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quiA Bitola è particolare Shirok Sokak Ulica, la via dei Consolati, zona pedonale del centro storico, dove si alternano senza soluzione di continuità palazzi in stile neoclassico e belle case d’epoca dai colori vivaci.
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La chiesa di Sveti Dimitria, costruita nel 1830 con le donazioni dei ricchi mercanti della città, è considerata la più bella chiesa ortodossa del periodo della rinascenza macedone.
A testimonianza della lunga dominazione ottomana le vecchie moschee, come quella di Isak del 1508 con una cupola centrale con diametro di 26 metri ed il minareto di quasi 45 metri.
La Torre dell’orologio, del XVII secolo a base rettangolare ed alta 30 metri.
Il Bezisten, vecchio mercato coperto, risalente al XVI secolo, dove per secoli i turchi acquistavano tessuti e capi d’abbigliamento. I Bagni Turchi e la medina.
Raggiungiamo l'antica e suggestiva città romana di Heraclea Lyncestis, posta sul tracciato dell'antica via Egnatia a piedi, percorrendo un parco gremito di gente e busti di eroi partigiani.
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Skopje ci appare subito una città moderna, con grandi palazzi e belle strade.
Il terremoto del 1963 ha distrutto molti monumenti di rilievo e molte zone storiche, fra cui la casa natale di nene Teresa, come qui viene affettuosamente chiamata madre Teresa di Calcutta ed una targa commemorativa della sua nascita ci ricorda che proprio in quei giorni se ne celebrava il centenario. Poco distante, in Makedonska Ulica è stato recentemente eretto un mausoleo a lei dedicato.
Il museo cittadino è situato nella vecchia stazione ferroviaria di Skopje, danneggiata dal terremoto del 1963, dove l'orologio è rimasto fermo all'ora della catastrofe.
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La scritta sulla parete di un edificio: “Makedonia in Europe, but for Makedonians”, la dice lunga.
Più interessante e significativa è sicuramente la città vecchia, raggiungibile percorrendo l'antico e suggestivo ponte ottomano sul fiume Vardar, voluto dal conquistatore turco Maometto II, il cosiddetto “ponte di pietra”, che collega la moderna piazza Macedonia alla medina turco-albanese. Qui troviamo un'autentica cittadella d'altri tempi, con piccole palazzine di uno o due piani, tetti in legno, stradine lastricate di marmo e possiamo gustare squisiti piatti e caffè turco, ascoltando la chiamata alla preghiera del muezzin.
Visitiamo Kratovo, posta nel cratere di un vulcano estinto, nei cui pressi si trova Kuklica una “città di pietra”, famosa per le stone dolls derivanti da erosione naturale e risalenti a 30 milioni di anni fa.
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Poi Prilep, dove si coltiva il tabacco e praticamente ovunque ne vediamo foglie ad essiccare.
E' una città calda e polverosa, ma troviamo rifugio lungo il lago, con acque trasparenti e rive ghiaiose, gremito di giovani che prendono il sole.
Giungiamo alla vinaria di Tikves per una visita guidata alla più grande cantina dell'Est Europa, dove convergono le uve di Kavadarci e Negotino per la produzione di vini che non hanno nulla da invidiare a quelli italiani o francesi.
Sono proprio i giorni antecedenti la vendemmia e troviamo molti operatori di alta professionalità impegnati al lavoro. E' un luogo molto curato e vasto, nel quale si sposano saperi antichi e tecnologia d'avanguardia e dove abbiamo l'opportunità di degustare vini eccellenti accompagnati da ottime pietanze.
Con Matka salutiamo la Macedonia per ritornare in Kosovo. La bellezza del luogo ci colpisce per la sua spettacolarità. Attraverso un sentiero stretto che passa sotto un soffitto di rocce spioventi, giungiamo al lago artificiale, dove nel XIV secolo c'erano più di 80 monasteri in piena attività, di cui ne sono rimasti solo quattro: Sv. Andrea, Sv. Nikola, Sv. Troica, e Sv. Bogorodica. Sveti Andrea, costruito nel 1389, si trova sulle rive del lago, mentre gli altri tre sono sulle rocciose colline circostanti.
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Le pareti verticali del canyon lungo il fiume Treska sono una sfida per i rocciatori e le acque del fiume un paradiso per gli appassionati di canoa.
Piccole barche offrirebbero ai visitatori l'opportunità di gite sul lago, ma optiamo per una gustosa sosta culinaria a base di carpa fritta.
Rientriamo dunque in Kosovo, facendo attenzione che sul nostro passaporto non vengano apposti timbri, al fine di non avere problemi per eventuali ingressi in Serbia e rieccoci a Pristina, da dove era partito il nostro viaggio....