was part of the Napoleonic Illyrian Provinces and therefore nominally part of the French Empire. After this short period it returned to the Austro-Hungarian Empire.
In 1861 it became the capital of Istria, a center of shipbuilding industry and a popular tourist resort for the Austrian aristocracy. After 1918, it was the annexed to the kingdom of Italy. In 1943, it became possession of Yugoslavia and officially assumed the Croat name of Poreč; the original Italian population was forced to leave the city and it was substituted with slavic people.
The city plan still shows the ancient Roman Castrum structure. The main streets are Decumanus and Cardo Maximus, still preserved in their original ancient forms. Marafor is a Roman square with two temples attached. One of them, erected in the first century AD, is dedicated to the Roman god Neptune. A few houses from the Romanesque period have been preserved and beautiful Venetian Gothic palaces can be seen here. Originally a Gothic Franciscan church built in the 13th century, the 'Dieta Istriana' hall was remodeled in the Baroque style in the 18th century.
The Euphrasian Basilica, rebuilt in the 6th century under the Byzantine Empire and bishop Euphrasius, is the most important historical site in Poreč. It is a protected World Heritage Site, so designated by UNESCO in 1997.
The town is sure worth a stopover for taking some pictures and relax on the beach. Since it's very touristy there are plenty of accomodations and restaurants (with its pro's and con's).
Friday, July 11, 2008
DOJKINCI
Se non rispondevo della mia traduzione dall’inglese, ancora meno di questa che arriva dal serbo. Lascio comunque il testo originale per i miei amici stranieri che si stanno lamentando, perché guardano solo le figure, come quando erano piccoli e non sapevano leggere.
Tranqui… Francy ha promesso che tradurrà molte cose.
Tutto in questo paesino è rimasto in stile etnico antico come se il tempo non passasse da 150 anni.
Le abitazioni sono quelle tipiche montane con i granai, perché non vi sono industrie, si vive prettamente di pastorizia.
Vi sono ancora 7 mulini, purtroppo inutilizzati.
Dal 1.400 si festeggia il santo patrono San Giorgio. Per l’occasione il paese si ripopola ed è in questa occasione che il mio amico Dejan si è recato a Dojkinci e ha fatto queste bellissime foto.
Questa festa è molto sentita. Ogni famiglia cuoce l’agnello in particolari forni in cui si fa anche il pane. Il tutto viene portato al centro del paese per la benedizione e poi si ritorna in ogni casa per l’abbuffata.
TRASLOCO
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