Ogni tanto riguardo le foto del primo viaggio in Serbia e sempre mi tornano alla mente quelle emozioni fortissime che non potrò mai dimenticare.
Se penso che mio marito era contrario o penso che se non fossi stata radioamatrice non avrei conosciuto i Balcani , mi sento male, perché dopo 6 anni ringrazio ancora Dio di come sono andate le cose e di aver conosciuto un altro mondo, quello balcanico appunto.
Quell’anno, il 2002, era l’anno dei mondiali di calcio.
Ero andata fino a Venezia in treno, per poi continuare in macchina con Vera. Non conoscevo ancora ne Vera, ne lo splendido marito, ne la splendida figlia
Appena partite da Venezia, già una coda senza fine in autostrada e la partita dell’Italia.
Continuavamo a chiedere notizie della partita alle auto o ai camionisti che avevano la radio e loro sempre a dire : zero a zero !!!
Dopo due orette la prima frontiera, quella slovena. Io che guardavo le Alpi tutte bianche non di neve, perché era giugno, ma bianche per effetto della roccia completamente bianca e incominciava a crescere la preoccupazione.
Vera incuriosita. Non sapeva che mi avevano spaventato tutti, in particolare la polizia.
Stavo andando incontro a quei serbi cattivi e l’avevo scelto io, nessuno mi aveva obbligato.
La prima frontiera è passata e la strada ha iniziato a farsi meno bella.
Fuori un caldo bestiale e la macchina carica fino all’inverosimile.
Nel viaggio ripensavo alla lettera che Vera aveva mandato alla mia procura :
“Richiesta di passaporto urgente per Lina, autista di una missione umanitaria”.
Al ricordo della parola autista Vera mi propone di guidare. Ricordo che mi ha detto : Lina, prova a vedere in quanto tempo frena l’auto.
E io : perché ?
Perché ??? L’ho capito al primo momento difficile. Ecco perché tutti i camion che scendevano dalla mia Valle di Susa andavano più adagio in discesa che in salita !
E’ impossibile fermare un’auto piena ! E’ un proiettile scagliato e non si ferma piu’.
Così quando ho guidato io, Vera s’è fatta un piccolo sonnellino per non morire di noia. Andavo ai 60 km/ora !
Seconda frontiera : Slovenia- Croazia. Una fila di chilometri e chilometri di camion in attesa del controllo. Il doganiere chiede i passaporti e ci guarda male.
Io stavo morendo di paura. Fa un giro attorno all’auto. Guarda Vera e il suo passaporto serbo. Forse era italiano, ma il cognome è decisamente serbo.
Poi guarda me e mi chiede : italiana ?
Si !
E cosa va a fare in Serbia ?
Turismo
Turismo ? In questo caso è meglio che si fermi in Croazia, non c’è nulla da vedere in Serbia. E’ arrabbiata che la Croazia ha battuto l’Italia ?
Si, molto, non ve lo meritavate.
Fino a qua aveva tradotto tutto Vera, ma l’ultima frase aveva tradotto : no non sono arrabbiata, avete giocato meglio voi.
Ma il doganiere a Vera: A me sembra che qui l’italiana sia arrabbiata !
E Vera : No, è una turista stupida, preferisce vedere la Serbia piuttosto che la Croazia. E’ proprio stupida !!!
E così il doganiere s’è messo a ridere e ci ha lasciate andare.
Io continuavo a guidare tra delle foreste secolari e un caldo afoso. Pensavo a mio marito che si lamentava della Salerno- Reggio Calabria !
Vacca boja, ma come le costruiscono le strade in Balkania ?
Vera mi faceva vedere i campi delimitati dal nastro rosso, erano i campi minati.
Poi finalmente siamo arrivate alla frontiera con la Serbia.
Avevo il cuore che palpitava a mille !
Questa è stata più difficile. Il doganiere era una donna che ha voluto controllare il carico. Se arrivava alle medicine chi glielo spiegava che erano per l’ospedale ?
Avrebbe anche potuto pensare che era un carico di droga.
Vera mi ha mandata in un ufficio con dei documenti e mi ha detto : cerca di farti capire, altrimenti vengo io..
Io non so cosa ho fatto, ne cosa ho pagato. Forse una piccola tassa come permesso di soggiorno o forse mi hanno fregato un po’ di euro.. difficile a dirsi.
Quando sono uscita Vera era ancora sotto il controllo della doganiera e io sempre con l’adrenalina in circolo vorticoso.
Di nuovo Vera mi dice di allontanarmi perché col mio italiano destavo sospetti.
Allora vado al bar e chiedo un cappuccino. Mi chiedono : cappuccino italiano ?
E io : si, grazie.
Allora mi mettono una tazza davanti, poi aprono una bustina e la versano dentro e poi prendono dal rubinetto dell’acqua calda e la versano nella tazza.
Io credo di essere stata li, impalata come se un mostro mi volesse rapire e portare nella sua caverna per mangiarmi un po’ alla volta.
Il signore del bar mi fa segno di girare. Giro e rigiro, ma c’è sempre un po’ di polvere che galleggia sull’acqua.
Improvvisamente arriva Vera e mi dice : Sbrigati Lina, quanto ci vuole per un caffè ?
Così chiedo il conto e ci rimettiamo in viaggio.
Ero in Serbia ! Strade peggio della Croazia, cappuccini non meglio identificati !!!
Ero nella corsia di sorpasso quando Vera urla : Lina, mettiti a destra.
Poi urla di nuovo : Lina a destra !
Finalmente capisco perché Vera urlava ! C’era uno contromano tranquillo come una pasqua.
E Vera ad urlare, ma guarda questo.. è un pazzo !!
No Vera, tranquilla, siamo in Serbia !!!
Monday, December 8, 2008
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7 comments:
faccio un appello a tutte le gendarmerie : in 6 anni mi sono stufata di essere perquisita da donne con tutti quei figaccioni uomini che ci sono !!
Devo sfogarmi! Io adoro la Serbia, appena posso, faccio di tutto per
andarci e andrei a viverci per sempre. Ma c'è UNA cosa veramente odiosa e fastidiosa di questo paese, che mi fa andare la pressione a 220! I doganieri arraffoni!!!
Ho varcato frontiere in sudamerica, in paesi che per reputazione sono del tutto corrotti, posti di dogana che per legenda sono un disastro: ma tutto questo non è niente in confronto alla maleducazione delle dogane serbe!!!
Se siete un semplice turista, fanno un po' i cafoni, s'inventano una tassa di pochi Euro e vi lasciano passare. Non è carino, ma in fondo per un turista un paio di Euro non sono la fine del mondo e per il doganiere la vita è già subito più interessante.
Ma se siete un "Gastarbajter" serbo che rimpatria, e avete una targa di un paese lontano che indica una ventina di ore di machina e quindi un enorme desiderio di passare senza grandi problemi, allora vi do subito un consiglio:
tirate fuori tutti i regali che avete portato per i vostri parenti, tutte le vostre cose di marca (Puma, Adidas, Gucci, LV etc.) e tutti i vari attrezzi che avete aquistato in occidente per lasciare nella casa in Serbia (trapani, machine del cafe, aspirapolvere, TV, stereo) e invitate il doganiere a scegliersi qualcosa.
Poi lo porterete voi nelle sua machina (lui non vi ha preso niente quindi!) date una piccola mancia (20€ dovrebbero bastare) e in pochi minuti passate la dogana.
Cosi evitate che vi tengano li ore e ore per spiegarvi che per il vostro trapano c'è una multa di 1000€ e altre notizie spaventose, e per proporvi quindi di mettere il trapano e varie altre cose che daltronde sarebbero delle multe tremende nella sua machina....e alla fine gli lasciate li tutti i regali e un po' di mancia ma avete perso almeno un'ora!
Le dogane serbe sono uno schifo e uno scandalo! Preparatevi al peggio!!!!
e tu pensa Francy che da 10 anni Vera ogni due mesi porta giu' degli aiuti umanitari e non ha mai dato uno spillo a nessun doganiere..
perchè ogni cosa che riesce a stare in macchina è frutto di tanti sacrifici e anche trasportare un carico pesante e ingombrante (alle volte ci sono delle macchine da cucire, degli strumenti musicali..)per poi vedersi fregare tutto alla frontiera è un po' troppo..
ma Vera conosce le parole giuste..
ha fatto adottare 80 bambini di cacak da 80 famiglie italiane ed è conosciuta in serbia...
cosi' appena le cose si mettono male inizia a dire: - il trapano non puo' passare ? un momento che chiedo al mio amico "tizio e caio" e fa il nome di qualche politico famoso
e il doganiere :- no no, lasci perdere, non telefoni, mi sono ricordato che il trapano è tra le cose che possono passare !!!
bhè non sono solo i doganieri serbi a rompere..diciamo che gli unici che non danno fastidio sono quelli tra italia e slovenia, ma solo perchè non c'è più frontiera!
temo che per buona parte la mia jugo nostalgia derivi proprio dal fatto che prima tutti 'sti bulletti in divisa non c'erano.
di solito mi sgridano per un buon 10' in croato o in serbo, a seconda, poi dopo una pausa breve :< ti nista ne rasumes, ah?>
e io < pa da,nesto rasumem..>
e loro (a dimostrazione della loro intelligenza) mi ripetono per filo e per segno quello che mi hanno appena detto, ovviamente in serbo o in croato, come sopra, poi incomincia la perquisizione dei bagagli, io in genere non porto ne trapani ne frullatori, infatti mi chiedevo da dieci anni che cavolo volessero da me;
conosco solo due modi per non sentirsi male:
1- (giovanilista e pericoloso) portarsi qualcosa di illegale e facilmente nascondibile: i controlli in genere sono grossolani e volti più alla sottrazione di beni che al rispetto delle leggi, quindi si avrà la soddisfazione di "averli fatti fessi" e non quella di essere stati matrattati pur essendo innocenti.
2-(per pacati quarantenni) approfittare del tempo per stirarsi la schiena,fare manutenzione all'auto, aggiungere acqua al tergicristallo,una riassettata all'abitacolo, mettere in ordine i CD, brandire un pannolino sporco di mia figlia piccola chiedendo dove lo si puo' buttare, con la leggerezza di quello che guidare 10 ore gli piace e che questa sosta ci voleva proprio, se no si arriva sporchi e in disordine: se non ti vedono in panico,né spazientito, smettono molto prima.
in ogni caso non dimenticate un grazie e arrivederci, prima di andarsene: fanno lo sguardo che fa una mucca quando vede passare il treno.
peppe
grande peppe, quella del pannolino mi ricordo che era la tattica di mio padre.. c'era sempre un sacco con la roba sporca e loro: vedere cosa c'è li..
ma niente...
vedere vedere..
e mio padre glielo apriva proprio sotto al naso
allora dicevano subito : vada vada !
Forse un pò di ragione potrei dartela, ma solo fino al 2003/2004. Dal circa quindici anni non ci sono più problemi. E credimi che io il viaggio avanti indietro lo faccio almeno dieci volte all anno. Sempre stracarico, sia in direzione est, sia in direzione ovest.
Caro William, probabilmente tu hai una targa serba e un faccino simpatico. Io ho conosciuto un medico di Torino che alcuni anni fa andava a comprare farmaci di contrabbando in Svizzera per gli ospedali italiani. Adesso per fortuna non ce n'è più bisogno, ma lui l'ha sempre fatta in barba a tutti i doganieri
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