Monday, December 30, 2013

XIV ESIMA EDIZIONE DI CANESTRI SENZA RETI. E

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Il cuore non è ancora sceso a battiti normali !!
Cacak ha battuto il Partizan di Belgrado e ha vinto la coppa
Miglior giocatore del torneo è il num 7 del Mladost Cacak
Sono rimasta più stupita del solito nel vedere quanto queste famiglie eporediesi si siano affezionate ai ragazzi. Alla partenza dell'autobus eravamo un centinaio di persone a piangere.
Potete vedere le foto : qui e il filmato della premiazione : qui

Canestri senza reti in face book

Mladost Cacak na face book

"Canestri senza reti" è una splendida realtà eporediese, la dimostrazione che lamentarsi non serve a nulla e la soluzione sta sempre nel produrre idee e soprattutto nel saperle realizzare. Un plauso gigante alla società Lettera 22
Gianmario




Sunday, December 29, 2013

XIV ESIMA EDIZIONE DI CANESTRI SENZA RETI. D


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Uaauuuuuuuuuuuuuu !
Ne mogu da verujem !
Fantastico, divino, superlativo.. la coppa di Canestri senza reti è in ogni modo serba !!!!!!!!!!
Il primo e il secondo posto se lo giocano il Partizan di Bg e il Mladost Cacak !!!
Bello, fantastico !
Oggi è stata una bellissima giornata, passata con la compagnia di Caterina e della sua bellissima figlia Noemi.
Troppe gioie assieme carissimi.. fatemi riprendere !




Saturday, December 28, 2013

XIV ESIMA EDIZIONE DI CANESTRI SENZA RETI. C

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La seconda giornata del meraviglioso torneo Canestri senza reti si è svolta nella magica atmosfera delle partite giocate fino all'ultimo respiro.






Il livello di gioco non è medio alto.. è altissimo e il torneo è sempre più sotto gli occhi di abili agenti (dovremmo anche avere una bella sorpresa a breve ! )
Oggi non c'era Caterina, ma c'erano la nostra favola Maria e il piccolo Tommy che è splendido.


Kragujevac ha perso e i ragazzi e gli allenatori erano disperati, ma Belgrado ha vinto ( meglio dire stravinto !). Tuzla ha perso contro Ivrea (ah! ah!) e non abbiamo ancora notizia di cosa ha fatto Cacak, ma ci prepariamo per domani e sapete perchè ? Perchè oltre alle meravigliose partite domani è il compleanno di Mirza !!!!






I risultati :
Tuzla Lettera22 49-71
Marghera Biella 93-48
Ciriè Podgorica 40-65
Borgomanero Valdelsa 42-89
Kragujevac Valenza 56-66
Trento Kolbe 61-65
Partizan Omegna 68-57
Borgomanero Podgorica 41-76

Io ho scoperto di essere stata in tv !!!

Sito ufficiale di Canestri senza reti

Canestri senza reti su Face book




Friday, December 27, 2013

XIV ESIMA EDIZIONE DI CANESTRI SENZA RETI. B


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Fantasmagorico, stupefacente, incredibile, super, divino.. la favola è reiniziata ed è sempre più bella grazie all'impegno di Paolo e dei ragazzi della Lettera 22 che ogni anno si fanno sempre più in quattro per fare bello il torneo Canestri senza reti.
Quest'anno l'incontro con le maestranze ha visto la presenza di assessori comunali e provinciali e di questo passo, arriveremo a invitare il Ministro della pubblica istruzione, perchè al torneo Canestri senza reti si impara una bellissima lezione di vita.
Io non sto più nella pelle dalla gioia anche perchè con me oggi c'era Caterina e quindi eravamo in due a scambiarci opinioni e gioie.
L'incontro presso la Torre antica è stato, come sempre, divertente perchè io parlo serbo sempre con dei ragazzi che mi guardano e mi prendono per pazza e poi arriva Paolo e dice : " Ma no Lina, questi sono italiani, i serbi sono là.. ! "
Ops.. e quei ragazzi che guardano Paolo sconcertati e lui che tranquillizza : "E' proprio fatta così, non vi preoccupate !"
Eppure oggi mi è mancato tanto qualcuno.......

Per sapere cos'è la felicità, cliccate : QUI

XIV esima edizione di Canestri senza reti. Ivrea


Wednesday, December 25, 2013

XIV ESIMA EDIZIONE DI CANESTRI SENZA RETI. A

Fate presto !! Non stiamo più nella pelle !




Partizan Belgrado




K.K.Salinas Falcons Tuzla (Bosnia)




K.K.Podgorica (Montenegro)




K.K.Mladost Cacak (Serbia)




K.K.Radnicki - O.K.Foka Kragujevac (Serbia)



Saturday, December 21, 2013

RISULTATO DEL SONDAGGIO SULLE BIRRE

Carissimi, vi annuncio che il sondaggio sulla birra ha avuto un grave "vizio di forma" dovuto al fatto che i miei amici hanno votato in massa la birra croata per farmi arrabbiare.
Il tutto non è bastato, perchè ho raccolto voti per la Jelen su tutte le bacheche face book che conoscevo !
Il risultato è : 22 voti per la Jelen pivo, 12 voti per la Karlovacko pivo e 6 per la Sarajevsko pivo.






Scommetto che dopo questa foto i nostri maschietti avrebbero votato la Sarajevsko !



Saturday, December 7, 2013

LA BIRRA .. ATTO TERZO

E' successa una cosa drammatica .. non trovo più le foto delle birre che ci avete inviato.
Ne ho recuperata qualcuna, ma mentre le cercate per re inviatecele (grazie in anticipo) potete votare le tre birre che si trovano in Bosnia, in alto a destra.
Un grazie particolare va a Daniele Gustomaina per l'impegno con cui vive l'atmosfera balkanika !!!


Tri ratna havera







I Zabranjeno pusenje sono stati un gruppo di Sarajevo molto famoso e in questa canzone spiegano la guerra bosniaca.
Per quello che mi è dato di capire e perdonatemi se sbaglio, sembra che la guerra la stia spiegando Milosevic e gli altri due politici siano Mufa e Kiki

Tri ratna havera

tekstovi net

Zabranjeno pusenje


Friday, December 6, 2013

LONELY PLANET BELGRADO






E' uscita una nuova guida di BELGRADO !
Verrà presentata il 10 Dicembre a Milano e trovate il programma : qui


Thursday, December 5, 2013

IN DIFESA DELLE CAUSE PERSE







Nei giorni scorsi, il fantastico filosofo Slavoj Zizek, ha partecipato alla trasmissione "Che tempo che fa" di Fabio Fazio su rai 3 e ha parlato di Jugoslavia.
Il problema dei siti Rai è che per una settimana i link sono facilmente visibili, poi vanno negli archivi.
Per il momento il link giusto è : questo e per il futuro cercate la trasmissione del 01/12/2013.
Slavoj ha presentato il suo nuovo libro In difesa delle cause perse e il suo pensiero è davvero super !
Complimenti vivissimi !



Thursday, November 28, 2013

BALKAN FLORENCE EXPRESS 2013





Quest'anno Balkan Florence express ci ha proprio stupito !
Ci sono delle cose super fantastiche !!!
Trovate tutto QUI e QUI




Saturday, November 23, 2013

BALKAN CIRCUS






E' con una grandissima curiosità che vi presentiamo questo libro scritto da Angelo Floramo.





Friday, November 22, 2013

CANESTRI SENZA RETI 2013






Anche quest'anno "Canestri senza reti" sta scaldando i motori.
Il sito è in inglese e quindi ve lo lascio tradurre tutto a voi con estremo piacere !
Per fortuna esiste la pagina face book in italiano e da lì apprendiamo il bellissimo ritorno di Podgorica !
L'importante è che ci troviamo tutti a Ivrea dal 26 al 30 Dicembre !

Canestri senza reti 2013

Canestri senza reti in face book


Thursday, November 21, 2013

CACAK IN WIKY









Che bello.. continuano ad aggiungere notizie alla pagina di Cacak in Wikipedia che avevo fatto 10 anni fa !!!
Non sapevo che a Cacak (leggi Ciaciak) fossero nati :

Nadežda Petrović (pittrice)
Sonja Savić (attrice)
Bora (Čorba) Đorđević (rock star, poeta)
Radomir Mihajlović Točak (musicista)
Vladislav Petković Dis (poeta)
Želko Obradović, Dragan Kićanović e Radmilo Mišović giocatori di pallacanestro al livello mondiale.






Wednesday, November 20, 2013

STRADE APERTE





In occasione della "Giornata mondiale dell'infanzia" vogliamo ricordare Milica Rakic e un simpatico bambino di Badolato messo in evidenza da una bellissima canzone di Roberto Durkovic.
Per sentirla, cliccate : qui


Tuesday, November 19, 2013

VODKABOLARIO





Anche Bregovic si è scomodato per battezzare "Vodkabolario", la nuova trasmissione sull'Est Europa al via sabato 23 novembre alle 17.30 su Radio Flash (97.6)

Voci dall'est Europa


Wednesday, November 13, 2013

MI NISMO SAMI






Che meraviglia !

MI NISMO SAMI

Koliko puta si ljubila stranca
i bila kao ptica kraj covjeka
koji ne leti do tvojih visina
i ne zna tajnu skrivenu u tebi

Ti si u tijelu punom zelja
sa usnama zeljnim iznenadjenja
al' nikog nema tko je tvoj
i ova zemlja se ne zove dom

U tvome oku je dragi kamen
ili to suzu cuvas za mene
a ja sam samo snovidjenje
koje ti kaze: raduj se

Ref.
Ne znam kad i ne znam gdje
ici cemo istom stranom ulice
vjeruje mi duso, srest cemo se
u svijetu tajni mi nismo sami

Ti si u tijelu punom zelja
sa usnama zeljnim iznenadjenja
al' nikog nema tko je tvoj
i ova zemlja se ne zove dom

U tvome oku je dragi kamen
ili to suzu cuvas za mene
a ja sam samo snovidjenje
koje ti kaze: raduj se





Monday, November 11, 2013

NO ALL'ALBANIA COME DISCARICA TOSSICA







Sembra proprio che il Kosovo pieno di uranio non sia sufficiente ad inquinare, poichè adesso abbiamo un altro rischio : quello della distruzioni delle armi chimiche siriane in Albania.
Giovedì 14 Novembre alle ore 12.00 in P. Carignano a Torino ci sarà una manifestazione

L'invito in face book




Monday, November 4, 2013

LUKA AL MARAKANA'







Santa Balkania è grande !
Chi avrebbe mai immaginato che, scartando BEPPE e UMBERTO, grandi tifosi, ma scarsi scrittori sportivi, sarebbe saltato fuori Luka, che con un reportage degno del miglior giornalista, ci avrebbe fatto vivere un sogno ?
Ma il sogno è continuato con i discorsi a margine del post.
Complimenti pure a Gabriele !

Tutto si svolge : QUI e chissà che stupore nel sapere che i fatti di GENOVA erano tutti preparati !




Monday, October 28, 2013

GRANDI TOPINI !




Mai e poi mai avremmo immaginato di affezionarci così tanto a dei topastri !
Adesso sono famosi e li possiamo vedere bene bene in tv.

Per saperne di più, cliccate : QUI

I Topini randagi in Albania


Friday, October 25, 2013

OVERLAND







Da moltissimo tempo cerco nel web la tappa a Belgrado della missione Overland.
Purtroppo non sono ancora riuscita a trovarla, ma ho trovato QUESTO e QUESTO





Thursday, October 24, 2013

Крвава Бајка







La fantastica Sandra D.  (da non confondere con Sandra B.) ci ha proposto un film molto ben fatto e che ricorda una triste verità.
E' in tedesco ma ha i sottotitoli.
Grazie Sandra !

Крвава Бајкa

Se non funziona il link precedente, provate : qui

Fiaba cruenta




Wednesday, October 23, 2013

NEI RIFLESSI DELLA PAROLA





Non ho nemmeno una parola da dire !
Rimaniamo estasiati davanti a certe meraviglie.
Grazie e complimenti !

Piazzolla. Nei riflessi della parola 

Favolosi !



Friday, October 18, 2013

L' ORDA

Perdonate se perdiamo un po' la calma, ma ultimamente, leggiamo sulle bacheche face book delle cose assurde riguardo ai migranti.






Un giorno leggi che lo stato italiano dà 50 euro al giorno ai migranti, un altro che lo stato italiano dà 9.750 euro a famiglia al mese, un altro che chiunque arriva in Italia ha diritto alla pensione .. e più le assurdità sono grosse, più girano le bacheche degli stolti.
Ringraziamo Gian Antonio Stella di aver contribuito alla verità e cioè che quello che vediamo oggi a Lampedusa lo abbiamo vissuto noi italiani in prima persona, morendo affogati nella nave Sirio esattamente come oggi muoiono affogati tante donne e tanti bambini.
Ma come si puo' fare una marcia di protesta contro i disperati ? Come si puo' aiutare una bambina malata dell'est, ma di dire che quelli che arrivano dalla Siria non hanno nessun diritto e devono morire in mare ?
Che siamo preoccupati per il forte afflusso è un conto, che siamo diventati assassini è un altro.

L'orda di Gian Antonio Stella

Il naufragio della Sirio



Monday, October 7, 2013

SONO PROPRIO FORTUNATO






Sono emozionatissima !
L'articolo sul giornale Volo sportivo tanto atteso... è uscito !
Nella nostra crew, stamattina, non si parlava d'altro !
Con grandissimo stupore leggo un brano che sembra scritto esattamente da uno di noi.
Il meraviglioso sig. Gaetano D'Andrea sembra avere geni balcanici nelle vene.
Gaetano non è il solito giornalista che ti sbatte la notizia in faccia con due dita di menefreghismo per il pezzo che  deve scrivere, bensì una persona dal cuore grande che ci fa partecipi di una emozione immensa.

Alcune sue parole :
"Il 14 settembre 2013, presso l' aereo club di Castelnuovo Don Bosco, è tutto pronto per accogliere i bambini dell' ospedale Regina Margherita di Torino. I bambini arrivano accompagnati dai genitori e dalle associazioni che li aiutano. Loro vivono tutti i giorni affrontando baratri dal fondo buio. Sono tanti a Castelnuovo, circa 70 e tra questi c'è Maja, una bambina serba venuta in Italia per un trapianto di fegato e reni. Lei ha una mascherina davanti alla bocca, ma gli occhi esprimono tanta gioia. Maja sale sull'aereo con Michele e in volo la meraviglia la fa parlare .. in serbo.. ma Michele la capisce ugualmente. In quella situazione, in qualunque posto della terra si riesce solo a dire : che bello ! E Maja sicuramente lo dice. Poi è la volta di Lorenzo, un bimbo diversamente abile che, piangendo di gioia dice : bello, bello, bello, sono proprio fortunato ! Il giorno dopo la pioggia disturba un po', ma non fa nulla, per questo meeting il mio idolo è lui : Michele, l'angelo che ha saputo capire il serbo di Maja. Stare in volo non significa allontanarsi dagli altri, ma fare un abbraccio più vasto. E tutto attorno volavano gli aerei. "






E io dico di più ! Vi sono poche persone che riescono a fare miracoli, ma esistono e vi sono pochi angeli sulla terra, ma il nostro ha le ali sul serio !!!!!! L'idea che avevamo dei piloti era quella negativa di quelli NATO che bombardavano, ora è cambiata
Grazie dal profondo del nostro cuore !

Dedicata a Gaetano, questa bellissima canzone !!!

Guardate il terzo filmato di QUESTO SERVIZIO





Friday, October 4, 2013

IL FUTURO DEI MIEI







Su una nave.
In mare.
Da qualche parte.
"Zio Amadou?"
"Sì..."
"Zio?"
"Sì?"
"Mi senti?"
"Sì che ti sento..."
"Ma non mi guardi..."
L'uomo si volta ed accontenta il nipote. "Stai tranquillo", gli dice inarcando il sopracciglio sinistro, "le mie orecchie funzionano bene anche senza l'aiuto degli occhi..." E si volta a studiare le onde.
Il ragazzino, poco più di sei anni, lo osserva dubbioso, tuttavia si fida e riattacca: "Zio... Tu conosci bene l'Italiano?"
"Certo, laggiù ci sono già stato due volte."
"Conosci proprio tutte le parole?"
"Sicuro, Ousmane."
Il nipote si guarda in giro, come se avesse timore di essere udito da altri, e arriva al sodo: "Cosa vuol dire extracomunitario?"
L'uomo, alto e magro, ha trent'anni, ma la barba grigia gliene aggiunge almeno una decina. Non appena coglie l'ultima parola del bambino, si gira di scatto e fissa i propri occhi nei suoi.
Trascorre un breve istante che tra i due sa di eternità, possibile solo in un viaggio in cui è in gioco la vita.
"Extracomunitario, dici?" ripete abbozzando un sorriso sincero. "Extracomunitario è una bellissima parola. I comunitari sono quelli che vivono tutti in una stessa comunità, come gli Italiani e l'extracomunitario è colui che ne entra a far parte arrivando da lontano. Non appena i comunitari lo vedono capiscono subito che ha qualcosa che loro non hanno, qualcosa che non hanno mai visto, un extra, cioè qualcosa in più. Ecco, un extracomunitario è qualcuno che viene da lontano a portare qualcosa in più."
"E questo qualcosa in più è una cosa bella?"
"Certamente!" esclama Amadou accalorato. "Tu ed io, una volta giunti in Italia, diventeremo extracomunitari. Io sono così e così, ma tu sei sicuro una cosa bella, bellissima."
L'uomo riprende a far correre lo sguardo sulla superficie dell'acqua, quando Ousmane lo informa che l'interrogatorio non è ancora terminato: "Cosa vuol dire immigrato?"
Lo zio stavolta sembra più preparato e risponde immediatamente: "Immigrato è una parola ancora più bella di extracomunitario. Devi sapere che quando noi extracomunitari arriveremo in Italia e inizieremo a vivere là, diventeremo degli immigrati."
"Anche io?"
"Sì, anche tu. Un bambino immigrato. E siccome sei anche un extracomunitario, cioè uno che porta alla comunità qualcosa in più di bello, tutti gli italiani con cui faremo amicizia ci diranno grazie, cioè ci saranno grati. Da cui, immigrati. Chiaro?"
"Chiaro, zio. Prima extracomunitari e poi immigrati."
"Bravo", approva Amadou e ritorna soddisfatto ad ammirare il mare che abbraccia la nave.
Ciò nonostante, non ha il tempo di lasciarsi rapire nuovamente dai flutti che il bambino richiama ancora la sua attenzione: "Zio..."
"Sì?" fa l'uomo voltandosi per l'ennesima volta.
"E cosa vuol dire clandestino?"
Questa volta Amadou compie un enorme sforzo per sorridere, tuttavia riesce nell'impresa: "Clandestino... Sai, questa è la parola più importante. Noi extracomunitari, prima di diventare immigrati, siamo dei clandestini. I comunitari, come quasi tutti gli italiani che incontrerai di passaggio, molto probabilmente ancora non lo sanno che tu hai qualcosa in più di bello e qualcuno di loro potrà al contrario insinuare che sia qualcosa di brutto. Tu non devi credere a queste persone, mai. Promettilo!"
Il tono dell'uomo diviene all'improvviso aggressivo, malgrado Amadou non se ne accorga.
"Lo prometto!" si affretta a rispondere il bambino, sebbene non sia affatto spaventato.
"Per quante persone possano negarlo", prosegue lo zio, "tu sei qualcosa in più di bello e questo a prescindere se tu diventi un immigrato o meno, a prescindere da quel che pensano gli altri. E lo sai perché?"
"Perché?"
"Perché tu sei un clandestino. Tu sei il destino del tuo clan, cioè della tua famiglia. Tu sei il futuro dei tuoi cari..."
L'uomo riprende ad osservare il mare.
Ousmane finalmente smette di fissare lo zio e si volta anch'egli verso le onde. Mi correggo, il suo sguardo le sovrasta e punta oltre, all'orizzonte. "Sono il futuro dei miei..." pensa il bambino. Le parole si mescolano ad orgoglio e commozione, gioia e fierezza.
E chi può essere così ingenuo da pensare di poterlo fermare?


Questo racconto intitolato  Il futuro dei miei , fa parte dell'antologia di Alessandro Ghebreigziabiher dal titolo "Il dono della diversità", in libreria da gennaio 2013 (Tempesta Editore). 






Tuesday, October 1, 2013

SASA KOVACEVIC. Slučajno








Dedicata a Maja una bellissima canzone di Sasa.
Per sentirla, cliccate : qui

Veceras mi se ne spava,
i nemam neki plan.
Ti nudis barem jedan greh
za svaki novi dan.

I ponekad se dogodi
da te neko izda.
Ti namerno si nocas tu,
ja slucajno sam pijan, znaj...

REF.
To nikada nisam smeo,
a zelim te jako.
Stani malo, nemoj tako,
nemoj dok nas gleda svako.

To, sto ne smemo ja bih hteo,
da vidimo gde smo.
Stani malo, bice sjajno,
ako nam se desi slucajno...


Ne zanima me gde si bila sinoc,
mada znam.
Ja cuo sam da dolazis,
pa slucajno sam sam.

I ponekad se dogodi
da te neko izda.
Ti namerno si nocas tu,
ja slucajno sam pijan, znaj...



Monday, September 30, 2013

I SACCHETTI





Mirela abita al ponte Gazela. Nella casetta n. 67, fatta di cartone, lamiera e compensato. Questo è il suo indirizzo. Ha due sorelle ed un fratello. Frequenta la sesta classe. Un giorno, a scuola hanno parlato sul tema  “Piccole cose che per noi significano molto” Alcuni bambini hanno raccontato del telefonino cellulare, alcuni di collezioni di bigiotterie, altri di cartoline arrivate da ogni parte del mondo oppure di libri, album di figurine e così via. Mirela ha deciso senza un attimo di esitazione: le borse di plastica. I normalissimi sacchetti per la spesa. Per lei sono piccolezze ordinarie ma anche  cose importanti nella sua vita e in quella dei suoi fratellini. I bambini l’ascoltano con interesse.
 Alle prime non la capiscono ma sono certi che sia un’alunna in grado di fornire sempre risposte esatte e attinenti. E’ un’ottima alunna.

-Quali sacchetti? Di caramelle? Di regali?- chiedono alternandosi i bambini, impedendole di finire il suo racconto.
- I sacchetti, i sacchetti qualunque - ripete semplicemente Mirela. -Io conservo sempre i sacchetti perchè so che mi aiuteranno. Se cade la pioggia, la nostra casetta ha un sacco di buchi nel tetto, che il papà ripara sempre. Ma non serve a niente. Quando piove fuori, piove anche dentro la nostra piccola abitazione. Io allora salvo quello che è più importante, i libri ed i quaderni di scuola e li metto nelle borse di plastica che mi ha dato la commessa del negozio al blocco 28 *.
Così sono un po’ tranquilla perchè so che le mie cose non si bagneranno, so che resteranno belle asciutte.
Le borse per me sono importanti anche quando vado a scuola.
 La mamma, a me e ai miei fratelli, infila in ogni piede un sacchetto, che lega intorno al ginocchio. Solo così possiamo passare attraverso il Gazela e il fango del villaggio. Una volta raggiunto l’asfalto io levo i sacchetti e resto con le scarpe da ginnastica pulite. Questo è l’unico modo per venire a scuola e non essere rimandata indietro. Sì, perchè le addette delle pulizie non vogliono che sporchi e dicono che siccome vivo nel fango non c’è altro modo per liberarmene. Io custodisco ogni sacchetto che mi capita e, prima o poi lo uso-.

 -A volte, quando vedo che qualcuno sta per buttarne via uno ancora pulito, non mi vergogno di chiederglielo per piacere.  Le borse di plastica mi serviranno anche alla fine della scuola di base*. Anche alle mie sorelle e a mio fratello. So che le persone nella vita di tutti i giorni non le notano considerandole insignificanti  e spesso le gettano quando arrivano a casa, dopo averle svuotate di tutte le cose costose che ci sono dentro-.
Gli alunni se ne stanno in silenzio. L’insegnante dice che Mirela ha dato il migliore esempio di quanto le cose ‘banali’ di tutti i giorni, possano essere importanti nella nostra vita. Mirela ottiene un ottimo voto e l’indomani…  l’indomani, l’insegnante e i bambini della sua classe le comprano un’infinità di borse che le potranno servire fino al termine della scuola.
Ed anche durante le vacanze, quando la scuola è chiusa. Mirela ama la pioggia, le piace pestare coi piedi nudi nelle pozzanghere e fare torte con il fango insieme agli altri bambini del villaggio.
Solo allora i suoi sacchetti si riposano ed aspettano in buon ordine di ritornare a scuola con la piccola Rom.

Racconto di Radmila Pecija Urosevic
Traduzione di Laura Maestrello




Saturday, September 28, 2013

LUKA E I BALKANI DVA








 Metti una notte a Belgrado. Non un posto qualunque. Ma Belgrado. Son le dieci e mezza. E' ora di lanciarsi, senza indugi, nella movida serba. Chiamo un taxi e mi catapulto in strada ad aspettarlo. Tempo di attesa? 3 minuti: quanto basta per cominciare ad annusare che aria tira. Ecco una macchina: più che un'automobile, è un contenitore ambulante di musica dance. Pompata, rigorosamente, a volume altissimo. Dentro, un paio di ragazze, forse tre. Non so dove vanno, ma so cosa vanno a fare. Qui si balla giorno e notte, notte e giorno. E' Belgrado: prendere o lasciare. Io prendo volentieri, molto volentieri. In lontananza, in un paio di locali c'è gente che scatena l'inferno: l'asfalto fluttua seguendo il ritmo della musica. 'Tremano' perfino i buttafuori: loro che dovrebbero far tremare gli altri. Tranquilli, non è un terremoto. Sono, semplicemente, le prime tracce di ritmo nella notte belgradese. Arriva il taxi. Apro la portiera e vengo travolto da uno tsunami di musica dance: mi sento come in uno dei locali galleggianti sul Danubio e non ci sono ancora arrivato: taxi dancer, altro che taxi driver! Chiedo al tassista di 'abbandonarmi' al Freestyler Belgrade Night Club. Che bella Belgrado in abito da sera: sembra più giovane di quel che racconta la sua carta d'identità. Scivoliamo verso il fiume e a me non sembra nemmeno di essere in una serata di metà settimana. Qui è weekend per tutto l'anno, o quasi. Davanti a noi altri due taxi, carichi di gioventù, sigarette e minigonne: come sopra, non so dove vanno, ma so cosa vanno a fare. Eccoci, siamo arrivati al capolinea. Quello dei taxi. Fine della corsa: sono 350 dinari serbi. Davanti a me gli splavovi, i mitici splavovi. Quanta grazia, quanta festa: qui si ha la sensazione che qualcosa di buono possa accadere da un momento all'altro, qui non si può essere tristi. Gli splavovi: a loro modo, una metafora di questa vita. Sorridere, restando a galla. E restare a galla, sorridendo. Questa è Belgrado: se non la ami, non ci sei mai stato.


Wednesday, September 25, 2013

IL VAGONE








Di vagoni ce ne sono diversi. Alcuni viaggiano verso il mare, altri tornano dal mare. Altri percorrono infiniti tunnel che conducono bambini spensierati verso un indimenticabile inverno sulle alte montagne. I vagoni sono più vivaci durante le vacanze, perchè c’è più gente, più lavoro.
Vagoni e treni dovunque nel mondo sono amati dai bambini.
Ma da qualche parte c’è un vagone che non viaggia più. Dimenticato e arrugginito al porto sulla Sava*, è diventato il rifugio di Melita e della sua famiglia, da quando, qualche anno fa, sono giunti dal Kosovo e Metohija.  Melita e le sue sorelle non sono come gli altri bambini. Non vanno a scuola. Non hanno indirizzo e a loro non piacciono i vagoni che viaggiano. Amano solo il proprio vagone.
D’inverno è molto freddo e quando c’è brutto tempo e tuona, si spaventano. Il loro corridoio lungo e stretto diventa il più bel cortile durante la brutta stagione o mentre aspettano da soli i genitori che sono andati al mercato per racimolare qualcosa.
D’estate, il padre li conduce al fiume per fare il bagno e tornano allegri alla loro casa-vagone e, per questi bambini, il vecchio rottame di vagone abbandonato in qualche parte dimenticata del porto è il più bel posto del mondo. E quando fioriscono le piante ed i fiori selvatici tra le rotaie allora la finestra di Melita è decorata proprio come un giardino.

Ci sono dei vagoni diversi. E non devono tutti viaggiare. I vagoni in tutto il mondo sono amati dai bambini.

Racconto di Radmila Pecija Urosevic
Traduzione di Laura Maestrello



Tuesday, September 24, 2013

IL DESIDERIO DI SAŠA






La camera di Saša era strapiena di giocattoli costosi. Al computer lo aspettavano le ultime novità di giochi per PC. Ma lui, come al solito, si annoiava. E nuovamente si sentiva solo. Saša aveva  dieci anni. Da molto tempo aveva imparato tutte le lettere dell’alfabeto cirillico e latino. Aveva finito i compiti ma non aveva voglia di leggere o di accendere il suo computer.
- Quando non hai compagnia, tutto è stupido! - Pensava.
 Ogni giorno aveva le sue occupazioni: compiti quotidiani, giocattoli, giochi di computer, l’ultimo album di figurine, i programmi alla TV.
Mamma e papà lavoravano tutto il giorno. Ogni tanto portavano a casa dei mucchi di carte che non erano riusciti a compilare in ufficio. Saša  sapeva che i suoi genitori lo amavano e che gli compravano tutto quello che desiderava.
Cosa devo fare? Pensava, mentre staccava un messaggio dalla maniglia del frigorifero:
-Lavati i denti.
-Fai i compiti.
-Non dimenticare la lezione di inglese.
-Il pranzo è nel microonde.
-Non aprire la porta agli sconosciuti.
-Ti telefonerò durante la pausa- mamma.
-Sto andando a Budapešt. Ti porterò qualcosa di bello. Papà.
 L’attenzione di Saša fu attirata da un foglio colorato in mezzo alla quantità di carte accumulatosi sulla sedia. Era pubblicità: “Pizza Service-consegniamo in cinque minuti-telefonate!”
La pizza arrivò velocemente ed aveva un profumo meraviglioso. Il giovane delle consegne però mostrava di avere fretta.
-Vuoi che ci dividiamo questa pizza? Non mi va di mangiarla solo! – chiese Saša  al giovane, che lo guardava un po’ meravigliato.
-Hai ordinato tu questa pizza?-
-Sì, anche se non ho fame- Il giovane a dire il vero, era rimasto perplesso.
-Non capisco cosa stai dicendo... -
-Vuoi essere mio ospite? Dai che mangiamo insieme!-   Saša si fece insistente, pregando il fattorino sconosciuto, che ora era pensieroso. Evidentemente, indeciso.
A dire il vero stava aspettando l’arrivo di un nuovo messaggio. Aveva lavorato tutto il giorno senza pausa. Ma non aveva il coraggio di trattenersi più a lungo. Aspettava la telefonata del suo capo.
Era davvero confuso ma, alla fine, acconsentì. Per dieci minuti, a causa di una pizza, non sarebbe caduto il mondo! Pensò ad alta voce scherzando.Velocemente aprirono la scatola, il cellophane, e stranamente a Saša  tornò l’appetito.

 Mentre masticavano in compagnia il bambino indicò all’interlocutore il mucchio di messaggi. Era veramente una piccola collezione! -E’ così tutti i giorni, talvolta anche durante il fine settimana!
 Mi avessero dato almeno un fratello o una sorella!-
-Finchè la mamma non torna dall’ufficio non oso andare fuori, mentre i miei compagni sono già al campo da basket - si lamentava Saša senza interruzione con l’ospite sconosciuto.
Da quel giorno, Saša chiamò  ogni tanto il pizza-service scusandosi col suo  amico ‘un po’ cresciuto’ per tutte quelle confidenze.

 Il bambino si sentiva ora meno solo e il casuale sconosciuto era diventato un buon interlocutore.
Nonostante tutto ciò che comprarono e regalarono a Saša egli aveva solo un desiderio, che nessuno riusciva a colmare e cioè che mamma e papà potessero stare spesso con lui, magari a passeggiare al Kalemegdan* o al parco Tašmajdan*. Avrebbe voluto telefonare ai suoi compagni per invitarli a mangiare i più buoni sandwich che sapeva fare sua madre… ma questo gli era già  stato promesso, quando ci sarebbe stato tempo. Il fatto che il bambino mangiasse tanta pizza, appariva strano in casa, ai suoi genitori. Alle loro domande, Saša scrollava le spalle in modo misterioso. Invece una volta, quando ebbero tempo, passeggiando insieme, il bambino raccontò loro del suo nuovo amico.
E così, quella volta decisero di invitare anche lui, un giorno, a mangiare i sandwich coi compagni.

Racconto di Radmila Pecija Urosevic
Traduzione di Laura Maestrello



Friday, September 20, 2013

UNA VIA INTITOLATA A DERVENTA





E' successa una cosa meravigliosa !
All'interno della festa dell'artigianato di Pinerolo (TO), è stata intitolata una via alla città di Derventa e sono venuti gli amici di Derventa con un gruppo folkloristico che è semplicemente meraviglioso !
Il tutto è stato fatto grazie all'impegno decennale dell' "Associazione arcobaleno" e al gemellaggio delle città di Derventa e Pinerolo.

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TRASLOCO

  In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia Ci siamo trasferiti in 5 altri siti Uno si chiama  ...