Wednesday, September 10, 2025

TRASLOCO

 



In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia


Ci siamo trasferiti in 5 altri siti

Uno si chiama The new Balkan crew e The new Balkan crew 2  

un altro si chiama BALKAN MOJA LJUBAV

un altro si chiama BALKANI MON AMOUR

un altro si chiama JUGONOSTALGIA




Per quelli che dicono che questo blog non lo legge nessuno 



In Europa oltre i nuovi muri

Stiamo ristrutturando il blog e questo post era andato perso.. scusate se lo mettiamo con un po' di ritardo (solo qualche anno!) 
Era il 2009 





Nei giorni scorsi mi è capitato (non mi riocrdo neanche più dove !) di leggere un bellissimo programma di un viaggio in Bosnia e in Serbia. Combinazione negli stessi giorni è arrivato anche il viaggio di Diego, al punto che facevo anche confusione tra i due viaggi. Chi scriveva era Corrado e a differenza di Diego, Corrado non l'ho più sentito. Ieri mi è arrivata una mail carinissima !

Ciao Balkan-Crew
scusate il ritardo nella risposta...
Noi siamo un disastro nel far sapere cosa combiniamo :-)
basta vedere il nostro sito...che è MOLTO scarno
perciò grazie dell'opportunità che ci date!
Al momento abbiamo in piedi l'organizzazione di tre campi uno in Croazia, uno in Bosnia e l'altro a Trieste all'interno di un progetto sulla multiculturalità, il progetto "Reti, Ponti e Dialoghi Interculturali"
Inoltre la Carovana in Croazia e Serbia (24 luglio - 2 agosto) seguito della Carovana 2008 fatta in Bosnia

Sul sito www.benkadi.it/tenda trovate la presentazione della tenda e la descrizione dei campi (che cominciano la prox settimana, ma ci sono ancora posti disponibili) se intanto volete pubblicizzare quelli...grazie...e inoltre qui sotto trovate la mail che abbiamo mandato per le iscrizioni alla Carovana 2009

Grazie del supporto e complimenti per il blog!!
Cerchiamo di mantenere i contatti!
Tenda per la Pace e i Diritti




Attenzione! Attenzione! PREPARATE I PASSAPORTI!

Torna la carovana della Tenda della Pace "In Europa, oltre i nuovi muri". 24 luglio - 2 agosto

Per la Serbia è obbligatorio il passaporto.
L'organizzazione prevede meno tappe (quindi meno stress per gli spostamenti) però con soste più lunghe, sia per incontrare con più tempo le persone e le associazioni locali, sia per conoscere le città, i saperi e...i sapori. Il target di quest'anno sono le associazioni che si occupano di giovani, di diritti umani, di convivenza. I dettagli del programma sono in corso di definizione, ma comunque questo è il canovaccio:
Si parte il 24 luglio alle ore 8.00 dalla Piazza Transalpina di Gorizia (lato Nova Gorica) e nel tardo pomeriggio saremo a Vukovar. Vukovar è la città "martire" della guerra tra Croazia e Serbia. E' (o era) una città storicamente e culturalmente molto importante, con insediamenti fin dalla preistoria, appoggiata sul Danubio, multietnica e multiculturale...cosa ne rimane? Eppure ....
Il 25 luglio resteremo a Vukovar. Forse faremo una tappa alla vicina Osijek. Il 26 verso le 12.30 partenza per Belgrado, la capitale della Serbia. A Belgrado resteremo fino al 29 mattina. Quel giorno ci trasferiremo a Zajecar, ai confini orientali della Serbia. Il 30 da Zajecar andremo a Novi Sad, la capitale della Vojovodina. Da Novi Sad ripartiremo il 2 agosto e arriveremo a Gorizia nel tardo pomeriggio. Nei giorni di sosta sia a Belgrado che a Novi Sad, probabilmente effettueremo delle "escursioni" in città o località vicine, anche per conoscere caratteristiche peculiari della Serbia, come i monasteri in Fruska Gora, ecc...





Ricordiamo che NON E' UN VIAGGIO TURISTICO.

Grazie ai contributi -per ora- delle Province di Gorizia e Trieste riusciamo a contenere le spese complessive della carovana.
Ogni sera cercheremo di cenare assieme ai volontari di associazioni locali, che rimane il modo informale di conoscersi e per noi resta preferibile ed in ogni località cercheremo di avere anche contatti con le autorità locali.



Per tutti gli interessati...sono aperte le pre-ISCRIZIONI: inviateci una mail di interesse o disponibilità e Vi informeremo con costanza. Il numero massimo è di 40 persone. Chi prima arriva ...meglio alloggia. Comunque...fate girare questo avviso, soprattutto per quelli che non sono mai stati..."da quelle parti", come molti di noi, sarà un'occasione unica.

Lunedì 6 luglio, ore 20.30, primo incontro di informazione, formazione e conoscenza presso la sede della Tenda per la pace e i diritti, piazza Dante 4, Staranzano

tendapace@gmail.com

Corrado


Sunday, August 31, 2025

Percorsi di cooperazione e conoscenza tra Torino, Breza e Kragujevac

 Torino

Conferenza internazionale


Questo post era stato pubblicato nel lontano 2012, ma nella nostra redazione ci sono troppe mani che pubblicano, modificano, tagliano, incollano e non si sa perchè, era stato cancellato




Tutti noi abbiamo ben impresso nella mente quel giorno poichè non ti capita tutti i giorni di incontrare Ennio Remondino di persona 





Purtroppo erano andate perse anche le foto di quel giorno che erano su un vecchio DVD, ma miracolosamente, ieri, un nostro vecchio collaboratore le ha ritrovate 

Cogliamo l'occasione per dire che nessuno di noi è pagato ed è corretto dire che stiamo 24 ore al pc poichè alle 2 di notte spesso siamo ancora a tradurre testi per pubblicare l'altra mezza verità omessa da tante pagine balcaniche 



Notare Ennio Remondino in questa foto 


Ma veniamo a quel bellissimo incontro al quale hanno partecipato tutti i balcanofili del Piemonte 

Nella prima parte è da segnalare il nostro papà balcanico Enrico Da Vià. Una istituzione in Piemonte 

C'era anche la bellissima Alba Aceto 




Nella seconda parte sono intervenuti 

Modera
Luca Leone, giornalista, scrittore e direttore editoriale di “InfinitoEdizioni"

Intervengono
Ennio Remondino, RAI
Nicole Corritore, Osservatorio Balcani e Caucaso
Agostino Zanotti, LDA a Zavidovici - Associazione per l’Ambasciata della Democrazia a Zavidovici
Mauro Cereghini, Associazione Trentino con i Balcani
Prof. Giovanni Belingardi, Politecnico di Torino
Luca Rastello, giornalista




Dobrica Milanovic, ex vice sindaco di Kragujevac, ha contrastato una per una le tesi sbagliate che è facile dire dietro a un pc, ma è molto più difficile sostenerle nel contradditorio con una persona preparata 




Nessuno di noi si scorderà mai quel meeting

Grazie di cuore a tutti 









Una piccola precisazione. Abbiamo confuso il sig Nardelli col sig Cereghini perchè quando abbiamo aperto Balkan crew scrivevano spesso assieme sui Balcani. Hanno anche scritto un libro: Darsi il tempo 



Meno male che ci eravamo salvati la pagina del forum in cui è avvenuta la discussione, perchè quelli che hanno detto che il nostro blog non lo legge nessuno, hanno cancellato non appena abbiamo pubblicato. 






Di Ennio Remondino si ricordi sempre il coraggio di dire la verità





Friday, August 29, 2025

La letteratura italiana in Dalmazia: una storia falsificata

  

E' VIETATO AI CROATI RUBARE LA CULTURA DALMATA








La bellissima pagina web di "Stay serbian" fa un giusto ragionamento .

Se gli scrittori, i musicisti, i pittori serbi nati in Croazia sono croati, allora lo saranno anche i cetnici 

Momčilo Đujić - Stay serbian

Con la legge sui beni del patrimonio culturale serbo son finiti i furti

NON SI PLACHERANNO MAI LE DISCUSSIONI SU QUESTA STATUA A MILANO

Non dire "gatto" se non ce l'hai nel sacco

Dopo le amebe vennero i croati (Voce del Popolo 29 apr)











Dopo la decisione della Croazia di mettere la figura di Nikola Tesla sulle monete in euro accanto alla scacchiera, è scoppiato di nuovo un dibattito sul fatto che il famoso scienziato fosse un serbo o un croato, e lo storico Goran Saric ha detto: "Tesla è serbo. Punto. La mia bisnonna ha partorito mio nonno in un campo agricolo ma lui non si è mai dichiarato una patata", il che ha provocato reazioni divise.

Nije problem što se Hrvati ponose Teslom, problem je kada se njegovo poreklo negira



Ragusa distava 400 km dal Regno di Croazia 





La mostra alla Pinacoteca di Brera "Marino Darsa lo Shakespeare croato" non piace per i seguenti motivi
Marino Darsa è nato a Ragusa, nella Repubblica di Ragusa quando la Croazia stava a 400 km più su 
Era di origine serba di Kotor (Montenegro)
Parlava stokavo ovvero l'idioma parlato solo dai serbi, tant'è che Tudman ha cambiato la lingua croata proprio per differenziarsi dai serbi 
Gli organizzatori hanno ignorato la legge sul patrimonio culturale serbo anche se ne erano a conoscenza 


Ruđer Bošković – Ruggero Boscovich

Croati pigliatutto

Lineamenti di un genocidio culturale

La Croazia scippa personaggi storici italiani

Nikola Tesla era serbo










Ecco come i croati ringraziano le persone di buon cuore

Alcuni tifosi della Dinamo Zagabria, a Milano per la partita di Champions, hanno 'sfilato' verso San Siro, con le braccia tese, cantando cori da stadio. Qualche ora prima un gruppo di circa 300 ultras ha fatto irruzione all'interno del Carrefour del complesso residenziale dell'ex Fiera, costringendo all'evacuazione dei clienti all'interno. La questura ha emesso più di 20 Daspo e 23 tifosi sono stati denunciati a vario titolo.

I tifosi della Dinamo Zagabria a Milano
Non sono nazisti, sono boy scout.
Una puzza di nazismo in questa UE, che non si può!



Braccio destro in alto, magliette nere e cori. Una marcia su Milano formata da circa 2mila persone, dalla piazza centrale di City Life verso San Siro, in attesa della partita dentro le porte del Meazza.





"L’ennesima provocazione dei tifosi di calcio, nella fattispecie dei tifosi della Dinamo di Zagabria che lo scorso 14 settembre a Milano, oltre a provocare incidenti e risse, hanno compiuto un gesto deplorevole di apologia dell’ideologia ustascia e nazista, alzando il braccio destro, rievocando così l’epoca di Adolf Hitler, Benito Mussolini e Ante Pavelić. L'Unione dei combattenti antifascisti e degli antifascisti della Croazia (SABA RH) ha a più riprese protestato contro tali incidenti provocati dai tifosi che glorificano non solo lo Stato indipendente di Croazia, ma anche tutti i mali accaduti durante il periodo del terrore ustascia. È evidente che i giovani tifosi della Dinamo si comportano in linea con l’attuale clima generale in patria, ossia con la tacita approvazione dei saluti, dei simboli e degli slogan ustascia. Lo dimostra chiaramente anche l’atteggiamento neutro assunto non solo dai mezzi di informazione, ma anche dai funzionari e dalle autorità competenti croate nei confronti del recente episodio accaduto a Milano.

Chiediamoci: perché Jasenko Mesić, ambasciatore della Repubblica di Croazia a Roma, e Stjepan Ribić, console generale della Repubblica di Croazia a Milano, non hanno reagito all’episodio a cui si è assistito a Milano? Cosa ha fatto Gordan Grlić Radman, ministro degli Affari Esteri ed Europei della Repubblica di Croazia? Non si sono fatti sentire né il capo del governo croato né il presidente del parlamento croato. Ci sembra superfluo sottolineare che l’incidente in questione, pur essendo accaduto a Milano, è un attacco diretto alla Costituzione della Repubblica di Croazia.

 La marcia su Milano dei tifosi della Dinamo di Zagabria



Monday, November 2, 2020

Ruđer Josip Bošković - Ruggero Boscovich







Bè.. visto che gli albanesi dicono che Nikola Tesla è albanese, anche i croati possono dire che Boskovic è croato. La storia si tramuta in opinioni .. alle volte, ma... indovinate un po'? E' sepolto in una chiesa ortodossa!!! Penso che da lassù parli chiaramente

Persone poco intelligenti hanno definito Boskovic' eterno simbolo della Croazia, cioè uno stato che nascerà solo 200 anni dopo la sua morte. Dei veri geni!!!!  Anche Italo Calvino è italiano, ma è nato a Santiago de Las Vegas de La Habana per non parlare di tutti gli italiani nati in Libia . Ungaretti nato al Cairo dovrebbe essere egiziano? E Ugo Foscolo era greco? Si puo' dire che la Serbia ha dato 18 imperatori all'Impero romano?

Come dice giustamente Urban File La voce della città in data 3 gennaio 2017, lo scopo dei donatori non era quello di rendere omaggio al grande raguseo, ma il tentativo di avvalorare la tesi della croaticità dello scienziato, fenomeno appropriativo ancora molto abusato dai croati con molti personaggi famosi tipo Marco Polo (Marko Polo) Giorgio Orsini (Jurai Matejev Dalmatinac) Francesco Patrizi (Frane Petric') Giovanni Francesco Biondi (Franjo Biundovic') etc...

Chi ha avvisato l’ANSA il 13/02/2017 dicendo che Boskovic era croato ha detto il falso . Impossessarsi delle culture precedenti perchè hai conquistato quel territorio non ha nessun senso, altrimenti anche tutta la cultura degli Illiri diventerebbe croata. L’unica cosa corretta da dire è quella scritta sulla statua. Nato a Ragusa attuale Croazia . A Dubrovnik al massimo son croati dopo il 1920 e nemmeno, non certo dagli Illiri. A Dubrovnik nascono i croati da quando è Croazia, non prima. Non si puo’ cambiare nazionalità a tutti quelli nati 200 anni prima. Che ignoranza certa gente!!!







I Boskovics erano una nobile famiglia serba la cui origine era dell'Erzegovina orientale - Orahov Do vicino a Trebinje. Da questa zona, alla fine del XVIII secolo, Nikola Bošković si trasferì a Dubrovnik per commerciare. Durante il commercio, Nikola Bošković era anche interessato alla storia dei serbi, così è stata scritta la sua opera Relazione dei Monasaterij della Provincia di Rassia.

Ci sono due personalità importanti nella famiglia Boskovic: Bozo Boskovic e Rudjer Boskovic. Božo Bošković era un rispettabile e ricco commerciante. Ha lasciato 10.000 fiorini al comune di Dubrovnik per l'istruzione dei bambini abbandonati "indipendentemente dalla religione". 

Nella famiglia spicca Ruđer Bošković, matematico, fisico, astronomo, diplomatico e poeta di fama mondiale.

Quando i Bošković ottennero davvero la nobiltà, non è stato determinato esattamente, molto probabilmente l'hanno ottenuta come Pokrajčić nel 1595, e anche prima, e che su questa base la famiglia Bošković ha ricevuto la nobiltà e lo stemma il 15 aprile 1718. Non è noto a quale Boskovic si riferiscano queste informazioni e se si riferiscano a questa famiglia Boskovic.

Un ramo della famiglia Boskovic, si diresse a nord, attraverso Valjevo fino a Srem, dove spicca Jovan Boskovic filologo, professore, redattore di Matica Srpska e ministro dell'Istruzione nel governo di Jovan Avakumović.






 Nel palmares dei «croati» finisce un buon numero di dalmati, in particolare di ragusei. Ragusa è una delle città più di confine: comune italiano vissuto in concorrenza con Venezia (che la occupa fra XIII e XIV secolo, plasmandone le istituzioni), Ragusa è considerata la “Quinta repubblica marinara”. Tuttavia è oggettivamente una città dalle molte identità, in cui convive l’elemento italiano (peraltro, un italiano non veneziano, proprio per la rivalità con la Serenissima) della classe dirigente con quelli slavi (croato, serbo, bosniacco, montenegrino) e balcanico in genere (morlacco, valacco, greco, armeno e albanese). Alla fine del 1500 e poi nel secolo successivo Ragusa subisce due devastanti terremoti. La città non si riprese mai più da questi due colpi e lentamente l’elemento italiano venne soverchiato da quello slavo, nonostante la perfetta convivenza dei due. Quando Napoleone pone fine alla vita millenaria della repubblica marinara, fra 1804 e 1806, a Ragusa l’italiano è ancora la lingua ufficiale, anche se gran parte della popolazione parla comunemente le lingue slave.

Figli di questa città di confine, moltissimi ragusei possono essere considerati tanto italiani quanto slavi. E fra questi il più celebre è senz’altro l’astronomo e matematico Ruggero Boscovich (1711-1787) nato a Ragusa da madre italiana e padre bosniaco, a 14 anni si trasferì in Italia. Boscovich, che fu un prete cattolico, è uno dei più grandi intellettuali del suo tempo: matematico, astronomo, uomo di fede e di scienza. Era senz’altro bilingue (parlava anche in serbocroato, ma in famiglia prediligeva l’italiano), scrisse la gran parte delle sue opere scientifiche in latino – lingua della scienza d’allora – ma anche in italiano e in francese. Nella sua corrispondenza con Voltaire, il filosofo gli scriveva in italiano. Fece parte dell’Accademia dei Quaranta, altrimenti detta Società Italiana. E’ interessante che anche i serbi considerano Boscovich come un “loro” scienziato, poiché suo padre era di origine serba. Boscovich preferiva definirsi “dalmata”, rivendicando dunque un’origine regionale più che nazionale (un atteggiamento dunque molto… italiano!). Va altresì notato che dei suoi cinque fratelli, due – Anna e Pietro – furono buoni poeti slavi, mentre un altro – Bartolomeo – fu studioso e poeta, ma di lingua italiana.


Boscovich, Ruggero Giuseppe

Che fine ha fatto la statua di Ruđer Bošković? (si consiglia di leggere i commenti a fondo pagina)



La Croazia scippa personaggi storici italiani

Ultimamente si è materializzata anche la statua

Finalmente inaugurata la statua di Ruđer Bošković (si consiglia di leggere i commenti a fondo pagina)

Srbin katolik, čemu?

















A seguire i motivi per cui oggi Boskovic' non vorrebbe essere certo considerato croato



























Primo anniversario della mostra di Marin Držić  (Marino Darsa quando conviene)



Uno dei motivi che spingerà all’insurrezione serba contro il secessionismo di Zagabria degli anni ’90 sarà anche la fine di questa politica nazionale sul territorio croato. La costituzione croata d’epoca jugoslava, infatti, definiva fin dal primo articolo che “la Repubblica Socialista di Croazia è lo stato nazionale del popolo croato, lo stato dei serbi di Croazia e lo stato delle nazionalità che in essa vivono.” Dal ’91 in poi, questa disposizione verrà eliminata, relegando i serbi di Croazia allo status di minoranza e non più di popolo costituente. East journal 15/10/2015


Le violenze in Croazia sono documentate da moltissimi rapporti mai smentiti che risalgono a metà 2018, a cominciare da quello di Amnesty International. La Croazia è una “democrazia fragile” (ha problemi interni con la propria polizia, esce da una guerra sanguinosa con numerosi criminali di guerra, impuniti), ha al suo interno un diffuso razzismo, ma ha anche probabilmente ricevuto indicazioni sul “lavoro sporco” da fare e, attraverso delle bande consistenti, lo sta facendo. Gianfranco Schiavone. Il disastro della rotta balcanica. 19/12/2020








La cosa gravissima è che i croati negli anni '90 hanno distrutto molti libri tramandandoci solo una parte della storia 







Tanto impegno, tanto denaro, ma a scrivere "croato" non ci sono riusciti nemmeno con tutto l'oro del mondo. Però dicono a tutti i giornali che Boscovich è croato e il gioco è fatto. C'erano riusciti anche a Troia con un certo cavallo 




















Anche Antonio Ballarin fa notare il padre serbo e, nonostante i croati correggano Wikipedia come loro solito, non riescono a correggere i testi seri come l'enciclopedia Treccani. Noi comunque, conoscendoli molto bene, ci siamo salvati tutte le pagine.








Quel famoso nazionalismo croato che ha distrutto la Jugo e che conosciamo molto molto bene... 










La voce del popolo - giovedì 7 aprile 2016



































TRASLOCO

  In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia Ci siamo trasferiti in 5 altri siti Uno si chiama  ...