Monday, September 13, 2010

Il viaggio di Rita. Seconda parte

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A Bitola è particolare Shirok Sokak Ulica, la via dei Consolati, zona pedonale del centro storico, dove si alternano senza soluzione di continuità palazzi in stile neoclassico e belle case d’epoca dai colori vivaci.


La chiesa di Sveti Dimitria, costruita nel 1830 con le donazioni dei ricchi mercanti della città, è considerata la più bella chiesa ortodossa del periodo della rinascenza macedone.
A testimonianza della lunga dominazione ottomana le vecchie moschee, come quella di Isak del 1508 con una cupola centrale con diametro di 26 metri ed il minareto di quasi 45 metri.
La Torre dell’orologio, del XVII secolo a base rettangolare ed alta 30 metri.
Il Bezisten, vecchio mercato coperto, risalente al XVI secolo, dove per secoli i turchi acquistavano tessuti e capi d’abbigliamento. I Bagni Turchi e la medina.
Raggiungiamo l'antica e suggestiva città romana di Heraclea Lyncestis, posta sul tracciato dell'antica via Egnatia a piedi, percorrendo un parco gremito di gente e busti di eroi partigiani.


Skopje ci appare subito una città moderna, con grandi palazzi e belle strade.
Il terremoto del 1963 ha distrutto molti monumenti di rilievo e molte zone storiche, fra cui la casa natale di nene Teresa, come qui viene affettuosamente chiamata madre Teresa di Calcutta ed una targa commemorativa della sua nascita ci ricorda che proprio in quei giorni se ne celebrava il centenario. Poco distante, in Makedonska Ulica è stato recentemente eretto un mausoleo a lei dedicato.
Il museo cittadino è situato nella vecchia stazione ferroviaria di Skopje, danneggiata dal terremoto del 1963, dove l'orologio è rimasto fermo all'ora della catastrofe.


La scritta sulla parete di un edificio: “Makedonia in Europe, but for Makedonians”, la dice lunga.
Più interessante e significativa è sicuramente la città vecchia, raggiungibile percorrendo l'antico e suggestivo ponte ottomano sul fiume Vardar, voluto dal conquistatore turco Maometto II, il cosiddetto “ponte di pietra”, che collega la moderna piazza Macedonia alla medina turco-albanese. Qui troviamo un'autentica cittadella d'altri tempi, con piccole palazzine di uno o due piani, tetti in legno, stradine lastricate di marmo e possiamo gustare squisiti piatti e caffè turco, ascoltando la chiamata alla preghiera del muezzin.

Visitiamo Kratovo, posta nel cratere di un vulcano estinto, nei cui pressi si trova Kuklica una “città di pietra”, famosa per le stone dolls derivanti da erosione naturale e risalenti a 30 milioni di anni fa.


Poi Prilep, dove si coltiva il tabacco e praticamente ovunque ne vediamo foglie ad essiccare.
E' una città calda e polverosa, ma troviamo rifugio lungo il lago, con acque trasparenti e rive ghiaiose, gremito di giovani che prendono il sole.

Giungiamo alla vinaria di Tikves per una visita guidata alla più grande cantina dell'Est Europa, dove convergono le uve di Kavadarci e Negotino per la produzione di vini che non hanno nulla da invidiare a quelli italiani o francesi.
Sono proprio i giorni antecedenti la vendemmia e troviamo molti operatori di alta professionalità impegnati al lavoro. E' un luogo molto curato e vasto, nel quale si sposano saperi antichi e tecnologia d'avanguardia e dove abbiamo l'opportunità di degustare vini eccellenti accompagnati da ottime pietanze.

Con Matka salutiamo la Macedonia per ritornare in Kosovo. La bellezza del luogo ci colpisce per la sua spettacolarità. Attraverso un sentiero stretto che passa sotto un soffitto di rocce spioventi, giungiamo al lago artificiale, dove nel XIV secolo c'erano più di 80 monasteri in piena attività, di cui ne sono rimasti solo quattro: Sv. Andrea, Sv. Nikola, Sv. Troica, e Sv. Bogorodica. Sveti Andrea, costruito nel 1389, si trova sulle rive del lago, mentre gli altri tre sono sulle rocciose colline circostanti.


Le pareti verticali del canyon lungo il fiume Treska sono una sfida per i rocciatori e le acque del fiume un paradiso per gli appassionati di canoa.
Piccole barche offrirebbero ai visitatori l'opportunità di gite sul lago, ma optiamo per una gustosa sosta culinaria a base di carpa fritta.
Rientriamo dunque in Kosovo, facendo attenzione che sul nostro passaporto non vengano apposti timbri, al fine di non avere problemi per eventuali ingressi in Serbia e rieccoci a Pristina, da dove era partito il nostro viaggio....

7 comments:

балканска девојка said...

grande rita !

Lorenzo said...

La Macedonia, per chi conosce veramente a fondo la storia, è la patria del più grande condottiero, uomo e personaggio di sempre: Alessandro il Grande. La grandezza di Alessandro fu, oltre alle conquiste territoriali che si spinsero fino all'attuale India, la capacità di integrare la propria cultura con quella dei popoli che di volta in volta batteva. Non assimilazione, dunque, ma convivenza. I Greci rivendicano ingiustamente la paternità di Alessandro, che invece fece grande la cultura greca di allora, ma greco non era. Skopje è geograficamente la patria ideale di questa idea, che poi nel tempo si perse, ma che inesorabilmente sta tornando e tornerà: la convivenza.

балканска девојка said...

ma alla fine di dov'era alessandro ?

Anonymous said...

Alessandro era macedone, ma la Macedonia, che oggi è una e trina, era allora (circa 300 anni a.c.) una zona vastissima.
In realtà non si conosce il luogo esatto in cui Alessandro nacque, quindi più che definirlo macedone non è dato e ovviamente tutti ne rivendicano i natali ;-)

A proposito di grandi uomini, il mio viaggio è debuttato a Kruje, patria di Scanderbeg, ma non vorrei divagare..

Grazie Lina per la tua disponibilità e passione.

Rita

p.s. non vogliatemene se essendo soltanto una piccola dilettante innamorata dei Balkani scrivo cose inesatte.

Anonymous said...

p.s. Grazie Lorenzo del tuo commento..

"..Skopje è geograficamente la patria ideale di questa idea, che poi nel tempo si perse, ma che inesorabilmente sta tornando e tornerà: la convivenza".

Lo spero di vero cuore!!

Rita

Lorenzo said...

Il luogo esatto di Alessandro non si conosce, ma è certo che si trovasse in Macedonia. Una cosa certa è che i Greci di allora non consideravano la Macedonia parte della Grecia, tant'è vero che il padre Filippo era soprannominato "barbaro" (cioè uno che parlava incomprensibile; in Greco antico "bar-bar" equivale alla nostra espressione "bla-bla"). I Greci di oggi rivendicano la Macedonia come loro toponimo al punto da porre ricatti internazionali. Ricordiamo che in sede ONU la Macedonia è costretta ad essere definita F.Y.R.O.M. (=Former Yugoslav Republic Of Macedonia) e - pochi lo sanno o lo ricordano - subito dopo l'indipendenza del 1991 fu anche costretta a cambiare la bandiera perché ricordava troppo la decorazione che avevano sugli scudi i soldati di Alessandro. Ma - e questo quasi nessuno lo sa ed i Greci non lo ricordavano - il motto della Macedonia è "Libertà o morte" ("Слобода или смрт"=Sloboda ili smrt), lo stesso di allora.

балканска девојка said...

accidenti che bel discorso !
il mio sogno è portare un bel discorso cosi' sul piano politico..
anzi.. mi state dando il coraggio di buttare fuori un post che è nelle bozze in attesa di coraggio..
se se ne discute cosi'.. siamo fantastici !
smakkkkkkkkk !
vi voglio bene !

TRASLOCO

  In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia Ci siamo trasferiti in 5 altri siti Uno si chiama  ...