Wednesday, February 18, 2009
Parenti!!!
Il post di oggi tratta una particolarità della lingua serba (che vale un po' per tutti i balcani) e che la rende molto più ricca di altre: si tratta della terminologia di parentela. In Serbia è facile mettersi a chiaccherare con la gente, specialmente nei piccoli villaggi. Questa esperienza l'ho fatta in uno dei miei primi viaggi nel sud della Serbia. Quando fotografavo case tradizionali, mio marito chiaccherava un po' con il propietario della casa, e quasi sempre ci invitavano per una tazza di caffè.
Arrivava anche il resto della famiglia e si presentavano un po' tutti, ma normalemente non per nome, ma per grado di parentela: se si trattava di brat (fratello) oppure sestra (sorella) capivo anch'io di chi si trattava (anche se in Serbo sono termini che intendendono veramente il fratello o la sorella, ma vengono utilizzati anche per i cugini!) ma quello che mi pareva più complicato era la terminologia per il resto della famiglia: per esempio, il fratello della mamma (da noi zio) si chiama ujak , la sua moglie è la ujna (da noi zia) il fratello del padre si chiama stric (da noi zio) la sua moglie strina (da noi zia) la sorella della mamma è la tetka (da noi zia) il suo marito è il teča (da noi zio) capite che voglio dire? In italiano ce la caviamo con zio e zia, ma in serbo bisogna essere molto più precisi!!!
Qui vi ho messo una tabellina (purtroppo l'ho trovata solo in inglese sarebbe da tradurre...)
Il motivo di questa terminologia sta nella vecchia organizazione della società nei balcani: la zadruga. La zadruga era formata normalemente da una famigila o un clan di famiglie che tenevano i loro beni, i loro terreni ed i soldi in comune, con il personaggio più vecchio e capace (il patriarca) che dirige e prende decisioni per la famiglia. Cosi i ruoli erano predefiniti e si diede un nome per ogni parente che viveva nel clan.
La zadruga era basata sul sistema patrilocale. Normalmente quando si sposa una figlia, ella lascia la sua zadruga e va a fare parte di quella del marito. Nella zadruga ogni membro collabora secondo le sue capacità per garantire il benessere di tutti i membri.
Nell 19esimo secolo però il sistema delle zadruge crollò e i gruppi divennero troppo grandi e malmaneggiabili. Quel che è rimasto è che comunque il lignaggio (la discendenza in Serbo la "vamilija") è rimasta un fattore molto importante. E' una preoccupazione per la famiglia, il sentirsi responsabili l'uno per l'altro, perchè si condivide il nome e il santo di famiglia, il desiderio di lasciare eredi (sopratutto maschi, visto che solo loro tramandano il nome) fanno ancora parte in modo significante della vita ne balcani.
Tralaltro i villaggi che sono originari di Zadruge si riconoscono dalle finali del nome, perchè finiscono in: -ivci, -evci, -ovci, -inci, -ci, -ane, -ene.
Un altra cosa interessante è che esiste un nome per i bisavoli fino a 16 generazioni! Per esempio se uno vi parla del suo "sukurdol" parla del suo bisavolo di 10 generazioni fa.
In italiano non esiste una parola esatta per ciò, si direbbe bis-bis-bis-bis-bis-bis-bis-bis-nonno. Dopo il trisavolo o quadrisavolo...non credo che ci siano parole.....qui la tabella!
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4 comments:
bel post ma che caos !!
adesso ho capito perchè la mia amica sandra chiamava fratello suo cugino !
..e pensare che da noi spesso nn ci si conosce nemmeno fra cugini..
Bellissimo post.
Rita
I nomi del parentado mi sono ostici come i nomi dei mesi in croato..
Non riesco proprio a impararli!
ah.. allora non sono solo io che ho dei buchi neri per il serbo-croato !!
grazie beppe, mi tiri un po' su il morale !
e grazie rita, parole sante le tue !
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