Thursday, December 31, 2009
Happy 2010 !!!
Con la favolosa notizia della vittoria della squadra di Cacak, vi auguriamo una buona fine e un buon principio !!!!
Buon anno dalla nostra crew !
Mladost Cacak-Salinas Falcons Tuzla 64-62
Mladost Cacak: Milinkovic 12, Petrovic, Popovic 6, Ristanovic 7, Kocovic 10, Tutunovic, Ciric, Smiljanic, Gavrilovic, Sipetic 18, Radovanovic 11, Kurcubic, Milovic. Coach Mihailo Susic
Salinas Falcons Tuzla: Pilavdzic 23, Pasic, Ismailovski 4, Cackovic, Delibegovic 1, Bencun, Stipanovic 2, Srabovic, Andrijevic 32. Coach Mirza Kehic
Il Mladost Cacak vince il torneo per la terza volta e vede il proprio numero 8, Nikola Kocovic, premiato come miglior giocatore straniero del torneo. Dopo un quarto e mezzo la partita sembra finita: Cacak in vantaggio di venti lunghezze grazie a un’ottima difesa su Pilavdzic e Tuzla in grande difficoltà. Ma dopo l’intervallo la partita si accende: Tuzla dà il via a un’entusiasamante rimonta, culminata nel vantaggio sul 46-45 allo scadere del terzo periodo. La gara si risolve poi solo nell’ultimo minuto di gioco a favore dei serbi, grazie ai punti di Kocovic e Sipetic.
Miglior Giocatore Straniero
Nikola Kocovic (KK Mladost Cacak)
Miglior Giocatore Italiano
Emanuele Maneffa (Vismara Milano)
Miglior Quintetto
Josip Andrijevic (Salinas Falcons Tuzla)
Nikola Sipetic (KK Mladost Cacak)
Sergi Rourera (Sant Josep Badalona)
Riccardo Rotta (BluCeleste Basket Lecco)
Gabriele Franchetto (Lettera 22 Ivrea A)
Canestri senza reti
Canestri senza reti 10a edizione
Wednesday, December 30, 2009
Dalla Spagna ai Balkani... si balla !
Quella che vedete è l'unica foto che ho fatto in una serata in cui mi sono scatenata nel ballo in una bellisma sala di Bavone Canavese.
Per la decima edizione di canestri senza reti, la Lettera 22 ha superato se stessa !!
Grandi, grandissimi !!
E poi in finale ci sono Cacak e Tuzla !!
Che bello, Josip ci ha dato una sua foto.
Io sono la prima a sinistra con le mani alzate
Uuuuuauaaaauuuu... sembra che mi sia drogataaaaaaaaaaaaaaa !!!
Monday, December 28, 2009
Cenestri senza reti 2009 è iniziato ...
La favola è dinuovo iniziata e per la decima volta !!
Come fare a raccontarvi la gioia di oggi, con questi ragazzi balkanici... bellissimi e simpaticissimi.
Se non credete a me chiedete a Maria !!
Vi posso solo dire che l'autobus di Kragujevac aveva le batterie completamente scariche e uno dei due autisti è venuto a chiedermi di parlare con l'autista del pulman italiano per connettere i cavi e far partire l'autobus.
L'autista italiano ci ha guardato esterefatto e ha detto :
- Ma non è possibile, chiamate l'elettrauto !
In quel momento avreste dovuto vedere la faccia dell'autista serbo !
Mi guarda e mi dice : "Voi italiani vi perdete in un bicchier d'acqua !"
In un attimo di secondo Croazia e Bosnia erano accorse ad aiutare e sequestrato il pulmino della Lettera 22 e quello croato, con 4 cavi e due batterie.. olè.. il pulman è partito !!!
Grandi Balkani !! Fate vedere al mondo chi siete !!!
Io, per parte mia, ho passato 6 ore che mi sono sembrate 6 minuti !!!!
Magica Balkania !
Tuesday, December 22, 2009
Una mamma serba e una mamma albanese davanti ad una scuola
Non ho cambiato neanche una virgola :
…in realtà, è andata così: io ho visto, davanti alla scuola, che c'era questa ragazza, che fra l'altro, assomiglia tanto alle mie cugine, da parte di papà, e stava sempre da sola soletta. poi ho sentito che era albanese, e per evitare storie e polemiche, la evitavo anch'io. stavo quasi sempre da sola o con un'altra ragazza, Rom romena, ma è un'altra storia bella anche questa... e te la racconto un'altra volta.
la ragazza albanese aveva un figlioletto strano ma simpatico.
e così è andata per UN ANNO E MEZZO!
un bel giorno questa si avvicina a me e io mi dico "ecco, ci siamo....". lei mi dice "ciao, ho sentito che anche tu sei straniera..." e io "ehm, sì...". lei fa "ma di dove sei?" e io "sono jugoslava". lei: "sei serba?" ... "ehm, sì..." sottovoce... e pensavo, ora chissà cosa mi dice :))
e invece, LEI FA: "e hai della musica?? Lepa Brena, Ceca...?" al che mi sono sentita proprio sollevata e mi sono messa a ridere, che ora se ci penso mi viene da piangere e mi viene la pelle d'oca... poi dopo le avevo passato delle cassette e così via…
abbiamo cominciato a parlare sempre e tutti gli altri ci evitavano sempre perché noi tre eravamo straniere e loro italiani, anche se eravamo molto diverse: la "zingara" piccolina e timida, questa con le guance cicciotte ma sempre timida, e io per niente timida. se ero da sola, mi parlavano, perché parlavo bene e non si capiva nemmeno che ero straniera - finché non mi hanno visto sempre con queste altre due. e quando c'era una di loro, NESSUNO SI AVVICINAVA a noi!!! è incredibile, perché nella zona di questa scuola non c'è gente ricca o di professioni "belle"... forse solo un paio di famiglie di intellettuali... gli altri erano tutti con problemi, anche seri, o poveri, del sud, o comunque ignoranti.. e pure guardavano noi dall'alto in basso, pazzesco veramente. a me una cosa del genere da fastidio e mi fa stare ancora di più con gi stranieri, ecco.
e lei mi raccontava questa cosa, che loro sono ortodossi e che gli altri albanesi a milano, per offendere il marito, gli dicevano “serbo, serbo”. lui non sembrava serbo per niente, dalla faccia, era il tipico albanese, ma lei nemmeno quello
comunque, lei aveva dei problemi, perché non aveva i documenti, poi suo marito è riuscito a trovare lavoro, al lavaggio macchine, e si stava mettendo in regola… ma lei e il bambino non ancora. a quel punto sua mamma si era ammalata e lei non poteva andare a trovarla. piangeva spesso…. poi un giorno è arrivata tutta distrutta e… la mamma era morta e lei manco poteva andare al funerale… era tristissima, puoi immaginare quanto…. e diceva così, che solo io le parlavo, solo io la capivo, solo io ero una vera amica e come una sorella per lei.
e devo dire che ne ero abbastanza orgogliosa ;) visto come stavano le cose in generale… dopo non ci siamo viste molto, da quando i figli non vanno più nella stessa scuola ci siamo incontrate 3-4 volte, l’ultima più di due anni fa… e poi ci siamo sentite un’ora fa per quella traduzione. parla molto meglio l’italiano e la sento più sicura. prima chiedeva tutto a me: per esempio, la maestra aveva tentato di farle cambiare idea riguardo alla frequentazione dell’ora di religione del figlio… pensa che un giorno era tutta preoccupata e mi chiedeva cosa dire alla maestra e come comportarsi e mi ha detto che l’aveva tenuta un’ora per convincerla… mentre a me non mi aveva mai accennato niente: l’aveva vista debole e ha attaccato subito! non aveva osato farlo con me, ma nemmeno per scherzo ;)
così sono andate le cose. spero ti sia piaciuta… non te la scrivo ben bene, che la scriverò meglio quando usciranno le mie memorie ;)) intanto la metti come vuoi tu se vuoi.
bacione
segue firma
Sunday, December 20, 2009
Alla ricerca dei "Nema problema" perduti
Vedete la foto ? Si tratta di Moncalieri (To) e siamo a meno 11°.
Per tutto il bene che voglio a Ivana K oggi ho deciso di andare a cercare i "Nema problema" in giro per Moncalieri.
Non vi dico il freddo e subito il pensiero mi è andato ai tanti lavoratori che sono sui tetti delle fabbriche a protestare contro il licenziamento nell'indifferenza assoluta dei mass media.
Io dopo mezz'ora ho dovuto entrare in un bar.
Comunque dei Nema problema nessuna traccia o meglio solo piccole tracce.
Pero' ho incontrato il gruppo alpini di Moncalieri che sono cosi' gentili e simpatici che mi hanno detto :
- Si.. li abbiamo visti i ragazzi, erano morti di freddo e gli abbiamo offerto delle bevande calde.
Che carini !!
Ivana... che potevo fare di piu' ???
Nema problema
Tuesday, December 15, 2009
Matrimonio tra nemici?
Ci hanno fatto vedere come vivono insieme una cattolica albanese che non parla ancora una sola parola di serbo, mal lo sta imparando e un bel ragazzo serbo. La presentatrice chiede: „Ma come fate a capirvi?“ . E lei risponde: „Anche senza capire il serbo capisco quando mio marito ha fame, ha sonno o gli serve qualcosa.“
Il marito lavora tutto il giorno sul campo, le porta a casa da mangiare e quando dormono lui la tiene vicino per scadarla visto che riscaldamento non c’è e l’inverno li è molto freddo. Lei tiene la casa, va a prendere l’acqua e prepara da mangiare.
Monday, December 14, 2009
Silvano e l'arcobaleno 2009
Come ogni anno, anche quest'anno si è tenuta la lotteria di Natale pro-Derventa.
Veramente una magica serata. Sarà che per me non è proprio un bel periodo, ma queste serate sono una tale boccata di ossigeno che mi sembrano divine.
Ho rivisto Silvano e tutta la ciurma arcobaleno col favoloso Agostino che mi tiene sempre informata delle iniziative.
C'erano Ratko con la famiglia e gli amici, Goran con la mamma simpaticissima, Jovanka con due amici favolosi, Francesco e Vesna e poi una gradita sorpresa : Zoran col figlio Luka.
Sono stata proprio bene ! Ho cercato di parlare il serbo e il gruppo balkaniko ha vinto un sacco di cose alla lotteria : prodotti alimentari, un ferro da stiro e Goran ha vinto un salame senza fine !!
Grazie della bellissima serata. In mezzo ai serbi mi sento a casa.
Silvano e l'arcobaleno 2008
Wednesday, December 9, 2009
Nole e Fiore
SE non siete seduti, sedetevi e cliccate QUI !!!
In bocca al lupo a Djokovic e ...pobedi ih sve!!! (battili tutti!)
Fabio,scusa,non hai precisato che si tratta di un tennista serbo.Mi piacerebbe leggerlo.Grazie!
Nina
Straordinario! Un giovane ragazzo di talento che non si prende troppo sul serio e si vive allegramente la sua vita. Tifo per lui...il serbo Djokovic.:) Grande!
Frida
Toooooooo Nole Care!!!!
To Srbine!!!!
Ivana
Peccato che a Roma uno cosi non si apprezzi tanto....vanno tutti pazzi per Federer...ma Federer ste cose le ha mai fatte!?!?!?! per fortuna che ha vinto djokovic nonostante il tifo contro XD
Andrea
OK Fabio! Grazie della risposta! Sai,sono stata presa dal improviso attacco di patriotismo! :-)
Frida,Andrea,sono d'accordo con voi,oltre ad essere bravo e anche molto simpatico e con i piedi per terra.Continua così Nole!
Ivana ;-)
Tratto da Reality show blogosfere
Saturday, December 5, 2009
Deza band
Esistono dei ragazzi bellissimi e figaccioni e bravissimi. Lo so' che adesso Riky mi critica, ma come si fa a non essere persa in amore per la Deza band ?
Vado pazza per i riccioli del cantante, ma siamo arrivati a questo gruppo perchè ?
Ma naturalmente per il chitarrista balkanico Darko !!!
Ma quanto è bello ?? brrr.. bez kraja !
Non so' se questo gruppo gradirà questa mia presentazione, perchè sono molto seri, ma i nostri lettori sono per lo più balkanici in diaspora, con mille problemi e vengono qui per leggere qualcosa di bello, che gli ricordi la loro terra e che li distragga un po' dai loro problemi di visti, di lavoro, di poca integrazione ( e non per colpa loro)
Poi, per riprendermi un po', posso dire che una loro canzone mi piace tanto.
Parla del codice Morse, il mio problema principale per l'esame da radioamatrice !
Io facevo 5 battute al min, mio marito 40 e Dejan 60 !!! Dovreste provare, c'è da ridere !
Allora ? Ci gustiamo un pezzettino di Deza band ?
L'eco della sorte
Divni, divni bez kraja !
E se volete fare un film e cercate un produttore : Darko Debelic !
Active since 1989 as a broadcast television, cinema and multimedia professional. Worked as on screen talent, director, producer, editor, videographer. International background. Fluent English, Italian and Serbo-Croat speaker. A very creative individual. Highly responsible team or project leader. Gets the job done, on time, on budget and the way it was planned and negotiated. Problem solver and motivator.I will consider any valid job proposal (even something completely different!) or freelance work in Italy and abroad. I am able to relocate if necessary.
I have an EEC work permit.
Darko Debelic’s Specialties:
digital video production
music television and video production
web video production
television production
corporate video production
directing, shooting and editing video
editing feature animation
Thursday, December 3, 2009
Veneto multietnico e multiculturale
Nei giorni 27 e 30 Novembre si è tenuto a Vicenza e a Rovigo un bellissimo incontro sul tema : "Veneto multietnico e multiculturale, immigrazione ed integrazione".
Tanto per cambiare l'incontro non l'abbiamo fatto noi italiani, ma degli stranieri e meno male che mi sento più straniera che italiana.
Booomm..... qui c'è lo spazio per le critiche che pioveranno, ma meglio così, perchè che sia la persona che si deve integrare che ci parla di come fare, non è il massimo.
Quando io vado all'estero trovo un'organizzazione che mi accoglie e come organizzazione intendo dalla più piccola cosa alla più grande.
Per farvi un esempio le parole di Anilda riguardo a questo tema sono state :
- Quando ero in Svizzera mi recavo presso l'ufficio competente, prendevo il numero e nel tempo materiale della fila avevo una risposta certa, positiva o negativa, ma una risposta certa. Qui in Italia vai ad un ufficio e chiedi informazioni e l'impiegato risponde : "Ah.. bò non so', provi ad andare in quell'altro ufficio".
Il giorno 27 Novembre ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti diplomatici : il Ministro della diaspora serba Srdjan Sreckovic, l'ambasciatore serbo in Italia Sandra Raskovic Ivic, l'eurodeputato Sergio Berlato e diverse rappresentanze di organizzazioni di immigrati.
Tema dominante : "La difficoltà non sta nelle nuove idee, ma nell'evadere dalle vecchie"
Un grande saluto e un grande ringraziamento ad Ana Milosevic. In questi tempi di veline, quando senti sul tram le signore che sperano che le figlie facciano le modelle o le veline o si sposino un calciatore, viene da dire ad Ana che è una gran bella donna (mannaggia questa concorrenza serba spietata !). Ma Ana non è solo bella, è bravissima ed è impegnata nell'integrazione di tutti gli stranieri provenienti dai balkani. Questa è l'occasione per chiederle se è ancora possibile vedere quel filmato che mi ha fatto spanciare dalle risate perchè diceva ad un kosovaro : "Ma è inutile che dici si, si e mi parli di tante cose belle, i miei connazionali stanno morendo nelle enclavi senza luce e senza acqua, cosa rispondi?"
E lui : - Si, si...
Sono quelle situazioni in cui mi devo ripetere : calma Lina, Lina stai calma !!!
Centro europeo per lo sviluppo
Tuesday, December 1, 2009
Dijasporo, stize rodbina!
Cari lettori: questi annunci nei giornali non li vedremo più molto in giro! Il "mercato" dei visti perderà un bell po' della clientela!
A partire dal 19.12.2009 per Serbia (meno la provincia del Kosovo), Macedonia e Montenegro le lunghe attese davanti alle ambasciate, costose traduzioni di formulari, timbri, tasse, garanzie etc per entrare nei paesi Schengen hanno finalmente fine: i cittadini di Serbia, Macedonia e Montenegro potranno entrare e viaggiare nell’area Schengen senza chiedere visti di ingresso. L’importante è che abbiano un passaporto biometrico, documento di ultima generazione che memorizza su un microchip l’impronte digitali del titolare.
Ma cosa vuole dire concretamente?
Domanda: A partire dal 19 dicembre 2009 i cittadini di Serbia, Macedonia e Montenegro possono viaggiare in tutta l'UE?
Risposta: I paesi Schengen non sono identici con i paesi dell'UE. Alcuni paesi dell'UE non sono paesi Schengen (inghilterra, Irlanda, Romania, Bulgaria) e certi paesi Schengen non sono nell'UE (per sempio Norvegia, Svizzera).
Risposta: 'E vero, viaggiare costa e in Occidente in particolare. Ma le companie aeree hanno già annunciato di abassare i prezzi dei biglietti e poi tanta gente vorrebbe poi solo andare a trovare la famiglia in diaspora e quindi non ha bisogno di alberghi e ristoranti. E poi c'è anche tanta gente che non poteva viaggiare perchè non aveva i documenti necessari per richiedere un visto (per esempio libretto di lavoro, conto in banca)
Domanda: La liberazione dai visti è merito dei governi di SRB, MNE e FYROM oppure è un regalo dell UE?
Risposta: I governi e l'UE entrambi sostengono che non si tratta di un regalo dell UE, ma ci si chiede lo stesso, quindi perchè se bastava adempire degli standard tecnici (passaporti biometrici, combattere corruzione fra doganieri etc.) non si poteva fare già molto prima....(rimane un po' il dubbio che si tratti di una specie di "regalino" che richiederà qualcosa in più in cambio....)
Risposta: Per lavorare legalmente nei paesi Schengen, ci vorrà sempre ancora un permesso di lavoro che va richiesto regolarmente. Chi entra senza visto può semplicemente rimanere come turista fino a 90 giorni.
Chi veniva con brutte intenzioni (per esempio per rubare) veniva già prima con visti falsi.
Per mogli e mariti .....
:-)
certo che arriva concorrenza tosta!
E per voi cari lettori? Cambierà qualcosa questa novità?
Friday, November 27, 2009
Incontro con Anilda Ibrahimi
Alle volte la vita è proprio strana. Mercoledi' scorso ero molto giù di morale. Avevo litigato con un amico, avevo avuto discussioni in casa senza fine, avevo avuto problemi al lavoro e avevo tirato una scarpa al tg 1 che mi informava di come il nostro governo sta distruggendo, pezzo a pezzo, l'Italia.
Ogni tanto aprivo l'email di Chiara che mi avvisava di una conferenza al Circolo dei lettori. Diceva di una scrittrice albanese che aveva ambientato un romanzo in Kosovo.
Già sapevo di dover affronatre una discussione col martirio per l'orario della conferenza e infatti così è stato. Comunque ho preso l'auto, ho girato mezz'ora per trovare parcheggio e un'altra mezz'ora per trovare una macchinetta funzionante per il biglietto del parcheggio. Poi ho fatto ancora una mezz'ora a piedi per arrivare al Circolo lettori. Tra di me continuavo a pensare :
- Ma che ci faccio qui. Un caos per venire, cio' la testa altrove e l'ultimo meeting che ho fatto è stata la stessa solfa di Milosevic caino e colpevole di tutto dai tempi della mela. Immaginiamoci qui, tra albanesi che magari toccano anche il problema "politica balkani".
Così ero parecchio prevenuta quando ti entro nella sala e sento la voce dolcissima di Anilda. Già subito mi sono illuminata d'immenso. Il primo pensiero è stato che una voce così dolce non poteva portare che pace. Poi il tono delle prime frasi mi ha incantata ancora di più. Non so' come si dice "una che non se la tira" ovvero una persona semplice ed umile. Naturalmente io la pensavo all'esatto suo contrario, ovvero rabbrividivo quando diceva la Repubblica di Kosova è una democrazia giovane, poichè io penso che il Kosovo è Serbia, ma in quei momenti ho pensato che se mi dovessi trovare davanti una persona che in politica balkanika la pensa al mio esatto opposto, vorrei che fosse così : leale, sincera, aperta al dialogo e al confronto.. altro che guerre fraticide a suon di kalasmikof ! Il dialogo è possibile !
Ma Anilda non finiva mai di stupirmi. Riguardo all'intervento umanitario NATO ha detto :
- Ma quali bombe intelligenti cadono sulla testa delle persone e uccidono donne e bambini, ci vuole coraggio a chiamare una bomba "intelligente". Io ero al centro rifugiati quando arrivavano i serbi senza nulla, solo con i vestiti che avevano addosso e spaventati a morte. Con uno di loro che si chiamava Milos mi sono sentita in dovere di uscire e prendere un caffè per parlare un po' con lui. Alle volte bastava che dicessero una frase sbagliata e invece che rifugiati politici venivano considerati semplici clandestini ed espulsi.
Riguardo al Kosovo e etnie serbi e albanesi Anilda ha detto :
- Sono stufa di cercare se i primi ad arrivare sono stati i serbi o gli illiri. Che senso ha tutto questo ? C'è una leggenda che ci unisce, quella di Rozafa e vuol dire che eravamo un unico popolo e dobbiamo dinuovo esserlo. Come albanese sono vicinissima ai serbi che soffrono nelle enclavi in Kosovo e vorrei che non esistessero enclavi, che si potesse vivere assieme senza paure.
In quel momento mi sarei alzata a darle un bacio. E' stato come se mi avesse materializzato Ske sulla sedia accanto alla mia. Tutto quello che Skender
rappresenta per me e per Francy in questo blog si è materializzato nell'azione di Anilda, che non ha fatto nulla di strano, se non vivere la sua vita con coerenza e impegno.
Grazie Anilda, mi hai aperto una porta alla speranza, mi hai fatto credere che il nostro sogno è possibile, che tante ore spese qui al pc per parlare di pace non sono perse e non lo saranno mai finchè esiste sulla faccia di questa terra una persona splendida come te. E devo dire di più. Io che sono filo-serba e che spesso litigo con gli albanesi sui vari blog balkanici, anche se per correttezza devo dire che le discussioni esistono anche coi croati, coi bosniaci,con gli italiani, etc.. devo dire che se c'è c'è qualche persona che nella vita ogni tanto mi stupisce in modo particolare, questa persona, di sicuro, è albanese. E so' anche il perchè di questo. Perchè tutto nella nostra vita ha un senso. Una delle peggiori pugnalate che ho preso in pancia è stata quella bambina che al catechismo mi ha detto : "Gli albanesi sono tutti ladri !". Allora le avevo risposto che non sono tutti ladri, poichè avevamo parlato di Madre Teresa di Calcutta, ma già dal giorno dopo era arrivata una bambina albanese al catechismo che non era stata battezzata. Sua mamma l'aveva accompagnata dicendo che non sarebbe più venuta perchè lavorava 12 ore al giorno e la bambina stava tutto il giorno da sola. Ma la mamma ci teneva che la bambina venisse al catechismo perchè mi ha detto :
- In Albania hanno ammazzato mio marito, lasciandomi sola con 4 figli, hanno bruciato la chiesa del villaggio e il prete ha dovuto scappare. Io sono venuta in Italia per dare un futuro ai miei figli, ma voglio che imparino ad amare gli altri, non a uccidere, ad aiutare i compagni, non a rubare la penna all'amico. E' vero, mia figlia non è battezzata, ma voglio che senta cos'è il Vangelo e che impari a lottare per esso.
Tu Anilda è vero che sei una ladra, ma di spazi lasciati al male, all'odio, ai pregiudizi. Nel tuo libro si amano un'albanese e un serbo e questo succede tutti i giorni, la relatà non è quella che ci insegnano i mass media, ovvero che serbi e albanesi si odiano. Se poi in qualche caso è così, gli faremo leggere il tuo libro.
Anilda Ibrahimi (Valona, 1972) è una giornalista e scrittrice albanese, attualmente residente in Italia.
Laureatasi in lettere moderne all'Università di Tirana, ha lavorato nel suo paese come giornalista radiotelevisiva e della carta stampata ma nel 1994 si è trasferita all'estero, prima in Svizzera e poi, dal 1997, a Roma, dove è stata consulente per il Consiglio Italiano per i Rifugiati.
Nel 1996 ha vinto a Losanna il primo premio per la poesia albanese contemporanea e ha pubblicato la raccolta di poesie Cristallo di tristezza.
Nel 2008 è stato pubblicato da Einaudi il romanzo Rosso come una sposa, scritto in lingua italiana e incentrato sulle vicende delle donne di una famiglia attraverso i cambiamenti sociali della storia albanese, dal mondo arcaico di inizio Novecento al socialismo reale del regime comunista di Enver Hoxha, alla società post-comunista.
In questi giorni è uscito il suo ultimo romanzo "L'amore e gli stracci del tempo".
Un uomo e una donna divisi dalla guerra. Lui è serbo e lei kosovara, e la guerra è proprio quella del Kosovo, nei Balcani squarciati dai nazionalismi. Lui la cerca per anni tra i profughi dispersi per l'Europa, perché gliel'ha promesso. Lei lo aspetta, seduta in un angolo di mondo, perché aspettarlo è l'unica cosa che sa fare. Ma a volte la sorte trasforma le persone in «lettere mandate al momento sbagliato».
Monday, November 23, 2009
Sami Mustafà
Chiedo le scuse a tutti. Da quando ho conosciuto Mustafà ho avuto il desiderio di fare questo post, ma lui parla molto bene inglese e io il contrario. Così ci siamo cercati diverse volte tra i suoi innumerevoli impegni di lavoro, ma non siamo mai arrivati ad una intervista, perchè io tante cose non le avrei capite.
Naturalmente mi sono rimasti tanti dubbi, tipo come vede la situazione kosovara, se si considera serbo o albanese o nessuno dei due, quali sono le condizioni di vita nella sua zona....
Chissà che non ce la facciate voi, con un inglese migliore del mio, a porgli queste domande.
Sami Mustafa was born in Kosovo/Serbia, on the 22nd of August 1984. He is a young filmmaker from the Roma community of Plemetina village. His documentary filmmaking experience began in 2003 with a Balkan Sunflowers (NGO) project which included Plemetina Roma youth. A year later, he began working with Koperativa and Quawava (Production Companies). The experience of working on these productions increased his motivation and interest in documentary filmmaking. Since then, he has continued producing his own documentaries. One of them, "Road to Home", was screened at Cannes Film Festival in 2007 and was the only film representing Kosovo. In 2007, Sami founded Romawood, a production house focusing on Roma issues. Later in the same year, he initiated the "Jekh Kham Jekh Sel" project: the one which has made the most indelible impact on his life and work. This project invited eleven Roma boys and girls from Plemetina to learn about documentary filmmaking and spread their message to the world. Sami is currently producer and manager of Romawood Productions and continues his voluntary involvement with Balkan Sunflowers.
Sami Mustafa è nato in Kosovo / Serbia, il 22 agosto 1984. Lui è un giovane regista della comunità rom del villaggio di Plemetina. La sua esperienza è iniziata nel 2003 con un Balkan Sunflowers (ONG), progetto che comprendeva anche la comunità rom di Plementina. Un anno dopo iniziò a lavorare con "Koperativa e Quawava" (Production Companies). L'esperienza di lavoro su queste produzioni ha aumentato la sua motivazione e interesse per il cinema documentario. Da allora, ha continuato a produrre i suoi documentari in proprio. Uno di loro, "Road to Home", è stato proiettato al Festival di Cannes nel 2007 ed è stato l'unico film in rappresentanza del Kosovo. Nel 2007, Sami ha fondato Romawood, una casa di produzione, concentrandosi su questioni relative ai rom. Più tardi nello stesso anno, ha avviato il "Jekh Kham Jekh Sel" del progetto ed è stato un impatto indelebile sulla sua vita e sul suo lavoro. Questo progetto ha invitato undici ragazzi e ragazze provenienti dai rom di Plemetina a saperne di più delle loro tradizioni e a diffondere il loro messaggio al mondo. Sami è attualmente il produttore e manager dei Productions Romawood e continua il suo coinvolgimento su base volontaria con Balkan Sunflowers..
Sami Mustafà
Romawood
Rolling Film Festival
Sunday, November 22, 2009
Wild Boars Kragujevac
E dopo i favolosi Angel warriors di Cacak, i Vukovi di Beograd e la rappresentanza serba ai giochi di Bolzano, non potevano mancare i bellissimi ragazzi di Kragujevac !
Tutti sanno che io e Maria abbiamo questa città nel cuore. I primi aiuti piemontesi nel '99 sono arrivati proprio a Kragujevac e poi adesso c'è la Fiat, quindi è una città che sentiamo vicina.
Allora che dire di piu' ? Ragazze, sgraniamoci gli occhi !!!
Wild boars.
Le foto sono di proprietà della squadra e sono protette da Copyright
Monday, November 16, 2009
Mirjana Dimitriadis
Quindi richiede una comprensione profonda dell'arte religiosa e delle tradizioni ortodosse. E questa comprenisone Mirjana ce l'ha.Infatti da quando era piccola (Mirjana è nata Belgrado) e sempre stata circondata dalle potenti icone bizantine della chiesa serbo-ortodossa.Da adulta si è messa a studiare agiografia (gli studi della vita di santi) mentre viveva in Grecia accanto a suo marito greco.
We are surrounded by fairy tales! One of these fairy tale is Mirjana Dimitriadis an exceptional artist who dedicates herself to a very old art form: to create orthodox icons. An icon is not simply a painting, but it can be seen as an open spiritual window to whom has got the ability to capture it.
So to create an icon is not just an artistic work, but it demands a deep understanding of the
religious art. And this understanding Mirjana surely has.
She was born in Belgrade and from early age, she was surrounded by the powerful byzantine
iconography of the orthodox church. As a young adult, she studied hagiography - the traditional artistic depiction of the saints and angels- alongside her husband on the island of Greece.
Per realizzare i suoi capolavori d'influsso bizantino, Mirjana ha deciso di utilizzare le tecnice ed i materiali più tradizionali. Questo quadro dell'archangelo Raffaele (misura 193 x 70 cm) è realizzato in tempera (una tecnica pittorica che utilizza pigmenti in polvere mescolati con vari leganti tra cui tuorlo d'uovo ed acqua distillata) prorpio come nelle icone antiche.
To create these unique Byzantine-inspired works of art Mirjana uses traditional techniques and materials. Like here in this Icon of Archangel Raphael (she made for a friend) that is made with egg tempera. The size of the Icon is 193x70cm.
Adesso Mirjana vive in Danimarca dove le sue icone vengono esposte in gallerie d'arte (sono state già esposte anche in Serbia e in Australia).
A Mirjana piace creare pezzi d'arte e ha una gran passione per la decorazione d'interni e per l'architettura. Inoltre le piace molto viaggiare, cucinare e conoscere la storia,le tradizioni e la cucina dei vari paesi, come per esempio l'Italia, la Spagna, il Marocco e l'Egitto....
Sarebbe bello trovare un posto in Italia dove esporre queste bellissime icone....vediamo un po' magari qualcuno qui ha un idea....!!!
Her work has been featured in Serbia, in Australia and in Denmark where she now lives with her husband. She loves to create art and has a big passion for interior decoration and architecture. Also she loves to travel, to cook and to learn about the history, the culture and the cuisine of the different places like Italy, Spain, Morocco and Egypt...
It would be great to find a place in Italy to exhibit her beautiful works.....let's see...maybe someone here has an idea!
Thursday, November 12, 2009
Gustomaina
Finalmente il nostro gustoloso ci ha dato il permesso di parlare di lui.
In realtà non aspettatevi gran chè, nel senso che non posso parlare tanto di questa favola, ma posso dirvi che esistono persone come lui, che si impegnano sempre (nella foto sopra mi sembra che stia marciando sotto la pioggia !)
Alle volte gli eroi li abbiamo vicini e non ce ne accorgiamo. Forse pensiamo che sono quelli che imbracciano il fucile e vanno a fare le guerre di indipendenza. Invece gli eroi sono quelle persone che coltivano i loro sogni giorno per giorno, senza mai mollare.
Io da Daniele ho sentito solo belle parole. Quante volte abbiamo parlato di alcune discussioni lette sui blog balkanici, magari mentre io ero disperata e lui :
- Ma Lina, che ci vuoi fare, sono persone cosi' e tanto raccolgono quel che seminano.
Dany semina bene perchè raccoglie tanta simpatia e tanti amici.
Adesso faccio una cosa fuori legge. Posto il suo balcone di casa senza aver chiesto il permesso.
Ti avviso Dany che se mi denunci mi porti le arance per tutta la vita in carcere oppure ti fai rinchiudere con me e parliamo di Balcani tutta la vita.
E' meglio se non mi denunci !
Album di густомаина
Thursday, November 5, 2009
Moreno Locatelli
E' dedicato a Beppe e a Roberto perchè non perdano di vista la famosa frase : "Quando pensi di aver capito tutto dei Balkani è proprio il momento in cui non hai capito niente" ed è dedicato a me perchè io mi spezzo ma non mi piego, vado sempre avanti, ma spesso mi è capitato di vedere una cosa molto triste ovvero che i miei errori li pagano altri.
Moreno Locatelli aveva 34 anni, era disarmato, attraversava in pace e per la pace il ponte simbolo di Sarajevo, citta` martire di questo secolo di sangue e tragedie. Sul ponte Vrbanja insieme a Moreno erano saliti altri quattro italiani. Sulle due sponde del fiume Miljacka, divise dalla guerra, i fucili erano puntati. Sopra il ponte camminava la speranza, coi passi lenti e misurati di un gesto politico non violento, cosi` mite ma cosi` dirompente in una citta` divorata dalla guerra. E’ stato colpito da un cecchino.
Locatelli, entrato nell'associazione pacifista Beati i Costruttori di Pace, si era recato a Sarajevo allo scopo di manifestare a favore di una soluzione pacifica della guerra civile fra etnie bosniache e serbe; la vita civile nella città era completamente paralizzata dalla presenza di cecchini che sparavano su chiunque fosse a tiro.
Il 3 ottobre 1993, con altri quattro pacifisti (Luigi Ceccato, padre Angelo Cavagna, Pier Luigi Ontanetti e Luca Berti, che con lui a Sarajevo stavano realizzando il progetto "Si vive una sola Pace") stava attraversando il ponte Vrbanja sul torrente Miljacka, che divide la città, per un'azione simbolica rivolta alle due parti in conflitto: volevano deporre una corona di fiori sul luogo delle seconde vittime di quella guerra (Suada Dilberovic' e Olga Sucic'), e quindi offrire del pane ai soldati bosniaci e a quelli serbi, che si fronteggiavano dalle sponde opposte del ponte; di questa piccola manifestazione erano state avvisate le milizie in conflitto.
Sul ponte venne raggiunto dai colpi di un cecchino, Caco, musulmano, quando assieme ai suoi compagni stava ritornando sui suoi passi a seguito di alcune mitragliate di avvertimento. Morì dopo due interventi chirurgici, le sue ultime parole furono «Stanno tutti bene?» riferendosi ai suoi compagni sul ponte. La sua uccisione è interpretabile come dettata dalla cinica volontà di riaffermare l'esistenza della linea della morte che divideva in due la città.
Intervista a Gigi Ontanetti
Ricordando Moreno Locatelli. OBC
Tuesday, November 3, 2009
EYOT
E si, un'altra cotta ! Ma non si poteva fare diversamente ! Questi ragazzi sono proprio proprio belli, anzi bellissimi e anche bravissimi !
Quello che mi stupisce dei serbi è la semplicità e la sincerità. Non tutti naturalmente, ma in molti vedo doti che ti fanno capire che tipi sono.
Ringrazio questo gruppo che ha subito risposto alle mie domande in maniera gentilissima.
Siamo sicuri di far contento Riccardo con questo gruppo che sapete di dov'è ? Niente poco di meno che di Nis !
E sono stati anche in Italia partecipando ad "Umbria jazz" !!!
Adesso pero' mi devo affidare un po' alla mia stregoneria per la traduzione.
Credo che Eyot voglia dire isolotto e i membri del gruppo sono quattro :
Dejan Ilijic / composer & piano
Sladjan Milenovic / Guitar
Marko Stojiljkovic / Bass
Milos Vojvodic / Drums
Facciamo una cosa intelligente ! Onde evitare grane vi copio/incollo quello che mi ha scritto Dejan :
I founded Eyot at the end of 2007. Some of the main information are that we played this year at the Umbria Jazz Balkanic windows contest and we where selected among 3 winners with one Hungarian and one Slovenian band in a competition of 28 bands of the Balkan. That brought us a title "one the most promising bands in Serbia"
Later we had a great performance on Nisville jazz festival.
The one on the right side on the myspace link was selected as a Daily fetaured video (24.09.2009) on a famous jazz web-site All About Jazz and we are the first band from Serbia to get there.:)
Later on, when Earl Grice saw that, he is a drummer of a famous guitarist Ronny Jordan, he named us " Nirvana of the Europian jazz" and on my space you can see one nice review of our performance by jazz pianist Sarah Jane Cion.
The band is now headed to the studio (next Sunday) and we are going to record our first record and the album will be released for American label "Ninety and Nine Records" probably in January.
"Their music represents a musicians hungering for a fresh sound, blending the culture of jazz, the sophistication of classical piano, the gritty elements of East European folk music, and just a hint of smooth electronic fusion..."
I hope in the spring we will be in a chance to play an Italian tour.
Best,
Dejan
Musician Dejan Ilijic pulls listeners through a deep groove of love, life and loss. Ilijic and his highly permeable musical soul has been punctured and inundated by dozens of musical traditions, from his grandmother's traditional lullabies in lilting 7/8 time to the pounding beats of Coltrane and the soothing tug of John Scofield's fusion. He has the languages of music under his fingers, from Mozart to Piazzolla, Bill Frisell to Moby, and the beat of his people is in the simple twist of his wrist across the black and whites. From Macedonia to New York, this completely original music is both new and old, gorgeous in its execution and its implications. His projects and ambitions run deep, and the heart in everything he touches runs deeper. Listen to his music for true depth of understanding; from politics and religion to freedom, love, suffering, and more, Ilijic's music explains much of the inexplicable in life… And more importantly, it's highly listenable!..."
"We need Art like Dejan's in our world!"
Jessica Williams
Dejan Ilijic
EYOT
EYOT final song @ Nisville jazz fest 2009
Monday, November 2, 2009
Behind Enemy Lines
Senza esagerare vi posso dire che ho visto questo film almeno 10 volte.
Conosco tutti i particolari, gli attori, le scene più elaborate.
Da una parte lo odio, dall'altra lo amo. Lo odio perchè è antiserbo e lo amo perchè è fatto molto molto bene.
Per chi non conosce il mondo amatoriale, questo film è un'opportunità per capire il valore di una ricetrasmittente in caso di guerra.
Per chi non ha idea di cosa siano le bombe, questo film è un'opportunità per capire.
Di sicuro ci sono alcune incongruenze, perchè la storia è ambientata nel sud ovest della Bosnia e non mi risulta che vi siano quei paesi e nemmeno mi risulta vero il nome del comandante serbo, anche se il film è tratto da una storia veramente accaduta.
O meglio, spieghiamoci bene.. La storia veramente accaduta è che un caccia americano è stato abbattuto sui cieli della Bosnia. Tutto il resto è solo ed unicamente film.
Sperando di non scatenare un vespaio vi spiego la trama:
Si direbbe che Behind esca in una contingenza fortunata. Molto della nostra vita si riferisce al "dopo 11 settembre", figuriamoci un film di guerra. Dunque un riflusso di patriottismo che sembrerebbe aderire in generale alle storie di guerra americane. In questo caso c'è persino la location che, volendo, sarebbe a sua volta "favorevole", nel senso che la guerra dei Balcani ospitava etnie musulmane estremiste buone per tutti i terrorismi e tutte le guerre. Solo che Chris Burnett, il protagonista, è un militare ironico e tormentato, molto lontano dal concetto "patria e obbedienza" che è la bandiera dell'esercito USA, e non solo di quello. Comunque vorrebbe combattere sul serio, perché il suo comandante (Hackman) gli ha sempre affidato ordinaria amministrazione. Volando per provare una nuova macchina fotografica, viene abbattuto dalla contraerea serba. Rimasto solo nei boschi e nel freddo, sperimentata la crudeltà del nemico che gli ha ucciso un compagno, Chris lotta per la sopravvivenza. Nel frattempo il comandante ha organizzato il soccorso. Il film prende spunto dalla storia vera di Scott O' Grady, un ufficiale dell'aviazione che visse, appunto, una vicenda simile. Il regista Moore è una new entry con matrice (ma guarda) pubblicitaria che salta all'occhio. Dunque eccesso di montaggio e anche di "espressione" che però a volte giova, come nella scena madre dove Chris si salva fingendosi un cadavere in una fossa comune.
My movies
UNPROFOR.. pochi sanno che ci hanno portato il conto e anche salato per questa missione !
Scott O'Grady
Mrkonjic Grad
Trailer
Sunday, November 1, 2009
Il nostro campione Umberto !
Umberto ha preso un altro premio !!
E' il Premio letterario nazionale "Erice Anteka"
Siamo cosi' contenti che non stiamo più nella pelle !
Umberto ha vinto con un racconto che si intitola Spittifair. Se ce lo richiedete tramite mail , ve lo possiamo mandare.
Grazie grande Umberto, non vediamo l'ora di leggere il tuo prossimo libro.
Broj jedan per noi !
Umberto Li Gioi
Tuesday, October 27, 2009
Il Lago di Bled in Slovenia
A me si, spesso, ma se sono dette a fin di bene non sono peccato.
Quindi, ragion per cui, vi posso dire che la nostra amica "Angelka" ha un amico favoloso di nome Adam, che è stato spesso in ferie in un paradiso terrestre di nome "Bled" in Slovenia.
Ad Adam dedichiamo questo bellissimo post facendogli i complimenti per quanto è carino e anche perchè è un grosso imprenditore italiano e sta facendo di tutto per salvare la nostra economia. Grande Adam !
Una delle più rinomate e incantevoli bellezze della Slovenia è sicuramente il lago di Bled. Fu formato dal ghiacciaio del Triglav, l'isolotto invece è emerso in superficie poco dopo e con il suo fascino ha subito attratto l'attenzione pubblica. L'isola di Bled è l'unica isola lacustre naturale della Slovenia. Sin dalla sua nascita l'isolotto al centro del lago di Bled fu considerato depositario di una missione divina e su di esso iniziarono ad adorare le divinità.
Il visitatore può solcare la superficie del lago di Bled a bordo delle tipiche imbarcazioni, una specie di gondola alpina, denominata “pletnja” (barca coperta). Soltanto con queste è possibile raggiungere l'isola. Una volta sbarcati, 99 gradini vi separano dalla vetta, dove vi attende la chiesetta e la campana dei desideri, una particolarità della chiesa insulare, oggetto di attrazione per molti turisti. Sono rari i turisti che vengono in Slovenia e tralasciano una visita a Bled, rinomato proprio per il suo lago alpino.
Lago di Bled
P.s. Ogni domanda privata va fatta per mail balkan_crew at yahoo.it
N.b. Il Lago di Bled esiste veramente; è sull'esistenza di Angelka, tanto bella che sembra finta, che nutriamo qualche dubbio !
Sunday, October 25, 2009
Artur e Marina e Roberto e il giornalismo
come abbiamo più volte ribadito il nostro blog non si occupa di politica. In realtà tutti noi ci occupiamo anche di politica nella nostra vita privata o discutendo su altri blog.
Balkan-crew è nato per parlare di cultura, tradizioni, musica, cucina e tutto cio' che unisce e non divide e poi ci sono già molti altri blog che trattano la politica balkanika.
Purtroppo ogni tanto si sfora, perchè le nostre vite sono immerse nella politica e il primo problema che questo blog ha trattato è stato il problema del "visto" che è molto legato alla politica, perchè ogni legge sull'immigrazione cambia la vita dei popoli.
Ora tengo a precisare che questo post non è fatto per fare della propaganda politica, ma bensi' per aiutare tre amici che da molto tempo si occupano di Balkani.
Questi tre amici sono Roberto Spagnoli, Artur Nura e Marina Sikora e dalla notte dei tempi hanno una trasmissione su Radio Radicale dedicata appunto ai Balkani.
Radio Radicale è in pericolo e c'è chi dà colpa alla crisi, chi alla nostra politica dell'informazione, chi ad altri fattori, ma noi abbiamo un solo desiderio : ovvero che queste persone possano ancora svolgere il loro prezioso lavoro.
Sappiate che in ogni parte del mondo non è facile avere un'informazione corretta.
Non è raro, purtroppo, sentire al tg che un giornalista ha perso la vita e uno dei miei ideali di vita sono stati Ilaria Alpi e Miran Hrovatin ai quali va un affettuoso pensiero da parte di tutta la nostra ciurma.
Io, nella trasmissione di Roberto, Artur e Marina, ho visto la limpidezza, la freschezza e l'onestà del buon giornalismo.
E poi dobbiamo festeggiare i tre anni di passaggio a sud est col suo autore : Roberto.
Grande Robi !! Bravo e bello.. le ragazze della nostra ciurma sono tutte pazze di te !!
Artur Nura è un giornalista albanese nato a Tirana. Di lui dice:
"Sono un giornalista albanese Free Lance. Corrispondente di Radio Radicale. Ho scritto in lingua inglese per Central Europe Review, che oggi si e' convertita in Transition On Line, TOL. Sono stato per tre anni il capo redattore di GjeliVizion, un'emittenete televisiva locale della capitale albanese (Tirana) ed in cui ho condotto due programi diversi: un Forum - Sondaggio Televisivo a filo diretto ai cittadini, e un altro a livello profesionale.
Ho ricominciato a scrivere anche per i giornali Albanesi principalmente "Standard" e balkanweb.com sezione analisi".
Artur Nura
www.arturnura.com
Marina Szikora, 50 anni, croata, nata a Zagabria, vive a Budapest (Ungheria), laureata alla Facolta’ di Filosofia dell’Universita’ di Zagabria in lingua e letteratura italiana e letteratura comparata. E’ consigliere generale del PRT e corrispondente di Radio Radicale. E’ stata rappresentante del PRT per le attivita’ politiche in Europa centrale e sudorientale nonche’ rappresentante radicale alla Commissione per i diritti umani alle Nazioni Unite di Ginevra.
Marina Szikora
Mi chiamo Roberto Spagnoli, sono nato a Verbania, sul Lago Maggiore, sono giornalista professionista e lavoro a Radio Radicale.
Non sono mai riuscito a fare progetti sul mio futuro, ma ho sempre avuto le idee abbastanza chiare su quello che NON avrei voluto fare nella vita.
Le mie prime esperienze radiofoniche risalgono alla seconda metà degli anni '70, all'epoca delle "radio libere". Anni di grandi speranze e di gran divertimento.
Raggiunta la maggiore età e conquistata la maturità (nel senso di diploma), mi sono iscritto al Dams di Bologna e me ne sono andato di casa trasferendomi a Milano. Volevo fare l'artista e ho lavorato qualche anno in vari gruppi di teatro underground (nel vero senso della parola). Nella "Milano da bere" per me sono stati anni di autentica vita bohemienne. Poi grazie ad un laboratorio teatrale con Giorgio Albertazzi ho capito che il palcoscenico non era roba per me.
Assolti i miei doveri verso la patria (venti mesi di servizio civile sulle ambulanze) mi sono trasferito a Roma e dopo una breve esperienza di lavoro nel cinema (non come attore) ho lavorato per sette anni al Partito radicale attraverso il quale sono approdato a Radio Radicale rendendomi conto che in fondo il giornalismo era stato sempre il mio interesse.
Mi piace molto viaggiare e mi piace altrettanto tornare a casa. Quando posso volo in mongolfiera. Mi piace il mare, amo molto la musica e stare a tavola con gente simpatica.
Cerco di fare il mio lavoro meglio che posso. Ho cominciato a occuparmi con continuità di sud est europeo quasi per caso più o meno sei anni fa e se c'è una cosa che ho imparato in questo tempo è che quando si parla di Balcani non bisogna avere certezze perché quando si pensa di avere capito tutto è proprio il momento in cui si sta andando fuori strada."
Passaggio a sud-est
Dopo 33 anni che Radio Radicale, per generale riconoscimento, ha svolto e svolge un servizio pubblico senza precedenti e senza confronti possibili, si è forse sul punto di impedirle proprio questa funzione e proprio nell'attuale contesto della comunicazione e della democrazia in Italia.
Thursday, October 22, 2009
Rita e "Il giardino dei giusti"
In un'epoca nella quale siamo ormai abituati a sentire solo di violenze, cattiverie e prevaricazioni sui deboli, avere notizia che c'è anche il "Bene" e che esso talvolta trionfa, è indubbiamente una cosa che fa scalpore.
Sono spesso le persone semplici, gli ultimi, a dare esempio di bontà e ad agire contro corrente e certamente non si tratta di gente animata da una fede o da un'ideologia, ma di persone che obbediscono alla propria coscienza, che nutrono sentimenti di umana solidarietà e senso di giustizia e che talvolta passano inosservati.
Si tratta di Giusti, di modelli esemplari della veglia della coscienza di fronte al male e all'ingiustizia e vanno ricordati.
Per questo ad essi è dedicato il Giardino dei Giusti del Mondo di Padova, nato con lo scopo di far emergere il concetto di giusto come universale, indipendentemente dal particolare contesto storico o geografico e di rendere omaggio a coloro che si sono opposti ai crimini contro l'umanità perpetrati a partire dal secolo scorso.
Sul muro che lo delimita è citata la frase di Hannah Arendt, There is always an option to say Yes or No, Si può sempre dire un sì o un no, sintesi perfetta del libero arbitrio e della scelta etica.
Qui ciascun Giusto viene onorato con una pianta recante il suo nome ed in un centro di documentazione vengono raccolte le vicende dei Giusti, allo scopo di tenere vivi e trasmettere la memoria ed il valore del loro operato.
Questo giardino, in località Terranegra, confina con un argine e l'ambizioso progetto è di farlo proseguire salendo con le piante lungo l'argine stesso, fino all'incrocio con il Bacchiglione, per poi seguire il corso del fiume raggiungendo l'Adriatico, scandendo così un percorso, una Via dei Giusti.
Attraverso il loro esempio la città di Padova vuole far riflettere tutti noi, ma in particolare i giovani, con l'auspicio che sappiano mantenere vigile la propria coscienza ed effettuare sempre scelte etiche nel rispetto della dignità umana.
Un anno fa è stato inaugurato il Giardino dei Giusti del Mondo di Padova, con la messa a dimora di dieci piante dedicate a dieci Giusti di quattro diversi genocidi (Armenia, Shoa, Ruanda, Bosnia) ed il 18 ottobre scorso ne sono stati piantati altri dieci.
La storia di Ivanka Sucur della delegazione bosniaca, presente alla cerimonia con Elvis, è stata particolarmente commovente, un vero esempio di “bratstvo i jedinstvo”.
Di etnia croata, ella è nata nel 1950 a Kakanj, in Bosnia Erzegovina. Durante l'assedio di Sarajevo suo marito fu ucciso dalle forze serbo bosniache e lei rimase vedova con tre figli. Il 16 ottobre 1993 uscì di casa per rimediare del cibo e dell'acqua, nonostante sulla città fosse in corso un pesante bombardamento. Nel quartiere periferico di Hrasnica trovò un bimbo abbandonato, di circa un anno e mezzo. Lo prese con sé e lo portò in salvo. In un contesto così drammatico, devastato dalla propaganda nazionalista e dal fanatismo religioso, le autorità competenti rifiutarono di prendersi carico del bambino, perché non se ne conosceva l'identità. Ivanka lo portò a casa sua. Mentre lo stava cambiando trovò un pezzo di carta su cui era scritto: Elvis, nato a Capljina il 9 gennaio 1992. Qualche mese dopo Ivanka scoprì che il bambino era di famiglia musulmana, che la madre era morta e il padre lo aveva abbandonato, e decise di tenerlo con sé come un quarto figlio. Per questo gesto generoso Ivanka Sucur ha dovuto fronteggiare anche l'ostilità di chi avversava qualunque forma di riavvicinamento fra le diverse etnie. Ivanka è riuscita ad assicurare un'esistenza dignitosa al bambino, lasciandogli tra l'altro, lei cattolica, piena libertà di scegliere il suo credo religioso, e oggi Elvis è musulmano. Con la sua azione, così nobile e così profondamente umana, Ivanka Sucur è un modello esemplare, cui possono guardare quanti hanno a cuore la riconciliazione e la pace. Nel 2008 le è stato conferito a Sarajevo il premio Dusko Kondor al Coraggio Civile, promosso da GARIWO Sarajevo.
Rita Bettin
Tuesday, October 20, 2009
Ohrid and Kliment and Elisa and...
Da Maggio ad Agosto, ci sono piovute tante favole che abbiamo veramente pensato di non farcela.
Naturalmente fa molto piacere vedersi arrivare delle mail con dei complimenti, ma c'erano dei periodi in cui non si riusciva a rispondere a tutti in tempi normali e si andava verso tempi biblici.
Questo anche perchè ci sono arrivate tante richieste diverse tra cui una ragazza che non sapeva se il fidanzato fosse serbo o albanese. Molti eventi musicali e alcuni meetings non hanno potuto trovare lo spazio necessario, perchè più di un post al giorno non si puo' sparaflesciare.
Tre giorni fà è successa nuovamente un cosa carina: ci sono piovute due favole meravigliose.
Kliment ed Elisa sono veramente un coppia carina. Macedone lui e italiana lei, vanno d'amore e daccordo.
La prima cosa che ho pensato quando li abbiamo conosciuti è stata : speriamo ci portino bene per questa nuova legge sui matrimoni misti che, scusate, ha un bel po' di razzismo incorporato, perchè sono diventati praticamente impossibili.
Le persone si innamorano al di là delle frontiere, perchè l'amore non ha confini.
Chissà quando avremo dei politici intelligenti che lo capiscono.
Quindi, questi due bei ragazzi ci hanno fatto un bellissimo regalo: le foto di San Clemente di Ohrid, un gioiello !
E sempre sulla Macedonia ricordiamo Transbalkanika di Giulia Salmaso
Quella che segue è una mail privata, ma è cosi' bella che ho deciso di pubblicarla, nella speranza che Francy e Kli mi perdonino !
Ciao Kliment
Che gioia di trovare gente come te in rete! Hai subito capito lo spirito di Balkan-Crew.
E noi siamo fierissimi di allargare la nostra ciurma, quindi a te ed alla tua fidanzata un grandissimo benvenuto!!!
(E questa settimana hai un post dedicato a te su Balkan e poi anche il post apparso oggi potrebbe interessarti, parliamo di un artista di Skopje molto bravo ...che espone in Italia - a Genova).
Ti mando un caro saluto dalla Svizzera
Ciao
Francesca (Sajkaca)
Per cio' che riguarda le coppie ultrashengen ricordiamo Ciccio e Biljana e
Alessandro e Tamara, Ivan e Dafne di burek eaters e, naturalmente, Francy e Nemanja.
Sunday, October 18, 2009
Miroslav Masin - pittura in Macedonia
Me l'ha fatto conoscere la mia amica Biljana e quando sono andata a curiosare fra i suoi lavori, sono rimasta colpita dall'estetica dei suoi disegni e dalla forza che trasmettono vedendoli nell'insieme.
Miroslav Masin e come l'uomo fu creato dalla trota di Ohrid
La trota di Ohrid è un pesce endemico della Macedonia che si differenzia dagli altri pesci nell'anatomia, nel colore e nelle abbitudini - quindi ha abbastanza possibilità per creare un uomo -oppure per Miroslav Masin di orchestrare la rapsodia visuale della trota di Ohrid.Così Masin ha creato una serie di quadri esperimendando con la simbolica di questo pesce speciale, fingendo una specie di storia dell'evoluzione dalla trota all'uomo, usando espressioni della mitologia e delle favole.
Vedete una serie di quadri che passano da simboli di fertilità, di vitalità per comporsi poi in un uomo trota....ogni quadro in qualche modo incatenato con l'altro..
Questa era per esempio una mostra al Cultural Center “Grigor Prlicev” a Ohrid (Macedonia) nell agosto del 2008 e che potete vedere qui sul suo sito.
La serie cicli di trasformazione creata nel 1998
Sul suo sito vedete che è molto attivo e che ha esposto in molte gallerie in giro per il mondo
(Macedonia, Serbia, Montenegro, Inghilterra, Moldavia, Rep. Ceca, Australia, Danimarca, Francia, Bulgaria, Germania, Turchia e USA).
Qualche dato biografico: Miroslav Masin è nato nel 1963 è si è diplomato nel 1988 all'academina di arte di Skopje e poi ha studiato in Inghilterra, in Francia ed i Cechia. Indirizzo: Ul. 1257 br. 2, n.Jurija - G. Petrov, 1000 Skopje, R. Macedonia; Studio (++389) 02 20 37 222;
Sito internet: www.masin.com.mk
TRASLOCO
In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia Ci siamo trasferiti in 5 altri siti Uno si chiama ...
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Contrariamente a quanto preannunciato anticipiamo il post sulla Libia. L'intervento NATO in Libia è molto simile a quello in Kosovo nel...
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Come ogni domenica anche quella passata avevo degli ospiti in campagna, ma stavolta gli è andata male. Ho messo la zia a lavorare ! Le ho de...
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Carissimi, oggi è uno dei giorni più brutti della nostra vita. Francesco non è più con noi. Per tutta la settimana scorsa non h...