Chi si ricorda di Bruno di Sarajevo che non è Bruno Maran , ma una delle tante altre favole caduteci come sempre come polvere di stelle ?
Bè... ce ne ha raccontata un'altra.
Sempre col suo camper sempre in movimento, un anno, era capitato in Bulgaria per trovare una ex collega che aveva lavorato in Italia.
Bruno non era solo, ma bensì con la moglie e un'altra coppia di amici.
La ragazza bulgara mostra orgogliosa il suo paese e poi invita i 4 italiani a casa sua.
Loro accettano e si trovano dentro una casetta così tanto povera che non credono nemmeno loro che sia abitabile.
I genitori della ragazza ospitano in casa un bambino che era costretto a chiedere l'elemosina.
Viene servito agli ospiti italiani il caffè turco e poi, tra un discorso e un altro, con la ragazza che traduce, la mamma della ragazza invita i 4 italiani a cena.
Dopo un po' di titubanza ... gli italiani.. accettano.
La signora raccoglie alcune verdure nell'orto e prepara un minestrone. Il marito esce e torna dopo mezz'ora con 4 fette di prosciutto e 2 pomodori.
Erano in 8 e a Bruno gli si gela il sangue.
La cena si svolge in allegria e Bruno inizia a chiedere al padrone di casa se ama i prodotti italiani. Lui risponde di sì e dopo cena Bruno si fa accompagnare al camper e inizia a dirgli :
" Ti piace questa pasta ? Assaggiala .. e questi peperoni sott'olio ? Provali ... "
Bruno riempie quella famiglia di provviste e riparte per l'Italia.
Quando ho sentito questa storia, mi si è riempito il cuore di gioia.
Questa è la stessa storia che vivo io da 10 anni.
Vado in Serbia, mi ospitano e mi danno la verdura dell'orto. Io porto la cioccolata e il caffè italiano. Ci scambiamo poche cose , ma quanto affetto c'è in questo scambio !!!
La Sarajevo di Bruno