Nel Maggio scorso, sono andata a vedere il salone del libro di Torino.
C’era un po’ di apprensione perché il salone era dedicato ad Israele, ma per fortuna tutto si è svolto in maniera pacifica.
Io ero particolarmente incuriosita dalla conferenza stampa di Aleksandar Gatalica, scrittore serbo di Belgrado.
A dir la verità , io come tanti altri, eravamo interessati al presentatore del nuovo libro di Gatalica : Predrag Matvejevic.
Ma andiamo con ordine. Gatalica è nato a Belgrado e si è laureato in “Letteratura generale mondiale”. Ha pubblicato diversi libri ed anche alcuni saggi musicali. Qui il nostro Skender si illumina d’immenso. Attualmente lavora nella casa editrice Evropa ed è critico musicale nel “Programma 202” di radio Belgrado.
E’ venuto al salone per promuovere il suo nuovo libro : “Cento e una storia di un secolo”.
Durante la conferenza si è letto un racconto tratto da questo libro e siamo rimasti tutti affascinati da come questo scrittore racconta avvenimenti realmente accaduti , ma li mette in chiave romanzesca e li fa sembrare surreali.
Tutti gli occhi erano però puntati su Predrag Matvejevic, nato a Mostar da madre croata e padre russo. Ha insegnato lettere all’Università di Zagabria e alla Sorbona di Parigi. Attualmente insegna all’Università La Sapienza di Roma , ma fa anche parte dei saggi che a Bruxell studiano le varie culture europee e le loro possibili integrazioni.
Matvejevic è un uomo di un calibro infinito. Molte opere, molti premi e riconoscimenti, ma tutti lo ricordano per una condanna inflittagli dal tribunale di Zagabria per un piccolo articolo apparso su un quotidiano croato. Il motivo della condanna ? Matvejevic non poteva scrivere che molti poeti e letterati della ex-yu si erano resi complici, con degli scritti, della macchina di istigazione bellica dei leaders nazionalisti di Croazia, Bosnia e Serbia.
Tutto il mondo letterario si è rivoltato in maniera unanime a questa condanna. La censura è una cosa che pensavamo di altri tempi, non è possibile in democrazia. Matvejevic ha vinto in solidarietà, mentre il tribunale di Zagabria dovrebbe rivolgere le sue attenzioni ai criminali di guerra più che agli scrittori che cercano la pace.
C’era un po’ di apprensione perché il salone era dedicato ad Israele, ma per fortuna tutto si è svolto in maniera pacifica.
Io ero particolarmente incuriosita dalla conferenza stampa di Aleksandar Gatalica, scrittore serbo di Belgrado.
A dir la verità , io come tanti altri, eravamo interessati al presentatore del nuovo libro di Gatalica : Predrag Matvejevic.
Ma andiamo con ordine. Gatalica è nato a Belgrado e si è laureato in “Letteratura generale mondiale”. Ha pubblicato diversi libri ed anche alcuni saggi musicali. Qui il nostro Skender si illumina d’immenso. Attualmente lavora nella casa editrice Evropa ed è critico musicale nel “Programma 202” di radio Belgrado.
E’ venuto al salone per promuovere il suo nuovo libro : “Cento e una storia di un secolo”.
Durante la conferenza si è letto un racconto tratto da questo libro e siamo rimasti tutti affascinati da come questo scrittore racconta avvenimenti realmente accaduti , ma li mette in chiave romanzesca e li fa sembrare surreali.
Tutti gli occhi erano però puntati su Predrag Matvejevic, nato a Mostar da madre croata e padre russo. Ha insegnato lettere all’Università di Zagabria e alla Sorbona di Parigi. Attualmente insegna all’Università La Sapienza di Roma , ma fa anche parte dei saggi che a Bruxell studiano le varie culture europee e le loro possibili integrazioni.
Matvejevic è un uomo di un calibro infinito. Molte opere, molti premi e riconoscimenti, ma tutti lo ricordano per una condanna inflittagli dal tribunale di Zagabria per un piccolo articolo apparso su un quotidiano croato. Il motivo della condanna ? Matvejevic non poteva scrivere che molti poeti e letterati della ex-yu si erano resi complici, con degli scritti, della macchina di istigazione bellica dei leaders nazionalisti di Croazia, Bosnia e Serbia.
Tutto il mondo letterario si è rivoltato in maniera unanime a questa condanna. La censura è una cosa che pensavamo di altri tempi, non è possibile in democrazia. Matvejevic ha vinto in solidarietà, mentre il tribunale di Zagabria dovrebbe rivolgere le sue attenzioni ai criminali di guerra più che agli scrittori che cercano la pace.