Monday, December 31, 2012

Srecna nova godina 2013








Dona a chi ami ali per volare, radici per tornare e motivi per rimanere.

Dalai Lama

I migliori auguri da parte di tutta Balkan crew !


Sunday, December 30, 2012

XIII EDIZIONE DI CANESTRI SENZA RETI.PARTE E

Davvero magica la giornata finale di Canestri senza reti 2012 !

Ho vissuto tante di quelle emozioni che adesso ho da fare tanti ringraziamenti a tante persone fantastiche.

Andiamo per ordine.
Alle ore 15.00 la bellissima partita Podgorica - Cacak per il terzo e quarto posto con la vittoria di Cacak.
Alle ore 17.00 è iniziata la più bella partita di basket che abbia mai visto.
Moskow e Kragujevac ci hanno dato uno spettacolo incredibile e di una bravura degna da grandi campioni
Veramente bravi !








Ha vinto Kragujevac per soli tre punti e gli spalti scoppiavano di tifo.
Al momento della premiazione mi è piaciuto tanto il discorso di Paolo Cossavella, che ha ringraziato le famiglie che hanno ospitato i ragazzi, ma ha anche detto di essere consapevole di aver fatto un grande regalo alle famiglie eporediesi che hanno potuto conoscere i ragazzi che vivono all'est e la loro cultura.
Paolo è stato spesso nei Balkani e stasera ha detto una cosa bellissima : ne zaboraviti, non dimenticare.. ed è molto importante per noi che dobbiamo aprirci a nuove culture e dobbiamo dare un futuro al nostro paese.






Ed ecco la classifica :

  1. 1° KK Radnicki - OK Foka Kragujevac (Serbia)
    2° Chekows Hawks Mosca (Russia)
    3° KK Mladost Cacak (Serbia)
    4° KK Podgorica (Montenegro)
    5° ABA Legnano
    6° Libertas Liburnia Livorno
    7° Vicenza Basket Giovane
    8° Venaria Basket
    9° Social Osa Milano
    10° Paffoni Fulgor Omegna
    11° Don Bosco Crocetta
    12° KK Salinas Falcons Tuzla
    13° College Borgomanero
    14° CUS Brescia
    15° RGI Lettera 22 '99
    16° RGI Lettera 22 '00

  1. Premi individuali:

    Mvp ex aequo: Mihailo Jovicic (Kragujevac, n°12) e Ivan Evstigneev (Mosca, n°8)
    Miglior promessa: Maksim Sakhlakov (Mosca, n°14)
    Miglior quintetto: Pavle Jovicevic (Podgorica, n°10), Nemanja Nikolic (Kragujevac, n°88), Nemanja Tanaskovic (Cacak, n°14), Danil Porunov (Mosca, n°11), Francesco Biraghi (Legnano, n°33)

    Premio fair play Koodza-Tic Web Tv: Libertas Liburnia Livorno




Sarà un caso che Kragujevac è arrivato primo proprio al campionato giovanile dei tredicenni quando proprio 13 anni fa a Kragujevac partiva questa iniziativa col fantastico Nevio ?
Grazie Nevio, grazie Paolo Cossavella, grazie Lettera 22, grazie Ivrea !

Le partite sono visibili su tic web tv
E a questo proposito riceviamo questo bellissimo messaggio dalla redazione TIC:

  • Ci fa molto piacere avere nuovi amici su TIC ! Stiamo caricando adesso la registrazione delle finali e semifinali del torneo di ieri, saranno visibili entro questa sera sul nostro sito www.ticweb.tv. Le partite non sono scaricabili, ma è possibile inserire sul suo blog il link della pagina in cui verrà caricato il video in modo che dal vostro blog gli utenti possano visionarlo con facilità. Grazie, buona visione e continuate a seguirci! Redazione TIC

Arrivederci all'anno prossimo

Per vedere un po' di foto, cliccate : QUI

Per vedere le foto del sito della Lettera 22, cliccate : QUI

Per vedere Mirza sui nostri giornali, cliccate : QUI

Per vedere le premiazioni, tv Tic e Mirza, cliccate : QUI



Saturday, December 29, 2012

XIII EDIZIONE DI CANESTRI SENZA RETI.PARTE D

Con le lacrime agli occhi vi dico che oggi Cacak ha giocato una splendida partita con la squadra russa e purtroppo ha perso per il semplice fatto che i russi erano mezzo metro più alti dei nostri.





Le nostre speranze sono ora rivolte a Kragujevac che ha vinto la squadra di Podgorica ed è in finale.




Per cui domani alle 15.00 Cacak - Podgorica e alle 17.00 Mosow - Kragujevac.




Un applauso particolare a Nemanja Tanaskovic, Tanask per gli amici.

Un grazie particolare a Nevio, grande favola eporediese !




Ricordatevi di votare sul sito ufficiale

Si sono concluse le semifinali della XIII edizione della manifestazione eporediese ed il verdetto è che Cacak non potrà difendere lo scettro guadagnato lo scorso anno (il quarto nelle tredici edizioni del torneo, più tre secondi ed un terzo posto); infatti nella semifinale contro Mosca, dopo una gara senza aver mai mollato (come tradizione dei serbi), il risultato ha premiato i russi, per la prima volta ospiti al torneo. Nell'altra gara di semifinale i serbi di Kragujevac hanno passeggiato contro i montenegrini di Podgorica, esibendo una supremazia fisica impressionante e inserendosi prepotentemente come candidati alla vittoria finale.
Lettera 22

Ci tengo a dirvi che Matija Popovic, figlio dell'allenatore di Cacak, è stato a Ivrea due anni fa e adesso gioca nella squadra nazionale serba come cadetto. Meraviglioso ! Odlican !

Io sono un po' triste e quindi ... ci sentiamo domani...



Speriamo di vedere questa foto con i ragazzi di Kragujevac !




Friday, December 28, 2012

XIII edizione di Canestri senza reti. Parte C

Un' altra bellissima giornata con questi ragazzi magnifici anche se ho sbagliato strada all'andata e sono uscita dall'autostrada a Chivasso per trovarmi, non so' come, a Strambinello ( e non a Strambino che sarebbe stato giusto)... dall'altra parte del mondo.




Ho assistito a una partita splendida tra Cacak e Legnano e credo che abbia vinto Cacak unicamente per l'intelligenza dell'allenatore che analizzava minuto per minuto gli errori dei suoi e i punti deboli degli avversari.
Bravo Vojo Popovic' !!!





Io ero sugli spalti con Biljana che insisteva a farmi parlare serbo per correggere i miei errori.
Grande Biljana !! Lei non si spiega come mai i radioamatori italiani aiutavano quelli serbi nel 1999 se l'Italia è nella Nato e bombardava a più non posso. Io ho cercato di spiegare che l'Italia nella Nato è costretta ad obbedire poichè abbiamo anche bombardato la Libia.
Ovunque ci sia da mettersi a 90° gli italiani si precipitano, ma tutto questo l'ho spiegato in serbo e ho seri dubbi che Biljana abbia capito !!!


A fine partita ci siamo trovati tutti in cortile per festeggiare. Cacak è in semifinale !
I ragazzi sono ospitati nelle famiglie e ho visto questi eporediesi davvero contenti di questi ragazzi che a 12/14 anni parlano inglese perfettamente. Alcuni ragazzi hanno portato in dono alle famiglie ospitanti della rakija fatta in casa e tè credo che adesso sono benvoluti !





Con chiunque parlo, anche Biljana, non trovo uno che non conosca Bosko Georgiev di Strumica.


Io rimango basita quando vengo a sapere che l'autobus di Kragujevac è venuto a Torino e hanno girato la città da soli .. io mi sono persa a Cacak per il semplice fatto che i nomi delle vie sono scritte in cirillico.
Domani è un altro bellissimo giorno.. ci daremo allo shopping !

L'allenatore Vojo Popovic spiega una tattica difensiva. Per vederla cliccate : QUI

Per vedere le novità del torneo, cliccate : QUI

Un ringraziamento particolare a Paolo Cossavella, che si muove tra questi ragazzi con gli occhi che sono illuminati di gioia e grazie anche a tutti i ragazzi della Lettera 22.

Le quattro squadre finaliste sono :  Mosca - Cacak - Kragujevac - Podgorica


Thursday, December 27, 2012

XIII edizione di Canestri senza reti. Parte B

Fantastica giornata con i bambini serbi, bosniaci, montenegrini e russi !!!






I ragazzi di Kragujevac sono fortissimi !



I ragazzi di Cacak sono simpaticissimi !!!


Il sindaco di Ivrea ci ha fatto gli auguri !!!!




A questo punto devo raccontarvi la storia di Biljana Popovic. Lei è una mamma serba con tre bambini. Oggi è il compleanno di suo figlio Marko. Lei ha fatto di tutto per chiamarlo e quando c'è riuscita piangeva di gioia. Srecan rodjendan Marko !!!

Una notizia triste : quest'anno è cambiata l'azienda che ha fornito l'autobus. Dalla fantastica Autoprevoz siamo passati a Autosaobracaj , ma il pulman è altrettanto bello e gli autisti hanno guidato bene





Sunday, December 23, 2012

La parte sbagliata








Scopro di essere dalla parte sbagliata, quando mi ritrovo a sostare in piedi poc’anzi l’anta destra del portone d’ingresso dell’interno del Monastero di Dečani; un monaco sfiora la mia spalla facendomi cenno di spostarmi: perché durante le celebrazioni, gli uomini sono a destra e le donne a sinistra. Sono dalla parte sbagliata, proprio di poco... ma lo sono, così mi correggo, come altri, nel rispetto di quell’invito, di quella sorta di casa e del suo costume. Non è neanche troppo austera, la sensazione che mi passa, perché c’è accoglienza, ospitalità sincera. E’ tutto così suggestivo...
Fuori c’è la notte, limpida e generosa di stelle, dentro c’è il buio, delicatamente spezzato da qualche sottile candela di cera gialla, sapientemente collocata a formare nodi di luce viva alla base degli alti profili della chiesa. Al cenno del monaco, d’istinto mi infilo in uno dei sedili strutturati a parete, quasi a voler fare una tana di quella casella tutta di legno, ma poggio solo la schiena e stendo le gambe, senza sedere. E mi lascio riposare, la mente e il corpo, nell’eco di quelle voci prestate a privata omelia d’incanto, non so cosa dicono, chiedo a Tanja e a Sunčica ma neanche loro sanno… Ma non sembra importante. C’è un mezzo muro a separare lo spazio della liturgia da quello dei fedeli e degli altri spettatori. Pochi fedeli, pochi spettatori, otto di noi e qualcun altro.
Ma non sembra importante neanche questo, non si cerca lo scambio diretto, ma un invito al totale raccoglimento, nella personale spiritualità di ognuno, che sembra quasi andar oltre la fede religiosa e non ne è figlia, semmai può esserne madre.
Ma i miei occhi guardano in alto, catturati dalla grande ombra sulla volta del soffitto di un crocefisso inclinato, buio; è la luce di una lanterna, che in primis illumina il cerchio dei monaci in preghiera e poi, consegna un riflesso verso l’alto a generare un’ombra. Ed io continuo insistentemente e involontariamente a guardare solo quell’ombra, che è l’unica cosa per me visibile e ingoio qualche lacrima, frutto della mia debolezza, pensando che forse troppe volte le cose sono come appaiono. E allora mi rassegno, ma non dispero, di essere dalla parte sbagliata, quella che forse non mi darà mai una fede religiosa, che quindi non sarà mai concessa a strumento di guerra, che non potrà mai difendere gli altri e non dovrà mai difendersi da se stessa, perché non c’è e, forse, non ci sarà per molto tempo ancora...
Samantha

Una preghiera a Decani

La Provvidenza e Decani





Saturday, December 8, 2012

XIII edizione di Canestri senza reti

Tutto il Piemonte sta trepidando nell'attesa.
Hanno già confermato la loro partecipazione :




                                     BC Chekhovskyi Yastrebi Mosca (Russia )


K.K. Podgorica (Montenegro)


KK Radnicki - SK Foka Kragujevac (Serbia)


e Mirza di Tuzla !!!!

GRAZIE PAOLO COSSAVELLA !!!





Tuesday, December 4, 2012

Ardit Gjebrea - Dimeroj







Stavo giusto cercando un po' di bella musica quando mi hanno proposto :  questo brano

hej ooooo hej oooo hej ooo hej
kush i la yjet pa gjume kush u qmende u be lume
kush e shkeli dashurine zemeroj dhe perendine 2x

ku verove veren oo,
ku vjeshtove vjeshten oo as verova,
as vjeshtova dimeroj siq dimerova2x.

str2.
Kur kendon kopea ne male,
kur kendon burimi zallin te ka dashtur dashuria te bekon dhe perendia,
2x
ku verove veren oo ku vjeshtove vjeshten oo as verova as vjeshtova dimeroi siq dimerova2x.

dimeroi siq dimerova.

Ardit Gjebrea




Monday, December 3, 2012

Fantastica Cecilia !





Davvero magica !! Questa ragazza fa i miracoli !!!!

Quando ho visto il gruppo di rom serbi che cantavano in serbo sul palco della flog e mille persone a ballare scatenate ho detto a Simone Malavolti “non so se ti rendi conto cosa siamo riusciti a fare” e lui ha detto “si in effetti fa un po’ paura”. E l’Elisa Bacciotti poco prima mi aveva detto tra l’incredulo e il commosso “E’ tutto come lo avevamo immaginato mentre scrivevamo il progetto mangiando pizze fino alle 2 di notte”. Il BFE è passato ed ancora non ci credo che c’è stato. Un progetto scritto mentre avevo il colpo della strega e max tossiva per il tumore. Ero così a terra che costrinsi Maria Bonsanti a venire a casa mia per parlarne lei mi disse che sarebbe stato bello che i popoli ci stavano ma che i soldi mancavano e i finanziatori era un periodo che caso mai tagliavano..e che al massimo se diventavo amica su fb di Renzi e lo taggavo qua e là… Poi è stata la volta dell’incontro con Simone alle Oblate che era più preoccupato - giustamente - della seconda gravidanza della moglie che dei film dell’ex Ju, ma pronto a condividere con me e il resto del mondo la balkanite che ci affligge da anni. Dopo c’è stato il caffè al bistro dell’Odeon con la Camilla Toschi che mi dà qualche speranza che l’Odeon se c’è un progetto interessante ci può stare e l’aperitivo con Stefano Vannucci che dice bellissimo la provincia c’è ma non ha una lira. Ma se non ci fosse stata la Chiara Tre che fissava la riunione con Oxfam nonostante i suoi capi le dicessero ‘chiara lo facciamo solo per te, lo sai che questa cosa non si farà mai vero?’, non sarebbe arrivata l’Elisa che si innamora del progetto (’perché quando ho letto la citazione su Ivan Bogdanov “Il terribile” non ho avuto dubbi’) che decide di provarci insieme a noi. Dopo di che la Sveva Fedeli della Fondazione Sistema Toscana non solo ci accoglie ma in due minuti ci scrive un budget del BFE su un foglietto, sotto i nostri sguardi stupiti. A quel punto io chiara elisa e simone corriamo in bicicletta andiamo ai popoli mostrando trionfanti il bigliettino e praticamente assediamo Alberto Lastrucci che ci sta - per forza.
Poi ci sono le mille telefonate, la scrittura, le nottate, le fotocopie, le corse e le buste grandi per mandare il progetto prima dell’ora x. Prima la delusione di essere in riserva, poi l’eccitazione di essere passati e poi il terrore di doverlo fare davvero.
A due giorni dal termine degli eventi (mento di una settimana ma quanta preparazione!) sento il bisogno di ringraziare in maniera particolare tutte le amichette che mi hanno sopportato e supportato in questi mesi (ma anche da sempre) dall’Isabella Mancini alla Giulia Rigeno, ad Alessandro Cevenini, alla Giulia Di Cristo, alla Sibilla Abrami e la Cecilia Zaccagnini, alla Paola Daniolo e Silvia Antolino, e all’Assia Rabinowitz che è sempre pronta a puntellare la mia autostima da Parigi e all’Elena Corsi che da Parigi mi ha trovato una casa per questi 4 giorni. L’Elisa di Renzo che nonostante i due pargoli è venuta un sacco di volte e l’Anna Mugnai che si è sposata un serbo per farmi piacere. Senza dimenticare Jovan Petrovski primo compagno di un viaggio memorabile in panda in tutta la penisola balcanica fino al sud dell’Albania nonché stilista del vestito che indossavo la prima sera che mi ha fatto arrivare da Bangkok (in cambio di un pezzo di parmigiano). Luciano Petrini che mi ha fatto le newsletter da mille posti diversi.. E i miei nipoti ovviamente che mi danno più gioia di tutti, i genitori, mio fratello che manda le mail a tutto il mondo su quanto sono ganza e mia cognata che lo sopporta, gli zii e tutti i parenti vecchi e nuovi. Ma anche Maci Macilenta che ci ha praticamente nutrito negli ultimi mesi e Alberto che dal carcere mi chiede come vanno le cose per il festival che non è un festival e che mentre sta scontando una pena assurda per i fatti del G8 riceve lettere che gli parlano di film croati e kosovari che non arrivano e che è stato messo dentro mentre ero a Sarajevo all’artistic committee.
Ovviamente non devono essere dimenticate tutte le fantastiche persone di Oxfam che hanno dato tutto e anche di più e la Marta Brancasi che ci ha aiutato e il personale della Fondazione Sistema Toscana e dell’Odeon che ha risposto a tutte le nostre strane richieste. E a tutti i volontari di Oxfam e gli studenti del Media Pool alla Valentina Pellizzer e la crew di One world South East Europe. Chi è venuto da lontano solo per il BFE la Marica Garzon, la Mira Dujela, Giuseppe Candela e Giulia Agostini.
Per quanto riguarda il gruppo di nerd dei Balcani con cui ho condiviso questi ultimi anni non mi ci metto neanche ad elencarli. Sanno già.
E Ivan Bogdanov lo sa anche lui..

KAFANA




Saturday, December 1, 2012

Il ponte a tre archi






Anche in Albania c'è un facsimile del "Ponte sulla Drina". Lo ha scritto Ismail Kadarè

Siamo nel 1377. La finta crisi epilettica che coglie un poveretto, Gielosh l'idiota, sulle rive del fiume maledetto, l'Uyana, è all'origine della costruzione del primo ponte di pietra in Albania. Un tale che si dichiarava veggente, confuso tra la folla testimone di quel fatto inconsueto, interpreta la crisi come un presagio benevolo, un segno divino: "Su queste acque bisogna costruire un ponte!". Il monaco Gjon s'incarica di raccontare la storia del ponte, soprattutto per dimostrare quanto vi è di falso nell'evidenza e di vero nella dissimulazione. Ma deve affrettarsi, poiché i tempi sono torbidi e l'avvenire è incerto. Si profila infatti all'orizzonte una terribile minaccia: l'invasione dei turchi. 
Ibs.it





Thursday, November 22, 2012

Obelisco nero





Eravate preoccupati per lo spread alto e il debito pubblico ?
Bè.. c'è un gruppo che ci fa dimenticare tutto e ci regala momenti di felicità assoluta.

Per provare un po' di serenità gratis, cliccate : qui

Sono ingombranti, è inutile negarlo, ma di quell’ingombro che fa festa e allegria!!!

“Obelisco Nero”
La musica degli “Obelisco Nero”, grand ensemble composto da quindici elementi, ha radici Euro-Mediterranee, frutto di un viaggio senza meta che li porta nell’Europa dell’est, in Francia, fino al Medio-Oriente. Musica poetica, zingaresca, tradizionale che trascina gli “Obelischi” in un vortice di note senza scampo in cui il coinvolgimento dello spettatore va a fondersi con la passione dei musicisti, via via sempre più frenetico e senza controllo.
Insieme dal 2006, hanno all’attivo numerosi concerti in giro per l’Italia e all’estero. Da menzionare la partecipazione al “Festival Adriatico-Mediterraneo” di Ancona nel 2009, al “Mostar World Music Festival” (Bosnia-Erzegovina, primo gruppo italiano invitato alle celebrazioni per la ricostruzione post-bellica dello “Stari Most”) e al “Festival Internazionale di Cefalù” in Sicilia, nel 2010.
Vincitori nel 2010 del premio della critica al concorso musicale “Musica nelle Aie” di Faenza tra oltre 50 gruppi partecipanti provenienti da tutt’Italia.
Nell’ambito di alcune manifestazioni hanno condiviso il “palco” con Emir Kusturica, Moni Ovadia, Modena City Ramblers, Xavier Girotto, Daniele Silvestri, Massimo Bubola, Eugenio Finardi, Bevano Est, the “Gang”, Alexian Santino Spinelli, Radiodervish, Yo Yo Mundi.
Affezionati alle iniziative di “Emergency” ed alle “Feste Partigiane”.
All’attivo un cd-demo “On y va” registrato nel 2010, stanno lavorando alla produzione del nuovo cd.

Per saperne di più, cliccare : qui




Tuesday, November 20, 2012

Alberto stagista al tribunale dell'Aja






Da un po' di tempo il blog di Alberto non è visibile e questo ci spiace molto perchè ci facevamo spesso riferimento.
Per incitarlo a riprendere o ad aggiustare il problema, mandiamo in onda un suo brano sempre attuale : la faziosità del tribunale dell'Aja.
Citiamo alcuni brani :

Il Tribunale Penale Internazionale per l'Ex-Jugoslavia (cosiddetto Tribunale dell'Aia) è, se si eccettua Norimberga, il primo esempio di tribunale penale internazionale. La sua importanza da un punto di vista storico e giuridico è quindi fondamentale: per la prima volta gli individui che si sono macchiati di gravi crimini (genocidio, crimini di guerra, crimini contro l'umanità) nel corso di un conflitto armato sono chiamati a risponderne di fronte ad un organo giudiziario internazionale. Non rileva che essi siano comuni cittadini o Capi di Stato, siano semplici soldati che hanno "solo eseguito gli ordini" oppure generali responsabili di intere campagne militari contro la popolazione civile.

Creato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite nel 1993 per cercare di arrestare l'escalation di violenza nei Balcani, il Tribunale ha il compito di giudicare gli individui che si sono macchiati di "gravi violazioni del diritto internazionale umanitario commesse sul territorio dell'Ex-Jugoslavia, a partire dal 1991" (art.1 dello Statuto).

Contrariamente a quanto molti pensino, pertanto, il Tribunale dell'Aja ha una giurisdizione estremamente limitata, sia per tempo, sia per spazio (per questo viene definito un "Tribunale ad hoc"): innanzitutto esso può solo giudicare i crimini commessi sul territorio dell'Ex-Jugoslavia, e per di più solo quelli commessi a partire dal 1° gennaio 1991. Non viene invece stabilita una data finale: il Tribunale indaga così anche sui crimini commessi in Kossovo. Potenzialmente potrebbero addirittura cadere sotto la giurisdizione del Tribunale anche le truppe NATO per i bombardamenti sulla Serbia del 1999 (anche se le indagini riguardo a tali episodi, pur iniziate, sono state presto archiviate).

L'aspetto più interessante del Tribunale dell'Aja, da un punto di vista giuridico, è il "diritto penale" che il Tribunale applica.
Dal momento che manca un codice penale internazionale, l'operato del Tribunale si basa su di un corpus normativo assolutamente disorganico, e poco "penalistico": le norme giuridiche internazionali che indicano i crimini che il Tribunale giudica (le Convenzioni di Ginevra del 1949, la Convenzione contro il Genocidio del 1948, le Convenzioni dell'Aia del 1907) non contengono infatti né una definizione dei crimini (ad esempio, cosa si deve intendere per "Persecuzione"?), né, ad esempio, stabiliscono che pena debba subire chi li commetta (quale può essere la pena per un crimine come il Genocidio?).

Per quanto riguarda le indagini sul Kosovo, preciso che dato che il Procuratore non ha lì'obbligo di esercitare l'azione penale (a contrario che in italia, ad esempio) e ha quindi discrezionalità su quali crimini perseguire e quali no. Giuridicamente non deve quindi giustificare la sua scelta di non portare alla sbarra i militari NATO.
Da un punto di vista politico mi sembra invece molto chiaro il perchè di questa scelta: "il cane non morde la mano di chi gli dà da mangiare", si dice, in questi casi...

Fino a qui .. quello che ha scritto Alberto..
Ma poi c'è un bel commento :

Questo Tribunale e' stato voluto e finanziato da Paesi che in un modo o nell'altro hanno partecipato all'aggressione contro il popolo Serbo. La colpa principale e' stata della Russia, che non ha difeso adeguatamente un popolo fratello. E' doveroso ricordare tutte le angherie che la Serbia ha subito nell'ultimo decennio, l'embargo, la limitazione del proprio spazio aereo, con relativo blocco navale, la campagna denigratoria, che continua tutt'ora, il flusso di esuli che il Paese ha dovuto accogliere provenienti da tutte le parti, il blocco delle transizioni finanziarie, le restrizioni che i Serbi subiscono quando vanno all'estero, le amputazioni territoriali ed infine questo Tribunale, dove la maggior parte degli imputati sono Serbi e la Russia, come gia' detto in precedenza, pur avendo diritto di veto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Uniti e stata a guardare, facendo finta di non capire che in futuro piu' o meno prossimo, potrebbe anch'essa essere presa di mira dell'espansionismo Occidentale (vedi vicenda Ucraina). Ci sono due aspetti di questo Tribunale che hanno dell'incredibile: 1°. Essendo stato istituito nel 1993, come fa a giudicare i fatti dal 1991 in poi, visto che a livello giuridico non esiste la retroattivita'. 2°. Esso e' stato istituito per l'ex Jugoslavia, mentre l'ultimo "pezzo di Jugoslavia" e' cessato di esistere nel 2003 e quindi i fatti del Kosovo del 1999, non sono di competenza di quel Tribunale. Poi ci sono tanti altri aspetti che hanno dell'incredibile, ma desidero che siano altri utenti a commentarli.

Potete leggere tutto : qui

E' anche interessante vedere : questo post

Sunday, November 11, 2012

Turismo responsabile in Serbia









La vita è stranissima.
Per 48 anni ho avuto delle certezze e mi sono cadute in pochi minuti (tre anni fa) e nell'ultimo anno ho avuto così tante emozioni e mi sono fermata a pensare così tante volte che, in questi giorni, in pochi minuti, ho preso una decisione che meditavo da anni : porterò dei turisti in Serbia.
Dopo 10 anni di viaggi umanitari sono arrivata al punto di pensare che è meglio portare lavoro e non elemosina.
Se questa scelta è giusta lo dirà solo la storia futura.
Per cui i primi due itinerari sono Belgrado - Kragujevac - Kopaonik oppure Belgrado - Kragujevac - Stara Planina. Sono aperte le danze e le prime richieste sono già state raccolte da tempo.
A questo punto .. si salvi chi può !!!!

Se cliccate qui sentite la mia canzone preferita



Tuesday, November 6, 2012

Damir Antić - Neka joj kažu





Il post di oggi è tanto ermetico quando significativo e dice :

CIOE'.. MA QUANTO E' BELLOOOO ????????????????????

Per le ragazze della nostra crew.. sedetevi e respirate a fondo.. quando siete pronte per emozioni forti.. cliccate : qui

Notizie di questa divinità : qui

Avevamo già incontrato Damir : qui

Ma non trovate una certa somiglianza con Vladimir ?


Friday, November 2, 2012

La battaglia di Kajmakcalan








Eravamo partiti da Africaland, scoprendo diversi angoletti dedicati a Balkanialand ed eravamo approdati agli splendidi Topini randagi, dei quali sono sempre più innamorata, ma le sorprese non sono finite, poichè questo filone è stato talmente proficuo che abbiamo scoperto un altro angoletto interessante.
Si tratta di Marco, un signore di Reggio Emilia, che è letteralmente scappato dall'Italia, per vivere e lavorare a Corfù ( e chi lo puo' biasimare !) e fa da guida ai vari turisti che arrivano dal mare.
Ogni qual volta io leggo parole di pace, m'illumino d'immenso, visto le politiche con cui abbiamo a che fare e allor quando ho letto queste parole di Marco : " L'Albania è una terra fantastica e totalmente selvaggia e i suoi abitanti sono cordialissimi" ... bè.. ho detto che era "giusto" per Balkan crew.
Tra le sue foto ce n'è una che è molto particolare e ti lascia un po' senza parole. Si tratta di una stanza piena di teschi e ossa umane di soldati morti nella prima guerra mondiale sul monte Kajmakcalan.
Qui iniziano i miei problemi, poichè, facendo una ricerca, ho trovato solo notizie in inglese... quindi.. sulla  traduzione non ci metto la mano sul fuoco !
Kajmakcalan (leggi la c dolce come se ci fosse dopo una i) è una montagna che sta al confine tra Grecia e Macedonia e il suo nome dipende proprio dalla sua colorazione chiara, proprio come il kajmak, il nostro formaggio preferito. Fin qui penso di aver tradotto bene, ma .. andando avanti a tradurre.. credo di aver capito che su questo monte, nel 1916, si sono fronteggiati serbi e bulgari con conseguente vittoria serba e in una cripta sono custoditi i resti dei soldati serbi caduti durante la battaglia.
Ne saprete di più se vi collegate a face book e cercate The Corfù Rovers
Noi non abbiamo pubblicato le foto della cripta, poichè balkan crew viene letto anche da dei bambini che cogliamo l'occasione di salutare e ringraziare
Che dire Marco.. tu e i tuoi amici ci sembrate in linea con le favole che capitano normalmente sul nostro blog.. grazie per darci l'opportunità di parlare bene della Balkania

Battle of Kajmakcalan

Se volete vedere un documentario sulla natura del posto, cliccate : qui

Se volete vedere la mappa satellitare, cliccate : qui

Se volete vedere dove vive Marco, cliccate : qui . 



Wednesday, October 31, 2012

Venuto al mondo








Questo post è particolare. Tra pochi giorni uscirà nelle sale italiane un film che si preannuncia fantastico.
Il regista è Sergio Castellito, un grande, direi grandissimo regista e attore italiano.
L'attrice principale è Penelope Cruz e tra il cast c'è un attore è che il sosia di Francesco Borchi e quindi, senza ombra di dubbio, splendido !
La storia è quanto mai affascinante per noi di balkan crew poichè si parla di Balkani

Se volete vedere il trailer, cliccate : qui

Per vedere alcune foto, cliccate : qui




Monday, October 29, 2012

Crucco come pezzo di pane. Parte seconda







Continua da qui

Mi autoconfuterò adesso, ritrattando una seducente ma troppo audace supposizione da me precedentemente avanzata sull‛origine di questo nome: secondo essa, il termine ”crucco“ sarebbe derivato dal vocabolo tedesco Krücke, italianamente ”stampella“, da cui deriva, mediante il longobardo  krukkija, anche il nostro ”gruccia“, con cui regionalmente si intende tanto l‛appendino, od appendiabiti, quanto la stampella da passeggio per invalidi. Ebbene, tedescamente parlando la Krückenkreuz (it. ”croce potenziata“, raffigurante quattro T come nel seguente glifo unicode: ) era un‛effigie piuttosto di moda nell‛araldica dall‛alto medioevo in poi, presso signori feudali come Goffredo di Buglione, il quale la recò a Gerusalemme nella prima, appunto, crociata (1096–1099). Data la sua associazione al Sacro Romano Impero ed alla nobiltà germanica, nonché le sue quattro opposte T, come nella parola latina theotiscus (it. ”tedesco“), avevo supposto che la Krücke, ossia la gruccia, fosse all‛origine della parola ”crucco“. Ma, ahi noi, le pensate più belle e persuasive sono spesso le più fallaci, ed ho presto dovuto constatare che i miei amati crucchi non derivavano da un‛effigie araldica germanica, bensì da un parola croata e slovena significante ”pane“, ossia il sopra menzionato kruh.
Come abbia potuto questo vocabolo divenire quello che oggi intendiamo con ”crucco“ è presto detto: nell‛impero asburgico od austriaco, comprendente fino al 1866 anche il Lombardoveneto, questa denominazione etichettava nell‛Italia di Levante in generale i sudditi slavi dell‛Impero, prevalentemente sloveni e croati in quell‛area, demarcandoli appunto dagli Italoromanzi friulani, veneti e trentini. Con la fine del Lombardoveneto e l‛associazione al Regno d‛Italia ebbe inizio una progressiva deslavizzazione dei paesi levantini d‛Italia, attraverso emigrazione e progressiva assimilazione, mentre Slovenia, Croazia, Bosnia e Vojvodina (serba) rimasero saldamente sotto la corona dell‛impero che, dal 1867 fino al suo disfacimento, chiamiamo Austria-Ungeria od austroungarico. Con tutto che questo impero fosse, linguisticamente e civilmente, sfrenatamente multinazionale, possiamo affermare che la nazione predominante, nonostante l‛equiparazione formale dei regni di Austria ed Ungheria (ted. Ausgleich), fosse quella austro germanica: ciò portò ad una sostanziale identificazione di tutti i sudditi delle corone sotto la definizione-tetto ”crucchi“, senza particolare riferimento alla loro lingua od origine. Il passo successivo di questa trasposizione di significato si compì durante le due guerre mondiali ed il conflitto di liberazione nazionale italiano, quando il termine perse la sua connotazione anti slava (siccome l‛odio razziale nutriva allora ben altri obiettivi), pur non liberandosi della sua carica negativa, ma anzi andando e designare prima solo gli Austriaci e poi, per generalizzazione, tutti i parlanti tedesco, acquisendo infine il senso odierno. Questa breve carrellata di nozioni intersecate dovrebbe servire a fare capire come l‛etimologia delle nostre parole, per quanto intricata ed apparentemente improbabile, ci apre interi mondi di studi e di suggestioni sul nostro ed altrui passato, inimmaginabile ed inconcepibile senza quel tessuto di interrelazioni nel tempo e nello spazio che sogliamo chiamare ”cultura“.
Franco Colono



Thursday, October 25, 2012

I Topini randagi a Corfù






Ed eccoci finalmente a parlare ancora dei cari Topini randagi che ci hanno deliziato con un nuovo viaggio.
Sono stati niente meno che a Corfù, un'isola greca che si trova davanti all'Albania.
Io ho sempre paragonato il mondo dei fuoristradisti al mondo della moda, poichè non è raro vedere gente col 4 X 4 che se la tira e si vanta di cose che non ha mai fatto, ma leggendo il racconto di Mauro Perfili, il responsabile del gruppo, riguardo al viaggio in Albania dello scorso anno, mi sono subito accorta di essere davanti a una persona speciale.
In questi giorni ho seguito il viaggio dei Topini sul loro muro face book e ho visto che Mauro ha dato una bellissima impostazione al gruppo. C'è lo spirito giusto, si vogliono bene, non si vantano, anzi, sono molto umili e hanno uno spirito di gruppo bellissimo.
A proposito di questo viaggio Mauro ha scritto : "Un gruppo fantastico in una meravigliosa avventura sull'isola di Corfù. Vecchi e nuovi.. hanno vissuto questo viaggio con lo stesso obiettivo : aggregazione e socializzazione.
In attesa del resoconto del viaggio sul loro sito, possiamo vedere delle fantastiche foto sulla loro pagina fb e sul loro video
Intanto rinnoviamo i complimenti a Mauro e a tutto il gruppo.
Grandi Topini !
Siamo così contenti che vi vogliamo dedicare anche una canzone.
Per sentirla cliccate : qui


Wednesday, October 24, 2012

Fatmir, il re della pizza.

Ma come si fa a non innamorarsi di una persona così !!!!





Di lui scrivono : Fatmir ha creato numerose imprese commerciali, rinnovando l'economia della zona e ha collaborato a creare un clima di fattiva e serena integrazione tra la comunità locale e quella albanese. Egli è diventato un punto di riferimento delle istituzioni locali.




Ricordo quando mi sono messa d'accordo col suo amico barista e abbiamo litigato sul muro face book di Fatmir. Lui era tristissimo, ma poi abbiamo pubblicato sul muro : "Sei su scherzi a parte !" ....e ci siamo tutti fatti una gran bella risata !



Poichè tu Fatmo sei una tra le persone più meravigliose del mondo, ti dedichiamo questa fantastica canzone : Le radici ca tieni .. se non dimentichi le tue radici, rispetti anche quelle degli altri, se non dimentichi la tua terra, dai più valore alla tua cultura ... difendi la tua terra.. difendila sempre





Monday, October 22, 2012

Crucco come pezzo di pane. Parte prima







Di come i crucchi divennero per me ”pezzi di pane“.

Questo articolo è una messa per iscritto di mie personali riflessioni, risalenti ad alcuni anni fa, sul significato delle parole nel mondo (spazio) e nella storia (tempo), e sul diverso trattamento delle parole da parte dei vari popoli. Non fatevi sviare dal titolo e non stupitevi se attaccherò parlando della Ex-Iugoslavia (spazio) e dell‛oggi (tempo).


Pagnotta di Kruh grande a circa 4 Kune (circa 0.50 cent), chiamata recessione. Siamo in Croazia

Nell‛odierna compagine politica e linguistica post-iugoslava esistono alcuni contrassegni ben precisi della nazionalità di ogni abitante quei luoghi, che servono a distinguere ciò che in linea di principio sarebbe difficilmente distinguibile, cioè la mistione di popoli (narodi) e di popolazioni (narodnosti) di quelle contrade. L‛italiano od in generale il forestiero che si avventura in questo intrico di definizioni spesso sbaglia clamorosamente le diciture, creando degli incroci come lo sbilanciatissimo terzetto nazionalreligioso ”Serbi-Croati-mussulmani“, consacrato dai media al tempo della guerra (ove invece si preferirebbe ”Serbi-Croati-Bosgnacchi“ – non”bosniaci“, in quanto questa è una delimitazione puramente territoriale e non nazionale/religiosa – oppure, a scelta, ”ortodossi-cattolici-mussulmani), o, nel migliore dei casi, rimanendo molto confuso.
Chi sia mai stato in Ex-Iugoslavia (ed in ispecie nei paesi Bosnia, Croazia, Montenegro e Serbia), potrà confermare che le differenze interstatali non sono maggiori di quelle infrastatali – un Serbo bosniaco può differire linguisticamente e culturalmente tanto, cioè poco, da un serbo di Serbia, quanto un croato dalmata differisce da un croato slavoniano, per dirne una. Le parole però rimangono, ora come prima, contrassegni importantissimi: chi non ha udito, in Italia come in Iugoslavia od in Germania, «quella parola lì viene da lì», «quelli là parlano cosà», et cetera.
Certi segnali verbali fungono occasionalmente da vere e proprie effigi di nazionalità, con cui uno/una comunica, linguisticamente e comportamentalmente, chi egli/ella è: non è nazionalismo, è una naturale espressione di localismo linguistico. In questo contesto intervengono gli influssi esterni, almeno a livello di vocabolario, a turbare l‛unità apparente di un codice linguistico: un italianismo sarà quindi di casa in Istria/Dalmazia/Montenegro, un germanismo o magiarismo in Croazia, un turcismo in Bosnia ed un un grecismo in Serbia, ed i rispettivi abitanti di queste contrade percepiranno le dette parole come proprie, nel senso identitario del termine.
Parlando nello specifico di Croati, se in somma esiste una parola che, inequivocabilmente, riconduce alle contrade croate, alle loro parlate e, non ultimo, allo stato di Croazia, quella parola è kruh, it. ”pane“.
Orbene, questo termine non è solamente distintivo perché il restante 99% dei parlanti lingue slave, compresi tutti gli altri iugoslavi non croati o sloveni, utilizza un vocabolo derivato dall‛antico slavo хлѣбъ (hlěbŭ), ed appunto non kruh, ma in quanto la sua storia si intreccia con quella della lingua italiana e ci illumina sull‛intensità delle relazioni tra Slavi, Romanzi e Germani esistenti nel fu Impero Asburgico, che oggi sono quasi totalmente perdute od al massimo sterilmente rivitalizzate in seno all‛europeismo. Quel che lo iugoslavo comune, altresì serbocroato, designa come hlěb (nelle forme ecava e iecava rispettivamente hleb o hljeb), suona al croato di Croazia più o meno come la nostra parola ”pagnotta“, mentre il ”pane“ come sostantivo innumerabile rimane inequivocabilmente kruh: guai poi domandare dello hljeb in una panetteria croata!; potreste ricevere occhiate dubitabonde od irose, anche peggiori che chiamando canederli gli Knödel in una tavola calda del Tirolo meridionale o ”vin cotto/vino caldo“ il vin brulé in una canavesanissima ”piola“ (ah!, come mi rammarica che sempre più giovani non conoscano più questo glorioso sostantivo). Essere linguisti significa anche e soprattutto parlare giustamente, al posto giusto e nel momento giusto, eventualmente sforzandosi di fare ciò che il parlante matrilinguale normale solitamente non fa mai, ossia riflettere prima di parlare. Questo quanto alle intolleranze linguisticoalimentari che potreste evitare di incontrare in Croazia, ma ciò non è che un singolo punto della doviziosa casistica relativa a questo staterello della penisola dinarica (o Balcani, classificazione che i permalosi Croati di Croazia non udirebbero volentieri). Meravigliati potremmo constatare ad esempio che questo stato recante nei propri vessilli la nobile bestiola che chiamiamo faina (scr. kuna, da cui anche il nome della valuta croata), non solo ha fatto prezioso dono all‛Europa della cravatta (da hrvat, ”croato“) e dell‛acquavite nota come slivovizza (cito nella forma veneto-friulana), bensì anche della più corriva denominazione dispregiativa per i tedeschi ed i parlanti tedesco in generale, ossia ”crucchi“!
Fine prima parte

Continua qui

E' un articolo di Franco Colono 



Thursday, October 18, 2012

Davide, Andrea e gli amici in Albania







Ne ho trovato un altro !!!!
Dopo i fantastici Topini randagi un altro bel viaggio in Albania
Ormai ho preso Africaland come passatempo preferito e ho capito che hanno uno spazio tipo "Balkanialand" che è davvero una fonte inesauribile di idee per futuri viaggi.
La storia di questo gruppo è un po' sparsa in quattro pagine e bisogna avere la pazienza di leggere un po' tutto, ma le foto sono stupende e i racconti pure
Bravissimissimi !

Albania 2011
Inizia il racconto Davidone e posta anche delle belle immagini.. poi arriva Andrea .. e poi.......



TRASLOCO

  In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia Ci siamo trasferiti in 5 altri siti Uno si chiama  ...