Friday, August 15, 2008

Trip to KOTOR

A very amazing town in Montenegro is the wonderful Kotor with around 14'000 inhabitants. It’s situated at the end of the only fjord of the meditarranean. The religious heritage of the land around the bay — its numerous Orthodox and Catholic Christian churches and monasteries — makes it one of the major pilgrimage sites of the region.

The old Mediterranean port of Kotor, surrounded by an impressive city wall built by Serbian House of Nemanjić (Serbian Duke Stefan Nemanja entered Kotor, which surrendered to him peacefully, so he spared the City and built an impressive castle within it) is very well preserved and protected by UNESCO. The downfall of Serbia in 1389 left the city without a guardian, and, after being seized and abandoned in turn by the Venetians and Hungarians, it passed under Venetian rule in 1420. Between 1420 and 1797, Kotor and its surroundings were under the rule of the Republic of Venice and the Venetian influence. The asymmetric structure of the narrow streets and squares, combined with the numerous valuable monuments of medieval architecture, made Kotor an UNESCO "world patrimony".

Not only the unique architectural styles makes this place so wonderful but also the ambient atmosphere of this peaceful town are extreamly captivating.

Here the St Tryphon's Cathedral

In spite of reconstruction over the centuries, remains an outstanding example of romanesque architecture. Originally all the walls were covered with frescos.
The bones of St Tryphon were brought from Constantinople in the 9th century.
Now they are kept in the 14th-century reliquary chapel where there is a frieze of white marble, the work of 18th-century Venetian sculptor Fransesco Cabianca.
Very interesting is the large wooden crucifix.


Aleksa Šantić

BOKA 1906.

Naša mila Boko,
nevjesto Jadrana,

Pokrivena nebom k'o od plave svile,

Ljepša si od tvoje primorkinje
vile
I svjetlija od njenog đerdana.

Nikada se tebe nagledao ne bi',

No da mi je jedno:
da postanem valom
Sinjega ti mora,
pa pred tvojim žalom

Da vječito šumim i da pjevam tebi.


I da s tobom gledam na tvoj Lovćen plavi,
Pa jednoga dana kad se Gospod javi,

Kad orlovi naši visoko zabrode

I sa tvojih ruka panu gvožđa tvrda,

Da pobjednu himnu slušam s tvojih brda
I da s tobom slavim dan zlatne slobode!
"

(a little translated)
Our dear Boka, Adriatic's bride.
Droped with the sky like with silk blue,
Prettier than any Nereid are you,
Upon you beauty you should yourself pride."



Kotor is connected to the Adriatic Motorway and the rest of the coast and inland Montenegro by Vrmac Tunnel. Inland is reachable by detouring from Adriatic motorway at Budva or Sutomore (through Sozina tunnel).
There is also a historic road connecting Kotor with Cetinje, which offers spectacular views of the Kotor bay.

8 comments:

Riccardo said...

Finalmente vedo Kotor!!!
L'ho vista molte volte in carte navali veneziane (specialmente in quelle del museo navale di Venezia) e mi ero sempre ripromesso di cercarla su internet ma poi, per un motivo o per un'altro, non l'ho mai fatto.
Carina come cittadina!

Anonymous said...

uffa.. io non ci sono mai stata !!!

Guest on Balkan Crew said...

Ho pensato che con queste foto vi ho fatto venire un po' di voglia di andarci.....ve lo cosiglio TANTISSIMO!

Anonymous said...

dipendesse da me ci vivrei...
perchè non andiamo ad aprire una kafana da quelle parti ?
tanto noi in italia abbiamo un futuro di miseria davanti, almeno la ci sono dei posti bellissimi, il mare e d'estate vediamo tutti i vip..
è vero che c'è stata anche madonna ?

Anonymous said...

.. pekino/volley

ITALIA 3 / serbia 0

pero' le uniche notizie che danno della serbia sono le perdite..
francy.. hai ragione non c'è nessuna notizia del campione di nuoto cavic
anche il mio martirio continua a dire che la serbia non ha ancora preso neanche una medaglia..
sarà che ho contatti email con x-press, ma le notizie tv mi fanno sempre piu' pena !!!

Anonymous said...

foto bellissime... ma non danno nemmeno un milionesimo della magia di Kotor... "Le Bocche di Cat(t)aro"... e se fosse stato qui che Altante sosteneva le volte celesti?? E se Atlantide fosse proprio lì???



da Dialoghi con Leucò, di Cesare Pavese
Orfeo: E' andata così. Salivamo il sentiero tra il bosco delle ombre. Erano già lontani Cocito, lo Stige, la barca, i lamenti. S'intravvedeva sulle foglie il barlume del cielo. Mi sentivo alle spalle il fruscìo del suo passo. Ma io ero ancora laggiù e avevo addosso quel freddo. Pensavo che un giorno avrei dovuto tornarci, che ciò ch'è stato sarà ancora. Pensavo alla vita con lei, com'era prima; che un'altra volta sarebbe finita. Ciò ch'è stato sarà. Pensavo a quel gelo, a quel vuoto che avevo traversato e che lei si portava nelle ossa, nel midollo, nel sangue. Valeva la pena di rivivere ancora? Ci pensai, e intravvidi il barlume del giorno. Allora dissi "Sia finita" e mi voltai. Euridice scomparve come si spegne una candela. Sentii soltanto un cigolìo, come d'un topo che si salva.

Bacca: Strane parole, Orfeo. Quasi non posso crederci. Qui si
diceva ch'eri caro agli dèi e alle muse. Molte di noi ti seguono
perché ti sanno innamorato e infelice. Eri tanto innamorato che - solo tra gli uomini - hai varcato le porte del nulla. No, non ci credo, Orfeo. Non è stata tua colpa se il destino ti ha tradito.

Orfeo: Che c'entra il destino. Il mio destino non tradisce. Ridicolo che dopo quel viaggio, dopo aver visto in faccia il nulla, io mi voltassi per errore o per capriccio.

Bacca: Qui si dice che fu per amore.

Orfeo: Non si ama chi è morto.

Bacca: Eppure hai pianto per monti e colline - l'hai cercata e chiamata - sei disceso nell'Ade. Questo cos'era?

Orfeo: Tu dici che sei come un uomo. Sappi dunque che un uomo non sa che farsi della morte. L'Euridice che ho pianto era una stagione della vita. Io cercavo ben altro laggiù che il suo amore. Cercavo un passato che Euridice non sa. L'ho capito tra i morti mentre cantavo il mio canto. Ho visto le ombre irrigidirsi e guardar vuoto, i lamenti cessare, Persefòne nascondersi il volto, lo stesso tenebroso-impassibile, Ade, protendersi come un mortale e ascoltare. Ho capito che i morti non sono più nulla.

Bacca: Il dolore ti ha stravolto, Orfeo. Chi non rivorrebbe il passato? Euridice era quasi rinata.

Orfeo: Per poi morire un'altra volta, Bacca. Per portarsi nel sangue l'orrore dell'Ade e tremare con me giorno e notte. Tu non sai cos'è il nulla.

Bacca: E così tu che cantando avevi riavuto il passato, l'hai respinto e distrutto. No, non ci posso credere.

Orfeo: Capiscimi, Bacca. Fu un vero passato soltanto nel canto. L'Ade vide se stesso soltanto ascoltandomi. Già salendo il sentiero quel passato svaniva, si faceva ricordo, sapeva di morte. Quando mi giunse il primo barlume di cielo, trasalii come un ragazzo, felice e incredulo, trasalii per me solo, per il mondo dei vivi. La stagione che avevo cercato era là in quel barlume. Non m'importò nulla di lei che mi seguiva. Il mio passato fu il chiarore, fu il canto e il mattino. E mi voltai.

Bacca: Come hai potuto rassegnarti, Orfeo? Chi ti ha visto al ritorno facevi paura. Euridice era stata per te un'esistenza.

Orfeo: Sciocchezze. Euridice morendo divenne altra cosa. Quell'Orfeo che discese nell'Ade, non era più sposo né vedovo. Il mio pianto d'allora fu come i pianti che si fanno da ragazzo e si sorride a ricordarli. La stagione è passata. Io cercavo, piangendo, non più lei ma me stesso. Un destino, se vuoi. Mi ascoltavo.

Bacca: Molte di noi ti vengon dietro perché credevano a questo tuo pianto. Tu ci hai dunque ingannate?

Orfeo: O Bacca, Bacca, non vuoi proprio capire? Il mio destino non
tradisce. Ho cercato me stesso. Non si cerca che questo.

Bacca: Qui noi siamo più semplici, Orfeo. Qui crediamo all'amore e alla morte, e piangiamo e ridiamo con tutti. Le nostre feste più gioiose sono quelle dove scorre del sangue. Noi, le donne di Tracia, non le temiamo queste cose.

Orfeo: Visto dal lato della vita tutto è bello. Ma credi a chi è stato tra i morti... Non vale la pena.

Bacca: Un tempo non eri così. Non parlavi del nulla. Accostare la morte ci fa simili agli dèi. Tu stesso insegnavi che un'ebbrezza travolge la vita e la morte e ci fa più che umani... Tu hai veduto la festa.

Orfeo: Non è il sangue ciò che conta, ragazza. Né l'ebbrezza né il sangue mi fanno impressione. Ma che cosa sia un uomo è ben difficile dirlo. Neanche tu, Bacca, lo sai.

Bacca: Senza di noi saresti nulla, Orfeo.

Orfeo: Lo dicevo e lo so. Ma poi che importa? Senza di voi sono disceso all'Ade...

Bacca: Sei disceso a cercarci.

Orfeo: Ma non vi ho trovate. Volevo tutt'altro. Che tornando alla luce ho trovato.

Bacca: Un tempo cantavi Euridice sui monti...

Orfeo: Il tempo passa, Bacca. Ci sono i monti, non c'è più Euridice. Queste cose hanno un nome, e si chiamano uomo. Invocare gli dèi della festa qui non serve.

Bacca: Anche tu li invocavi.

Orfeo: Tutto fa un uomo, nella vita. Tutto crede, nei giorni. Crede perfino che il suo sangue scorra alle volte in vene altrui. O che quello che è stato si possa disfare. Crede di rompere il destino con l'ebbrezza. Tutto questo lo so e non è nulla.

Bacca: Non sai che farti della morte, Orfeo, e il tuo pensiero è solo morte. Ci fu un tempo che la festa ci rendeva immortali.

Orfeo: E voi godetela la festa. Tutto è lecito a chi non sa ancora. E' necessario che ciascuno scenda una volta nel suo inferno. L'orgia del mio destino è finita nell'Ade, finita cantando secondo i miei modi la vita e la morte.

Bacca: E che vuol dire che un destino non tradisce?

Orfeo: Vuol dire che è dentro di te, cosa tua; più profondo del sangue, di là da ogni ebbrezza. Nessun dio può toccarlo.

Bacca: Può darsi, Orfeo. Ma noi non cerchiamo nessuna Euridice. Com'è dunque che scendiamo all'inferno anche noi?

Orfeo: Tutte le volte che s'invoca un dio si conosce la morte. E si scende nell'Ade a strappare qualcosa, a violare un destino. Non si vince la notte, e si perde la luce. Ci si dibatte come ossessi.

Bacca: Dici cose cattive... Dunque hai perso la luce anche tu?

Orfeo: Ero quasi perduto, e cantavo. Comprendendo ho trovato me stesso.

Bacca: Vale la pena di trovarsi in questo modo? C'è una strada più semplice d'ignoranza e di gioia. Il dio è come un signore tra la vita e la morte. Ci si abbandona alla sua ebbrezza, si dilania o si vien dilaniate. Si rinasce ogni volta, e ci si sveglia come te nel giorno.

Orfeo: Non parlare di giorno, di risveglio. Pochi uomini sanno. Nessuna donna come te, sa cosa sia.

Bacca: Forse è per questo che ti seguono, le donne della Tracia. Tu sei per loro come il dio. Sei disceso dai monti. Canti versi di amore e di morte.

Orfeo: Sciocca. Con te si può parlare almeno. Forse un giorno sarai come un uomo.

Bacca: Purché prima le donne di Tracia...

Orfeo: Di'.

Bacca: Purché non sbranino il dio.

Anonymous said...

grazie anonimo,
se la prossima volta ti firmi possiamo ringraziarti dicendo il tuo nome
in realtà non riesco a capire l'ultima frase :purchè non sbranino il dio

Sajkaca said...

Caro anonimo, grazie per il tuo commento...ma non ho capito tanto che centra con Kotor.
Cosa ti fa pensare che Atlantide fosse potrebbe essere li. Grazie per qualsiasi indizio....

Kotor è magìa! son d'accordo!

TRASLOCO

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