Saturday, June 20, 2009

Il diario di viaggio di Gennaro

Gennaro è un amico che ci segue da tempo. Ha raccolto il nostro invito a raccontare i viaggi balkanici e lo ha fatto cosi' dettagliatamente che abbiamo deciso di fare diverse puntate. Prima di questo brano c'è una descrizione dettagliata del suo viaggio in aereo dall'Italia a Budapest. Ci piacerebbe tanto che anche gli altri pubblicassero i loro viaggi in maniera da avere un po' tutti i paesi rappresentati. In questo momento ci mancano dei viaggi in Albania e in Macedonia. mentre stiamo per concretizzare un bel tour a Pristina, città che abbiamo tutti nel cuore. Grazie Gennaro ! (questa è l'introduzione di Lina e Sajkaca ha messo le foto)
Dal diario di Gennaro:

Subotica


...Uscii, mi persi, raggiunsi un vialone, chiesi la strada: a Budapest non ho incontrato nessuno che parlasse inglese. Fortuna volle che si trovasse lì (era una fermata del tram) un rumeno che dopo avermi detto su che mezzo salire, dove scendere e poi che strada fare, sempre in italiano, che il cibo migliore del mondo è ungherese ma che le donne più belle del mondo sono rumene. Salii sul tram e svolto il percorso indicatomi fino alla stazione, appena in tempo per scansarmi un violentissimo temporale.

La stazione è molto bella: una lunga galleria in vetro e ferro inizio novecento, stile liberty.
Lì non esiste un vero orario dei treni e per sapere con esattezza da che binario (ce ne sono solo quattro) e a che ora partire esattamente (comunque sempre in orario, assai meglio che da noi) con un treno bisogna restare impalati dietro un grosso tabellone anni settanta, con i numeri rotanti, guardare attentamente i dati continuamente aggiornati e ascoltare gli altoparlanti che li ripetono in ungherese. Alle 22.30, finalmente entrammo sul treno, discretamente affollato. Il treno elettrico mi è sembrato un pò più piccolo dei nostri e sul tipo di quelli degli anni settanta/ottanta. All’interno del tutto simile (scompartimenti, bagni e tutto il resto) ai nostri usati sulle tratte dell’Italia meridionale, ma più pulito.

Ho trovato strano il fatto che le poltrone delle carrozze siano molto più piccole di quelle dei treni italiani anche considerando che la gente di quelle pa
rti è mediamente più alta di noi. Dopo una breve attesa, il treno si avviò lentamente verso Sud, sotto un violento temporale.

Nel mio scompartimento sedevano due uomini, quello affianco me: uno spilungone di circa cinquantacinque anni, l’altro di fronte: un bell’uomo (Gab
or quarantacinque anni) moro, media statura, magro, dai tratti del viso fini ed austeri, un pò calvo. Entrambi apparteneti alla minoranza ungherese della Voivodina: lo spilungone proveniva dall’Australia, dove era emigrato per lavoro ( così come milioni di italiani nei decenni scorsi) ed era diretto a Novi Sad per ricongiungersi con la famiglia; l’altro, nativo di Novi Sad, ma sposato a Budapest, dove lavorava come giornalista in una rivista sportiva, tornava nella sua città in visita dalla madre.
Abbiamo intavolato una lunga discussione , in inglese, su argomenti di politica internazionale, storia europea e filosofia.
Dopo poco, il controllore effettuò un’attenta ispezione di biglietto e passaporto. Ancora un pò dopo, nella città di Kelebia, il controllo doganale, alla frontiera ungherese, venne svolto da un giovane e svogliato poliziotto.

Il centro di Subotica (Serbia)

Attesa circa un’ora per svolgere le routinarie pratiche doganali, si ripartì e appena mezz’ora dopo una nuova sosta a Subotica, in territorio serbo, per le analoghe ma più rapide procedure doganali (un assonnato poliziotto mi ha impresso sul pa
ssaporto il visto d’ingresso).

Il viaggio si concluse, in anticipo sull’orario previsto, verso le cinque del mattino, i miei compagni di viaggio mi sconsigliarono di prendere il taxi alla stazione perchè molto caro e mi indicarono quale autobus prendere per giungere nel rione di Petrovaradin, dove si trova l’albergo nel quale ho alloggiato a Novi Sad. Gli confessai di non avere con me valuta serba e che mi sarebbe stato impossibile cambiare a quell’ora e così lo spilungone mi regalò 100 din. per il biglietto dell’autobus.
Stazione di Novi Sad (di Ostarchitektur)

Davanti alla stazione (zelenicka stanica), affianco quella degli autobus extra-urbani, mi accolse un’alba luminosa, un vasto e curato piazzale, con aiuole e fontane, circondato da imponenti palazzi, ariosamente disposti tra di loro, rivestiti di marmo bianco. Alla fermata dell’autobus in attesa un gruppo di giovani donne dall’aspetto fresco e allegro che ciarlavano vivacemente tra di loro. Dopo poco arrivò l’autobus. Dal finestrino un susseguirsi di larghi, lunghi, dritti, pianeggianti viali adornati di aiuole perfettamente tenute. Tutt’intorno un esercizio di urbanistica indubbiamente “socialista”dall’effetto imponente ma gradevole, luminoso e accogliente.
Ebbi l’impressione di trovarmi in una città assai più grande di quanto non sia realmente Novi Sad.
Svoltammo, ad un certo punto, imboccando un lungo ed evidentemente, nuovo, ponte. Lì ebbi la mia prima visione del Danubio: maestoso ma di colore marrone (forse per le recenti piogge) e non blu come lo immaginavo. Dal ponte vidi: alla mia sinistra altri tre ponti paralleli a quello che percorrevo anch’essi moderni e funzionali; alla mia destra i piloni residui di un ponte che sapevo essere stato bombardato dalla NATO (forse proprio dai Tornado italiani, ma spero di no) e non ricostruito. ....

12 comments:

балканска девојка said...

olè !
e vai gennaro !

anche noi oggi ricordiamo la giornata del rifugiato
in particolare siamo vicini alla difficilissima condizione dei rom kosovari che stanno patendo delle discriminazioni infinite e sono costretti a lasciare il paese, mentre i loro connazionali tedeschi sono stati accolti negli anni scorsi e ora vengono espulsi...
la nostra più completa solidarietà alle popolazioni perseguitate
possiamo dare il nostro segno di amicizia su mahalla
http://www.sivola.net/dblog/

Anonymous said...

e solidarietà anche alla moglie di quel povero cristo di rom rumeno, rimasto ucciso durate un conflito a fuoco tra camorristi nella stazione Montesanto della circum vesuviana a Napoli. Ucciso per errore davanti agli occhi della moglie e nessuno l'ha soccorso mentre agonizzava. Madonna mia!!! Se persinoa Napoli accadono di queste barbarie... Mi preoccupo più per noi che per gli stranieri... cosa diavolo stiamo diventendo.
Saluti solidali Gennaro

балканска девојка said...

grazie gennaro
lo stavamo dicendo io e mio marito ieri in una serata tra amici..
ma mi rendevo conto che pensavano come quelli che hanno detto :
avevano solo da starsene a casa loro
veramente io non voglio far crescere i miei figli in un mondo cosi'
non era cosi' l'italia e non eravamo cosi' noi italiani
su questa strada non arriviamo a nulla di buono
grazie gennaro per averlo detto
le persone che leggono si faranno una domanda :
da che parte sto ?
io spero da quella dei deboli

Anonymous said...

...anche perchè, citando impropriamente Brecht, un gradino alla volta, un bel giorno, potremmo scoprire che ci siamo proprio noi nella categoria umana debole e degenerata da eliminare.
Noi meridionali eravamo famosi per il nostro esnso dell'accoglienza che veniva dritto, dritto da quello dell'antica Grecia. Ora la diffidenza e l'egoismo si fanno strada anche nelle nostre contrade ed il bello è che sostanzialmente chi ci comzialmente nonè cambiato nulla dal punto di vista della tanto famigerata sicurezza. E' un sentimento indotto artificiosamente e scientificamente da chi ci comanda che ci sta avvelenando e trasformando.
Speriamo bene: a quanto pare le ragazze meridionali (pugliesi) sono ricercate per certi... servizi

балканска девојка said...

be'.. quando abbiamo certi esempi in tv..
comunque è proprio come dici tu
sono la tv e i giornali che fanno un razzismo sfrenato
ieri la più simpatica della compagnia era una brasiliana
mi ha detto che ha portato il nipote ai giardini e si è seduta su una panchina
ad un certo punto la ragazza vicino a lei si gira e le dice :
signora non le da' fastidio che tutti la guardano ?
e lei :
perchè mi guardano ?
perchè è l'unica italiana che si siede vicino ad una ragazza di colore in questo giardino
infatti non sono italiana, sono straniera come te, ma non dò nell'occhio perchè ho la pelle un po' più chiara della tua...

e io che in italia sento critichicare gli stranieri sono stata nella svizzera tedesca e io ero l'estracomunitaria
solo Dio sa' cosa ho passato quando entravo nei negozi e mi dicevano :
ah.. italiana.. ha soldi sufficenti per pagare ?
sulle porte delle xxxx :
non possono entrare i cani e gli italiani
e vakka boja... se incontravi una persona seria e umile e gentile era italiano
oltre non posso dire gennaro..
ma ci sfogheremo in privato
l'unica cosa che posso aggiungere è che quando vanno nei balkani le persone come noi fanno bella figura..
come per esempio alessandro di tamara (una favola)
per il resto speriamo bene o saremo costretti ad emigrare e allora propongo una bella isoletta della croazia..

балканска девојка said...

sono stata al cinema

http://www.cineblog.it/post/16992/amori-e-altri-crimini-la-recensione-in-anteprima

amori e altri crimini è uno tra i più bei film che ho visto nella mia vita
ma non vi dico niente come non ha detto niente a me sasa che l'aveva già visto
non perdetevelo per nessun motivo
appena è possibile daremo uno spazio anche a questo capolavoro

Anonymous said...

Noi che veniamo dalla basilicata abbiamo una cognizione del tempo un pò diversa da quella che si può percepire nel resto d'Italia (ancora per poco giacchè in virtù di undecreto del governo siamo diventati l'unico distretto energetico d'Italia e sicuramente saprai che rmai forniamo ca il 10% di petrolio del fabbisogno nazionale).
Io so per memoria stoeica della famiglia di mio padre che siamo a Potenza dal 1600 che siamo di origine catalana, il mio amico Mimmo sa diessere di origine
sassone (sono arrivati prima con i normanni) sia io che lui abbiamo parenti
ormai sconosciuti sparsi per il mondo.
a volte scherziamo giocosamente sulle nostre origini (lui mi chiama spagnuolo di m... ed io gli rispondo a tema). Da questo posto sperduto, insomma, io e tanti altri della mia generazione abbiamo ancora coscienza di noi stessi e capiamo gli altri. Danoi gli stranieri pochi si ma poi non tanto pochi, sono integrati. Ma questi ragazzi senza certezze, educati in una scuola fallimentare, con lavori di m..., quando ce l'hanno, fragili navicelle esposte alle procelle come reagiranno? e i ragazzi dei balcani gli somigliano assai...

Anonymous said...

Lina sto Film stupendo fammelo vedere pure a me! Da noi non lo programmano... Gennaro

балканска девојка said...

puo' darsi che arrivi gennaro
questi film si fermano poco in ogni sala ma girano parecchio
comunque troveremo il modo di fartelo vedere perchè è molto molto bello e adesso faccio una piccola ricerca sul protagonista
a parte che è strafigo, io l'ho già visto in altri film
poi è il sosia di un mio amico di cacak che si chiama sasa
troppo belli !!!!

балканска девојка said...

ecco dove l'avevo già visto ( e subito notato !) nella vita è un miracolo !
faceva milos, il figlio del protagonista..
favolosi..questi ragazzi balkanici !!

Anonymous said...
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балканска девојка said...

siamo spiacenti ma non è possibile lasciare pubblicità sul blog
inoltre qui ci occupiamo di balkani e quindi vi preghiamo di lasciare informazioni relative ai questa zona
se volete una piccola pubblicità in un nostro post, la si puo' fare, ma contattando noi
lina_vestica at hotmail.it
sajkaca32 at yahoo.com

TRASLOCO

  In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia Ci siamo trasferiti in 5 altri siti Uno si chiama  ...