Showing posts sorted by relevance for query matvejevic. Sort by date Show all posts
Showing posts sorted by relevance for query matvejevic. Sort by date Show all posts

Friday, January 30, 2009

A.GATALICA E P.MATVEJEVIC'



Nel Maggio scorso, sono andata a vedere il salone del libro di Torino.
C’era un po’ di apprensione perché il salone era dedicato ad Israele, ma per fortuna tutto si è svolto in maniera pacifica.
Io ero particolarmente incuriosita dalla conferenza stampa di Aleksandar Gatalica, scrittore serbo di Belgrado.
A dir la verità , io come tanti altri, eravamo interessati al presentatore del nuovo libro di Gatalica : Predrag Matvejevic.
Ma andiamo con ordine. Gatalica è nato a Belgrado e si è laureato in “Letteratura generale mondiale”. Ha pubblicato diversi libri ed anche alcuni saggi musicali. Qui il nostro Skender si illumina d’immenso. Attualmente lavora nella casa editrice Evropa ed è critico musicale nel “Programma 202” di radio Belgrado.
E’ venuto al salone per promuovere il suo nuovo libro : “Cento e una storia di un secolo”.
Durante la conferenza si è letto un racconto tratto da questo libro e siamo rimasti tutti affascinati da come questo scrittore racconta avvenimenti realmente accaduti , ma li mette in chiave romanzesca e li fa sembrare surreali.
Tutti gli occhi erano però puntati su Predrag Matvejevic, nato a Mostar da madre croata e padre russo. Ha insegnato lettere all’Università di Zagabria e alla Sorbona di Parigi. Attualmente insegna all’Università La Sapienza di Roma , ma fa anche parte dei saggi che a Bruxell studiano le varie culture europee e le loro possibili integrazioni.


Matvejevic è un uomo di un calibro infinito. Molte opere, molti premi e riconoscimenti, ma tutti lo ricordano per una condanna inflittagli dal tribunale di Zagabria per un piccolo articolo apparso su un quotidiano croato. Il motivo della condanna ? Matvejevic non poteva scrivere che molti poeti e letterati della ex-yu si erano resi complici, con degli scritti, della macchina di istigazione bellica dei leaders nazionalisti di Croazia, Bosnia e Serbia.
Tutto il mondo letterario si è rivoltato in maniera unanime a questa condanna. La censura è una cosa che pensavamo di altri tempi, non è possibile in democrazia. Matvejevic ha vinto in solidarietà, mentre il tribunale di Zagabria dovrebbe rivolgere le sue attenzioni ai criminali di guerra più che agli scrittori che cercano la pace.




Tuesday, December 14, 2010

Fantastico Pedrag Matvejevic a Torino !


Davvero un incontro fantastico quello che si è tenuto il 14 dicembre 2010 presso il Circolo dei lettori a Torino.
Pedrag Matvejevic ha presentato il suo nuovo libro : Pane nostro.
L’autore ha preso come soggetto il pane e ha visitato tanti popoli e tanti gruppi etnici del Mediterraneo che hanno in comune questo semplice cibo.
L’incontro è stato moderato dalla fantastica Anja Gunjak, esperta di cooperazione con la sponda Adriatica del Mediterraneo.
Hanno partecipato oltre all’autore :
Antonio Ferigo, vicepresidente dell’Istituto Paralleli
Gianluca Solera, scrittore
Marcella Filippa, storica e saggista
Sono stati toccati infiniti temi e non riesco a scrivere tutto.
Cerco di passarvi più informazioni possibili.
Matvejevic è nato a Mostar, da padre russo, anche se nato a Odessa e madre croata.
È stato condannato da un tribunale di Zagabria a cinque mesi di prigione nel 2005 per calunnia e ingiuria nei confronti dello scrittore Mile Pešorda, ma la sua unica colpa è stata quella di dire che gli intellettuali hanno le loro colpe nel conflitto interetnico delle guerre nella ex Yu. La condanna è stata amnistiata.
Il papà di Matvejevic diceva a Pedrag di portare il pane ai tedeschi prigionieri in Yu ed è morto in un campo di concentramento invocando del pane.
Spesso sentiamo dire che ci sono delle punizioni a “pane e acqua”, ma il pane è l’alimento principale di tutti i popoli mediterranei e non solo.
Il pane viene benedetto in Albania prima di essere offerto all’ospite, il pane non si getta mai via, il digiuno dona la saggezza ai governatori (mettiamo a pane e acqua i politici italiani !), il pane è importantissimo nelle Sacre scritture ed è manna dal cielo.
Matvejevic ha vissuto 15 giorni con il popolo rom per vedere come fanno il pane, ha vissuto con gli eremiti e si è informato come fanno il pane nel deserto nel nord Africa.
Attualmente nel mondo un miliardo di persone non ha nemmeno un tozzo di pane, ma ben presto potremmo salire a due miliardi.
Una cosa strana. In Serbia il pane si dice hleb e in Croazia kruh. Basta dire kruh in Serbia e hleb in Croazia per vedere il panico nell’interlocutore !



Fantastica moderatrice !
Fantastico Matt !

Monday, November 2, 2020

Ruđer Josip Bošković - Ruggero Boscovich







Bè.. visto che gli albanesi dicono che Nikola Tesla è albanese, anche i croati possono dire che Boskovic è croato. La storia si tramuta in opinioni .. alle volte, ma... indovinate un po'? E' sepolto in una chiesa ortodossa!!! Penso che da lassù parli chiaramente

Persone poco intelligenti hanno definito Boskovic' eterno simbolo della Croazia, cioè uno stato che nascerà solo 200 anni dopo la sua morte. Dei veri geni!!!!  Anche Italo Calvino è italiano, ma è nato a Santiago de Las Vegas de La Habana per non parlare di tutti gli italiani nati in Libia . Ungaretti nato al Cairo dovrebbe essere egiziano? E Ugo Foscolo era greco? Si puo' dire che la Serbia ha dato 18 imperatori all'Impero romano?

Come dice giustamente Urban File La voce della città in data 3 gennaio 2017, lo scopo dei donatori non era quello di rendere omaggio al grande raguseo, ma il tentativo di avvalorare la tesi della croaticità dello scienziato, fenomeno appropriativo ancora molto abusato dai croati con molti personaggi famosi tipo Marco Polo (Marko Polo) Giorgio Orsini (Jurai Matejev Dalmatinac) Francesco Patrizi (Frane Petric') Giovanni Francesco Biondi (Franjo Biundovic') etc...

Chi ha avvisato l’ANSA il 13/02/2017 dicendo che Boskovic era croato ha detto il falso . Impossessarsi delle culture precedenti perchè hai conquistato quel territorio non ha nessun senso, altrimenti anche tutta la cultura degli Illiri diventerebbe croata. L’unica cosa corretta da dire è quella scritta sulla statua. Nato a Ragusa attuale Croazia . A Dubrovnik al massimo son croati dopo il 1920 e nemmeno, non certo dagli Illiri. A Dubrovnik nascono i croati da quando è Croazia, non prima. Non si puo’ cambiare nazionalità a tutti quelli nati 200 anni prima. Che ignoranza certa gente!!!







I Boskovics erano una nobile famiglia serba la cui origine era dell'Erzegovina orientale - Orahov Do vicino a Trebinje. Da questa zona, alla fine del XVIII secolo, Nikola Bošković si trasferì a Dubrovnik per commerciare. Durante il commercio, Nikola Bošković era anche interessato alla storia dei serbi, così è stata scritta la sua opera Relazione dei Monasaterij della Provincia di Rassia.

Ci sono due personalità importanti nella famiglia Boskovic: Bozo Boskovic e Rudjer Boskovic. Božo Bošković era un rispettabile e ricco commerciante. Ha lasciato 10.000 fiorini al comune di Dubrovnik per l'istruzione dei bambini abbandonati "indipendentemente dalla religione". 

Nella famiglia spicca Ruđer Bošković, matematico, fisico, astronomo, diplomatico e poeta di fama mondiale.

Quando i Bošković ottennero davvero la nobiltà, non è stato determinato esattamente, molto probabilmente l'hanno ottenuta come Pokrajčić nel 1595, e anche prima, e che su questa base la famiglia Bošković ha ricevuto la nobiltà e lo stemma il 15 aprile 1718. Non è noto a quale Boskovic si riferiscano queste informazioni e se si riferiscano a questa famiglia Boskovic.

Un ramo della famiglia Boskovic, si diresse a nord, attraverso Valjevo fino a Srem, dove spicca Jovan Boskovic filologo, professore, redattore di Matica Srpska e ministro dell'Istruzione nel governo di Jovan Avakumović.






 Nel palmares dei «croati» finisce un buon numero di dalmati, in particolare di ragusei. Ragusa è una delle città più di confine: comune italiano vissuto in concorrenza con Venezia (che la occupa fra XIII e XIV secolo, plasmandone le istituzioni), Ragusa è considerata la “Quinta repubblica marinara”. Tuttavia è oggettivamente una città dalle molte identità, in cui convive l’elemento italiano (peraltro, un italiano non veneziano, proprio per la rivalità con la Serenissima) della classe dirigente con quelli slavi (croato, serbo, bosniacco, montenegrino) e balcanico in genere (morlacco, valacco, greco, armeno e albanese). Alla fine del 1500 e poi nel secolo successivo Ragusa subisce due devastanti terremoti. La città non si riprese mai più da questi due colpi e lentamente l’elemento italiano venne soverchiato da quello slavo, nonostante la perfetta convivenza dei due. Quando Napoleone pone fine alla vita millenaria della repubblica marinara, fra 1804 e 1806, a Ragusa l’italiano è ancora la lingua ufficiale, anche se gran parte della popolazione parla comunemente le lingue slave.

Figli di questa città di confine, moltissimi ragusei possono essere considerati tanto italiani quanto slavi. E fra questi il più celebre è senz’altro l’astronomo e matematico Ruggero Boscovich (1711-1787) nato a Ragusa da madre italiana e padre bosniaco, a 14 anni si trasferì in Italia. Boscovich, che fu un prete cattolico, è uno dei più grandi intellettuali del suo tempo: matematico, astronomo, uomo di fede e di scienza. Era senz’altro bilingue (parlava anche in serbocroato, ma in famiglia prediligeva l’italiano), scrisse la gran parte delle sue opere scientifiche in latino – lingua della scienza d’allora – ma anche in italiano e in francese. Nella sua corrispondenza con Voltaire, il filosofo gli scriveva in italiano. Fece parte dell’Accademia dei Quaranta, altrimenti detta Società Italiana. E’ interessante che anche i serbi considerano Boscovich come un “loro” scienziato, poiché suo padre era di origine serba. Boscovich preferiva definirsi “dalmata”, rivendicando dunque un’origine regionale più che nazionale (un atteggiamento dunque molto… italiano!). Va altresì notato che dei suoi cinque fratelli, due – Anna e Pietro – furono buoni poeti slavi, mentre un altro – Bartolomeo – fu studioso e poeta, ma di lingua italiana.


Boscovich, Ruggero Giuseppe

Che fine ha fatto la statua di Ruđer Bošković? (si consiglia di leggere i commenti a fondo pagina)



La Croazia scippa personaggi storici italiani

Ultimamente si è materializzata anche la statua

Finalmente inaugurata la statua di Ruđer Bošković (si consiglia di leggere i commenti a fondo pagina)

Srbin katolik, čemu?

















A seguire i motivi per cui oggi Boskovic' non vorrebbe essere certo considerato croato



























Primo anniversario della mostra di Marin Držić  (Marino Darsa quando conviene)



Uno dei motivi che spingerà all’insurrezione serba contro il secessionismo di Zagabria degli anni ’90 sarà anche la fine di questa politica nazionale sul territorio croato. La costituzione croata d’epoca jugoslava, infatti, definiva fin dal primo articolo che “la Repubblica Socialista di Croazia è lo stato nazionale del popolo croato, lo stato dei serbi di Croazia e lo stato delle nazionalità che in essa vivono.” Dal ’91 in poi, questa disposizione verrà eliminata, relegando i serbi di Croazia allo status di minoranza e non più di popolo costituente. East journal 15/10/2015


Le violenze in Croazia sono documentate da moltissimi rapporti mai smentiti che risalgono a metà 2018, a cominciare da quello di Amnesty International. La Croazia è una “democrazia fragile” (ha problemi interni con la propria polizia, esce da una guerra sanguinosa con numerosi criminali di guerra, impuniti), ha al suo interno un diffuso razzismo, ma ha anche probabilmente ricevuto indicazioni sul “lavoro sporco” da fare e, attraverso delle bande consistenti, lo sta facendo. Gianfranco Schiavone. Il disastro della rotta balcanica. 19/12/2020








La cosa gravissima è che i croati negli anni '90 hanno distrutto molti libri tramandandoci solo una parte della storia 







Tanto impegno, tanto denaro, ma a scrivere "croato" non ci sono riusciti nemmeno con tutto l'oro del mondo. Però dicono a tutti i giornali che Boscovich è croato e il gioco è fatto. C'erano riusciti anche a Troia con un certo cavallo 




















Anche Antonio Ballarin fa notare il padre serbo e, nonostante i croati correggano Wikipedia come loro solito, non riescono a correggere i testi seri come l'enciclopedia Treccani. Noi comunque, conoscendoli molto bene, ci siamo salvati tutte le pagine.








Quel famoso nazionalismo croato che ha distrutto la Jugo e che conosciamo molto molto bene... 










La voce del popolo - giovedì 7 aprile 2016



































TRASLOCO

  In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia Ci siamo trasferiti in 5 altri siti Uno si chiama  ...