Monday, October 29, 2012

Crucco come pezzo di pane. Parte seconda




Lapide con Krückenkreuz, verosimilmente pagana, rinvenuta nel distretto di Burgenland in Sassonia-Anhalt.


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Mi autoconfuterò adesso, ritrattando una seducente ma troppo audace supposizione da me precedentemente avanzata sull‛origine di questo nome: secondo essa, il termine ”crucco“ sarebbe derivato dal vocabolo tedesco Krücke, italianamente ”stampella“, da cui deriva, mediante il longobardo  krukkija, anche il nostro ”gruccia“, con cui regionalmente si intende tanto l‛appendino, od appendiabiti, quanto la stampella da passeggio per invalidi. Ebbene, tedescamente parlando la Krückenkreuz (it. ”croce potenziata“, raffigurante quattro T come nel seguente glifo unicode: ) era un‛effigie piuttosto di moda nell‛araldica dall‛alto medioevo in poi, presso signori feudali come Goffredo di Buglione, il quale la recò a Gerusalemme nella prima, appunto, crociata (1096–1099). Data la sua associazione al Sacro Romano Impero ed alla nobiltà germanica, nonché le sue quattro opposte T, come nella parola latina theotiscus (it. ”tedesco“), avevo supposto che la Krücke, ossia la gruccia, fosse all‛origine della parola ”crucco“. Ma, ahi noi, le pensate più belle e persuasive sono spesso le più fallaci, ed ho presto dovuto constatare che i miei amati crucchi non derivavano da un‛effigie araldica germanica, bensì da un parola croata e slovena significante ”pane“, ossia il sopra menzionato kruh.
Come abbia potuto questo vocabolo divenire quello che oggi intendiamo con ”crucco“ è presto detto: nell‛impero asburgico od austriaco, comprendente fino al 1866 anche il Lombardoveneto, questa denominazione etichettava nell‛Italia di Levante in generale i sudditi slavi dell‛Impero, prevalentemente sloveni e croati in quell‛area, demarcandoli appunto dagli Italoromanzi friulani, veneti e trentini. Con la fine del Lombardoveneto e l‛associazione al Regno d‛Italia ebbe inizio una progressiva deslavizzazione dei paesi levantini d‛Italia, attraverso emigrazione e progressiva assimilazione, mentre Slovenia, Croazia, Bosnia e Vojvodina (serba) rimasero saldamente sotto la corona dell‛impero che, dal 1867 fino al suo disfacimento, chiamiamo Austria-Ungeria od austroungarico. Con tutto che questo impero fosse, linguisticamente e civilmente, sfrenatamente multinazionale, possiamo affermare che la nazione predominante, nonostante l‛equiparazione formale dei regni di Austria ed Ungheria (ted. Ausgleich), fosse quella austrogermanica: ciò portò ad una sostanziale identificazione di tutti i sudditi delle corone sotto la definizione-tetto ”crucchi“, senza particolare riferimento alla loro lingua od origine. Il passo successivo di questa trasposizione di significato si compì durante le due guerre mondiali ed il conflitto di liberazione nazionale italiano, quando il termine perse la sua connotazione antislava (siccome l‛odio razziale nutriva allora ben altri obiettivi), pur non liberandosi della sua carica negativa, ma anzi andando e designare prima solo gli Austriaci e poi, per generalizzazione, tutti i parlanti tedesco, acquisendo infine il senso odierno. Questa breve carrellata di nozioni intersecate dovrebbe servire a fare capire come l‛etimologia delle nostre parole, per quanto intricata ed apparentemente improbabile, ci apre interi mondi di studi e di suggestioni sul nostro ed altrui passato, inimmaginabile ed inconcepibile senza quel tessuto di interrelazioni nel tempo e nello spazio che sogliamo chiamare ”cultura“.
Franco Colono



1 comment:

балканска девојка said...

grazie franco di questo bellissimo regalo.. scusa se non siamo riusciti a impaginare meglio di cosi'.. da quando sono cambiate le impostazioni del blog.. è tutto piu' difficile !

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