Sunday, September 6, 2009

IL DIARIO DI VIAGGIO DI GENNARO (SESTA PARTE)

continua da QUI
Inserisci linkInserisci link
...Si era fatto proprio tardi e mi ero ubriacato alla grande e così me ne andai a dormire.
La mattina, nonostante la colossale bevuta, mi svegliai piuttosto presto, in forma e di buon umore.
In quattro e quattr’otto fui fuori, nella kafana di Rade, a sorbire lentamente, come si usa da queste parti, un buon caffè turco. L’anziana donna che mi aveva servito si stupì perchè, da italiano quale sono, preferivo il caffè turco all’espresso. Si compiacque anche che lo prendessi in perfetto stile serbo e così entrai subito anche nelle sue grazie.
Tornai sulla Kneza Mihailovna, presi a destra e mi inoltrai nel parco di Kalemegdan.
All’ingresso un pò di venditori ambulanti. Il parco davvero molto grande e, come di consueto, ben tenuto: offre numerosissimi angoli ombrosi sotto grandi alberi, con tantissime panchine.


Continuai oltre dirigendomi verso la fortezza turca. Superai la prima porta e giunsi davanti ad una seconda porta, con una prima cinta muraria (una sorta di terrapieno), seguita da un vasto fossato. Mi soffermai a lungo in quella specie di museo all’aperto (gratuito) di artiglierie e carri armati che tanto mi affascinano e potei vedere dal vivo cose che in Italia nemmeno mi sarei sognato. Continuai e arrivai in un grandissimo spiazzo che conduce a quel lato delle mura che affacciano sui fiumi. Una simbolica scultura si trova lì a sottolineare la bellezza del paesaggio: si tratta di un occhio umano di ferro battuto ma ad imitazione del vimini intrecciato sospeso ad una porta nello stesso materiale, orientato verso la confluenza dei fiumi Sava e Danubio. Di sicuro è un paesaggio che per bellezza e maestosità è tra i più belli. E pensare che il fiume Sava (perfettamente navigabile) è considerato dai Serbi, piccolo; ma visto da quella posizione non ha, per dimensioni, nulla da invidiare al Danubio.


Mi spinsi oltre di qualche passo e vidi, semisdraiata sul muraglione che strapiomba sulla spianata dei fiumi, una donna snella e slanciata, interamente vestita di bianco, dai capelli nerissimi e corti, la pelle bianchissima, le labbra rossissime. S’era tolta i sottili sandali di cuoio e aggricciava e stendeva le lunghe dita di due piedi affusolati e nervosi mentre li massaggiava con le mani e volgeva lo sguardo coperto da oscuri occhiali da sole verso la confluenza. Non si poteva in nessun modo resistere ad una visione di tanto fascino: quella donna trasmetteva insieme le sensazioni di una grande calma e di un desiderio bruciante. Non mi trattenni e le chiesi, in inglese, se quella fosse la confluenza dei fiumi Sava e Danubio. Si girò verso di me schiudendosi in un radioso sorriso, mostrandomi i denti bianchi e perfetti, si levò gli occhiali e gli occhi erano neri, intensi, lucidi e allegri. Mi rispose in inglese impeccabile che si che si trattava di uno dei più bei posti al mondo. Mi chiese, come mi chiamassi (lei Bojana), da dove venissi, da che città, come fosse il posto dove vivevo, che lavoro facevo. Mi disse che svolgeva un lavoro da intellettuale in casa (senza dire quale), che amava la natura, che un posto spopolato come quello dove vivo io le sarebbe piaciuto (la invitai senz’altro). Concordava con me nella condanna del consumismo e della considerazione del denaro quale demone traviatore delle persone e delle genti. Non potei trattenermi dal dirle che la trovavo bellissima e che mi rammaricavo per la forte differenza d’età tra me e lei. Mi disse che sull’età mi sbagliavo e mi chiese di dirle, secondo me, lei quanti anni potesse avere: risposi “ventisette o ventotto” mi rispose che ne aveva trentacinque, al che dovetti complimentarmi con lei. Suonò il suo telefonino e mi allontanai per quanto fosse chiaro che non capissi un’acca di serbo. Terminata la telefonata, mi disse che era il marito, le dissi che mi spiaceva un pò che fosse sposata, si limitò a sorridermi dolcemente. Poi aggiunse di essere sposata da poco e di non avere ancora figli. Si alzò per andarsene, la salutai molto calorosamente, mi ricambiò, ne sono sicuro, con calda simpatia.


Mangiai, su consiglio di una passante alla quale avevo chiesto, in un tipico e noto ristorante belgradese, sito in una traversa delle Kneza Mihailovna. Vuk (da Vuk Draskovic) mi spiegò qualcuno, che era stato ucciso da quelle parti. Cucina tipica di gran livello, ottimo (1300 din).
Tornai a casa mi misi a guardare la TV. Su un canale privato un vecchio film di guerra con Tito ed i soldati italiani. Un film molto retorico e autocelebrativo, ma interessante per capire la considerazione che si aveva, ai tempi della sua realizzazione, degli italiani. Mi crogiolai ancora un pò a letto e nel pomeriggio inoltrato uscii ancora.


Passeggiai in lungo ed in largo, per perdere tempo, sulla Kneza Mihailovna e paraggi, poi decisi di andare in uno dei famosi locali, dove si suonano concerti o funzionano come discoteca, allocati sui barconi fluviali ormeggiati lungo le rive del Sava. Chiamai un taxi che mi lasciò nei paraggi. Ce ne erano cinque o sei. Ne scelsi uno dove si suonava blues dal vivo. La musica era piacevole e ben suonata, l’uditorio a me compatibile per età, ma con la gradevole eccezione di numerosi giovani. Tutti lì avevano l’aria da intellettuali. Finalmente riuscii a conquistare un tavolino e siccome ero solo e c’era tanta gente in piedi suggerii al cameriere di far sedere chiunque lo volesse. Giunsero un gruppo di ragazzi e ragazze. Molto belli, indubbiamente.
Abbigliati molto alla moda a tal punto che in quel luogo così informale davano decisamente nell’occhio. Il cameriere gli disse che se volevano potevano sedersi al mio tavolo, al che, quello che sembrava il capo rispose, in modo palesemente sgradevole anche per me che non conosco la lingua, qualcosa sul fatto che fossi stranac. La cosa mi disgustò e nonostante fosse solo poco più di mezzanotte, decisi di andarmene. Presi uno scalcagnatissimo taxi, un’Opel Vectra e mi feci lasciare dalle parti della Kneza Mihailovna per fare un po di strada a piedi...



Post scrittum.
Scusate se facciamo una piccola appendice al testo, ma Gennaro ci ha lasciato senza parole e abbiamo cercato l'occhio fatale !

10 comments:

балканска девојка said...

ah! ah!
gennaro !! sei stranac ??
per quelli che non conoscono il serbo "stranac" è straniero e non strano !!
ih! ih!
e quest'anno come te la sei passata con amelia che non ti lasciava chiedere informazioni alle signorine carine ???
mi hai messo una curiosità su quest'occhio che ti guarda al kalegdan !!
a me non mi ha guardato nessuno !
ne' occhi finti, nè occhi veri (di qualche bel serbo ad esempio!)
sigh!!!
cerco di informarmi e torno !!!

балканска девојка said...

il kalegdan sarebbe il kalemegdan..
ma ho guardato tante foto in google.. niente occhi gennaro..
facciamo un appello
chi ne sa' qualcosa ?

балканска девојка said...

dato che ultimamente ci seguono molte persone nuove, ricordo chi è gennaro
in sintesi.. una favola di persona
praticamente è successo che la scorsa primavera ci siamo orientati verso questa meta :
portare più gente possibile nei balkani
direi che è andata bene, perchè tutte le persone che sono andate sono tornate entusiaste
.. anzi.. aspettiamo i resoconti !
non dimenticate !!
ma gennaro ci ha mandato il suo diario di viaggio così ben dettagliato e scritto bene che all'inizio volevamo fare un riassunto, poi abbiamo pensato di pubblicare tutto o quasi tutto, perchè l'originale è ancora più lungo delle 7 puntate che sono venute fuori
adesso siamo alla sesta, ma c'è già il viaggio di quest'anno da documentare.. quindi...
gennaro for president of serbia !!!!
qui l'inizio
http://balkan-crew.blogspot.com/2009/06/il-diario-di-viaggio-di-gennaro.html

Anonymous said...

...capisco la tua invidia, cara lina, ma una giornata fortunata capita a tutti! L'occhio è in uno spiazzo erboso a destra deel'ingresso principale alla fortezza proprio dove le mura della fortificazione strpiombano più alte verso i fiumi. L'occhio è una scultura di piccole dimensioni realizzata in ferro battuto brunito ad imitare il vimini intrecciato; consiste in un trespolo a cui agganciato un qaudrato ed al cui iterno ininscritto l'occhio. Non ho immagini da mostrarti ma se vuoi spiegazioni più dettagliate basta chiedere. Rispondendo all'altra domanda:
ebbene si, mi è capitato a Budva quest'anno con amelia. Due bellissime figliole sui 25 anni dopo avermi fissato a lungo si sono dirette decisamente verso di me, ed io dimentico ditutto lestavo raggiungendo... all'improvviso unsonora ceffone in pieno viso (la vibrata protesta di Amelia)FINE.
Buona domenica a tutti

балканска девојка said...

grande amelia !!!
mio marito s'è girato solo una volta a guardare 2 gambe
si ricorda ancora il calcio sul ginocchio
e.. sono stata ancora buona !!
ma come mai in 7 anni io non ho mai subito nemmeno un mezzo abbordaggio ??
eppure il fascino occidentale dovrebbe colpire !!!!
allora ha ragione il mio martirio a volermi rottamare in cambio di 2 da 23 ????????????

балканска девојка said...

gennaro su report on line !!!
incredibile !!
ciambu vieni a torino che ti sposo, poi mi separo per avere il piacere di risposarti !!!!!!!

http://www.reportonline.it/2009090630610/varie/il-diario-di-viaggio-di-gennaro.html

gennaro.. ciambu si scusa perchè ha un problema con le foto, ma sei comunque famoso adesso..
e anche da noi..
quando ci accarezza report abbiamo dei picchi !!!
hvala puno sveti ciambu ! mi te volimo puno bez kraja !

балканска девојка said...

oh ! svetna balkania moja !!
è questo il coso gigante ???

http://2.bp.blogspot.com/_GpnjdDCeAjc/SM7NdjvbVvI/AAAAAAAAFDQ/-sSxjAUXnJE/s400/MAtrimonio+2008+068.jpg

Anonymous said...

Hai visto?! L'occhio c'è... eccome... adesso non puoi lamentarti perchè guarda anche te!
Una bella opera d'arte messa al posto giusto, se poi chiedi a Francy che è architetto, potrà dirti di più a proposito.
Buona settimana a tutti. Gennaro

балканска девојка said...

m'hai messo una curiosità incredibile
sto facendo una piccola indagine..
ma non c'era quando sono andata io..
spero di vederlo la prossima volta che andro'.. se andro'.. quando trovero' i soldi..
ih! ih!

Anonymous said...

Per l'occhio non so', forse una mostra
Dusan

TRASLOCO

  In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia Ci siamo trasferiti in 5 altri siti Uno si chiama  ...