Friday, September 11, 2009

IL DIARIO DI VIAGGIO DI GENNARO (7° PARTE)


(continua da qui)


...Mi incamminai verso la kafana, dove mi sentivo più a mio agio. Notai quasi subito un intensa presenza della Polizia che non avevo quasi visto fino ad allora. Tutti gli angoli delle strade erano attentamente presidiati. Su uno stradone, ad un certo punto, ce ne erano una quarantina schierati ed in assetto antisommossa. Ma tutto era tranquillo e a parte la polizia, non si vedeva nulla di strano. Entrai e mi accolse Rade, dicendomi subito che avevano catturato a Novi Beograd, Radovan Karadzic.

Mi sedetti e cominciammo subito a bere e a parlare di politica. Lui sosteneva, attraverso la traduzione dell’avvocato, che si trattava (Karadzic) del solito montengrino che aveva inguaiato la Serbia e intanto, andava a presentarmi buona parte degli avventori, tutti suoi amici, a suo dire, per lo più montenegrini, che mi sorridevano cortesemente, mentre mi guardavano impassibili, torreggianti dalle loro stratosferiche altezze. P
oi la discussione si accese e si ingarbugliò, di tanto in tanto qualcuno mi spiegava di che si stava parlando e chiedevano la mia opinione.

Ci trattenemmo ancora un pò e poi andammo a dormire e Rade chiuse la kafana.
Mi svegliai tardi, andai a sorbirmi il caffè turco da Rade e poi me ne andai a zonzo cercando di capire cosa stesse succedendo. Me ne andai a piedi alla stazione degli autobus a chiedere gli orarii per tornare a Novi Sad. Non notai alcuna forma di tensione, era tutto tranquillo, anche se c’erano ancora un pò di poliziotti in giro, ma meno che la notte prima.

Ritornando di lì attraversai il lunghissimo ponte sul fiume Sava, passeggiai per un pò sul lungo fiume fino alla grande spianata sotto le mura del Kalemegdan da dove mi diressi alla fortezza, quindi alla Kneza Mihailovna e poi da Vuk, a mangiare.
Intanto il tempo si era messo al peggio e minacciava e tanto minacciò che incominciò a piovere di una pioggia fittissima e uggiosa.



Comprai un ombrello da un venditore ambulante, ma doveva trattarsi del
peggio della produzione cinese, perchè nonostante il vento fosse leggero si ruppe subitissimo e mi bagnai fino a casa. Mi misi a guardare la televisione giacchè non accennava a smettere di piovere. Non ne potevo più di stare al chiuso e non appena smise mi affrettai ad uscire.

Intanto si era fatto buio. Quasi subito si rimise a piovere e perciò me ne andai alla kafana. Rade mi aveva preparato una sorpresa. Lì ad attendermi c’erano due distinti cinquantacinquenni, il preside di un istituto tecnico, un ingegnere elettronico specializzato in grossi impianti elettrici. Il preside voleva sapere come fare per ottenere, in Italia, il riconoscimento del titolo di studio rilasciato dalla sua scuola senza passare dai canali ufficiali. Gli dissi che se si vuole un ricoscimento ufficiale non si può non passare da un circuito ufficiale. E lì lui a dirmi che forse io potevo ed io a dirg
li che sono solo un modesto dipendente di una pubblica amministrazione e che non potevo nulla.

L’ingegnere, un uomo altissimo coi baffi, che fumava e beveva paurosamente, voleva solo conoscere la mia opinione in merito a certe questioni: se fosse meglio rimanere in Serbia a dare un contributo allo sviluppo del paese o andare a lavorare con i brasiliani, in Zaire, alla costruzione di una mega centrale idroelettrica e guadagnare un bel pò di dollari. Io, ovviamente, gli risposi che doveva assolutamente andare in Zaire, se se la sentiva ancora alla sua età di fare quella cosa, e dare un significativo contributo alla crescita economica di un serbo (che in ultima analisi è pur sempre un contributo alla condi
zione economica del paese, o no?). Non so con precisione quanto bevvi e quanto fumai, ma assai! Rade mi chiese quando sarei partito, gli risposi che il giorno dopo, e lui mi invitò a rimanere ancora per farci una mega mangiata, ed io, che mi sarebbe piaciuto ma che dovevo prendere l’aereo a Budapest.

Ce ne andammo a dormire.
La mattina, dopo il caffè mi feci chiamare un taxi e me ne andai alla stazione degli autobus. Mi imbarcai e ci avviammo. Stavolta il percorso non era autostradale, ma lungo una strada del tipo di una statale. Toccammo tante piccole località. Il paesaggio era più vario e percorremmo, anche, un tratto collinare. La gente saliva e scendeva di continuo. Il bigliettaio per omaggiarmi in quanto italiano infilò nello stereo alcuni pezzi in napoletano di Renzo Arbore; lo ringraziai per la gentilezza, Arbore mi mancava proprio, non so come avrei potuto fare senza.

Questa volta impiegammo circa due per compiere il tragitto, ma non mi dispiaceva, a Novi Sad non avevo nulla da fare.
Giunto che fui, lasciai al deposito bagagli della stazione la valigia, e con un taxi (carissimo 600din!) mi diressi in centro, girovagai per un pò, ma poichè ero stanco andai al parco per riposarmi un pò su una panchina ( e credo di essermi addirttura addormentato, tra mamme, bambini e piccioni). Era una giornata piovosa e quindi piovve. Non sapendo dove altro andare me ne tornai alla stazione con l’autobus. Di lì andai a piedi sull’enfatico vialone, provvisto di porticati, che avevo appena percorso in autobus, mi fermai davanti ad una specie di trattoria che aveva dei tavoli sotto un tendone rosso sponsorizzato Coca Cola. Mangiai bene e spesi pochissimo (250 din).


Aspettai alla stazione, alle dieci ritirai il bagaglio, alle undici me ne andai sul binario deserto. Dopo poco tempo mi raggiunse un gruppo di adolescenti accompagnati da una donna. Uno dei ragazzi parlava appasssionatamente di politica, sicuramente degli ultimi avvenimenti serbi, ma io non ci capivo un bel niente e cercavo di decifrare dalle espressioni e dall’intensità delle esclamazioni.
Salimmo sul treno che avevo preso con la pioggia e che riprendevo sotto la pioggia. Una volta sistematomi in uno scompartimento con un rumeno, fissai la sveglia alle quattro e mezza e mi addormentai.

A Budapest presi il taxi per l’aereoporto che pagai con i fiorini che avevo messo da parte all’andata. Nell’aeroporto ingannai l’attesa chiacchierando con un’anziana badante rumena.
Sull’aereo mi sedetti vicino l’ala di destra e vicino a me non si sedette nessuno. Il viaggio fu scosso da molte turbolenze perchè il tempo era pessimo, ma non in Italia. Presi il treno per la tuscolana, la metrpolitana per l’anagnina, aspettai un tempo enorme l’autobus, arrivai a Potenza a pezzi e a P.zza Zara c’era mio padre ad aspettarmi....

4 comments:

балканска девојка said...

quanto mi spiace che tu sia ritornato !!!
sigh !
non vedo l'ora di leggere del viaggio di quest'anno !!

intanto qui piovono angeli !!
benvenuto bacchico !
http://zdravodaste.blogspot.com/

балканска девојка said...

ma guarda che ti leggo da beppe !!

Buongiorno a tutti,
non parlo molto bene italiano, ma spero che lo capiate…
Forse la nuova Iugoslavia è un sogno ma io ancora credo nella nazione iugoslava.
Ci è molta gente dalle cosiddette unioni mesclati e a causa dei loro antenati non possono fare parte di divisione nazionale o religiosa esistente. Sono un esemplo tipico. Il mio un nonno era un musulmano dalla Bosnia ed altro era sloveno. La mia nonna era croata. Vivo a Belgrado…
Posso solo essere uno yugoslavo.
Un abbraccio grande da Belgrado!
Andry

балканска девојка said...

dejan di www.serbi.it ci dice :

Domani sera, al pallazzetto dello sport di Verona, si giochera' la partita Italia - Serbia. Si tratta di pallavolo femminile... per chi fosse interessato puo' trovare tutti i dettagli sul FORUM del sito www.serbi.it nella cattegoria' SPORT!
Saluti

io non l'ho trovato.. ma sono tanto imbranata.. forse voi ci riuscite

балканска девојка said...

ringrazio dejan che è un angelo !!
mi ha spiegato tutto bene tramite mail !!!

Segnatevi queste date : 11/12/13 Settembre , a Verona presso il
PALAOLIMPIA, a pochissimi giorni dal Campionato Europeo Femminile, si
svolgerà il VITAL NATURE CUP- CITTA' DI VERONA, con la presenza oltre all'
ITALIA di Barbolini, le squadre della POLONIA, BELGIO, e SERBIA.
Il Torneo si svolgerà con queste gare :
Venerdi 11 settembre ore 18,00 SERBIA - POLONIA , a seguire ORE 20,00
ITALIA- BELGIO.
Sabato 12 ore 18,00 BELGIO - SERBIA, a seguire ORE 20,00 ITALIA-POLONIA,
infine Domenica 13 Settembre ore 18,00 BELGIO -POLONIA e a seguire per
concludere ore 20,00 ITALIA - SERBIA.

TRASLOCO

  In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia Ci siamo trasferiti in 5 altri siti Uno si chiama  ...