Wednesday, October 31, 2012

Venuto al mondo


Questo post è particolare. Tra pochi giorni uscirà nelle sale italiane un film che si preannuncia fantastico.
Il regista è Sergio Castellito, un grande, direi grandissimo regista e attore italiano.
L'attrice principale è Penelope Cruz e tra il cast c'è un attore è che il sosia di Francesco Borchi e quindi, senza ombra di dubbio, splendido !
La storia è quanto mai affascinante per noi di balkan crew poichè si parla di Balkani

Se volete vedere il trailer, cliccate : qui

Per vedere alcune foto, cliccate : qui

Monday, October 29, 2012

Crucco come pezzo di pane. Parte seconda




Lapide con Krückenkreuz, verosimilmente pagana, rinvenuta nel distretto di Burgenland in Sassonia-Anhalt.


Continua da qui

Mi autoconfuterò adesso, ritrattando una seducente ma troppo audace supposizione da me precedentemente avanzata sull‛origine di questo nome: secondo essa, il termine ”crucco“ sarebbe derivato dal vocabolo tedesco Krücke, italianamente ”stampella“, da cui deriva, mediante il longobardo  krukkija, anche il nostro ”gruccia“, con cui regionalmente si intende tanto l‛appendino, od appendiabiti, quanto la stampella da passeggio per invalidi. Ebbene, tedescamente parlando la Krückenkreuz (it. ”croce potenziata“, raffigurante quattro T come nel seguente glifo unicode: ) era un‛effigie piuttosto di moda nell‛araldica dall‛alto medioevo in poi, presso signori feudali come Goffredo di Buglione, il quale la recò a Gerusalemme nella prima, appunto, crociata (1096–1099). Data la sua associazione al Sacro Romano Impero ed alla nobiltà germanica, nonché le sue quattro opposte T, come nella parola latina theotiscus (it. ”tedesco“), avevo supposto che la Krücke, ossia la gruccia, fosse all‛origine della parola ”crucco“. Ma, ahi noi, le pensate più belle e persuasive sono spesso le più fallaci, ed ho presto dovuto constatare che i miei amati crucchi non derivavano da un‛effigie araldica germanica, bensì da un parola croata e slovena significante ”pane“, ossia il sopra menzionato kruh.
Come abbia potuto questo vocabolo divenire quello che oggi intendiamo con ”crucco“ è presto detto: nell‛impero asburgico od austriaco, comprendente fino al 1866 anche il Lombardoveneto, questa denominazione etichettava nell‛Italia di Levante in generale i sudditi slavi dell‛Impero, prevalentemente sloveni e croati in quell‛area, demarcandoli appunto dagli Italoromanzi friulani, veneti e trentini. Con la fine del Lombardoveneto e l‛associazione al Regno d‛Italia ebbe inizio una progressiva deslavizzazione dei paesi levantini d‛Italia, attraverso emigrazione e progressiva assimilazione, mentre Slovenia, Croazia, Bosnia e Vojvodina (serba) rimasero saldamente sotto la corona dell‛impero che, dal 1867 fino al suo disfacimento, chiamiamo Austria-Ungeria od austroungarico. Con tutto che questo impero fosse, linguisticamente e civilmente, sfrenatamente multinazionale, possiamo affermare che la nazione predominante, nonostante l‛equiparazione formale dei regni di Austria ed Ungheria (ted. Ausgleich), fosse quella austrogermanica: ciò portò ad una sostanziale identificazione di tutti i sudditi delle corone sotto la definizione-tetto ”crucchi“, senza particolare riferimento alla loro lingua od origine. Il passo successivo di questa trasposizione di significato si compì durante le due guerre mondiali ed il conflitto di liberazione nazionale italiano, quando il termine perse la sua connotazione antislava (siccome l‛odio razziale nutriva allora ben altri obiettivi), pur non liberandosi della sua carica negativa, ma anzi andando e designare prima solo gli Austriaci e poi, per generalizzazione, tutti i parlanti tedesco, acquisendo infine il senso odierno. Questa breve carrellata di nozioni intersecate dovrebbe servire a fare capire come l‛etimologia delle nostre parole, per quanto intricata ed apparentemente improbabile, ci apre interi mondi di studi e di suggestioni sul nostro ed altrui passato, inimmaginabile ed inconcepibile senza quel tessuto di interrelazioni nel tempo e nello spazio che sogliamo chiamare ”cultura“.
Franco Colono



Thursday, October 25, 2012

I Topini randagi a Corfù


Ed eccoci finalmente a parlare ancora dei cari Topini randagi che ci hanno deliziato con un nuovo viaggio.
Sono stati niente meno che a Corfù, un'isola greca che si trova davanti all'Albania.
Io ho sempre paragonato il mondo dei fuoristradisti al mondo della moda, poichè non è raro vedere gente col 4 X 4 che se la tira e si vanta di cose che non ha mai fatto, ma leggendo il racconto di Mauro Perfili, il responsabile del gruppo, riguardo al viaggio in Albania dello scorso anno, mi sono subito accorta di essere davanti a una persona speciale.
In questi giorni ho seguito il viaggio dei Topini sul loro muro face book e ho visto che Mauro ha dato una bellissima impostazione al gruppo. C'è lo spirito giusto, si vogliono bene, non si vantano, anzi, sono molto umili e hanno uno spirito di gruppo bellissimo.
A proposito di questo viaggio Mauro ha scritto : "Un gruppo fantastico in una meravigliosa avventura sull'isola di Corfù. Vecchi e nuovi.. hanno vissuto questo viaggio con lo stesso obiettivo : aggregazione e socializzazione.
In attesa del resoconto del viaggio sul loro sito, possiamo vedere delle fantastiche foto sulla loro pagina fb e sul loro video
Intanto rinnoviamo i complimenti a Mauro e a tutto il gruppo.
Grandi Topini !
Siamo così contenti che vi vogliamo dedicare anche una canzone.
Per sentirla cliccate : qui

Wednesday, October 24, 2012

Fatmir, il re della pizza.

Ma come si fa a non innamorarsi di una persona così !!!!


Di lui scrivono : Fatmir ha creato numerose imprese commerciali, rinnovando l'economia della zona e ha collaborato a creare un clima di fattiva e serena integrazione tra la comunità locale e quella albanese. Egli è diventato un punto di riferimento delle istituzioni locali.


Ricordo quando mi sono messa d'accordo col suo amico barista e abbiamo litigato sul muro face book di Fatmir. Lui era tristissimo, ma poi abbiamo pubblicato sul muro : "Sei su scherzi a parte !" ....e ci siamo tutti fatti una gran bella risata !




Poichè tu Fatmo sei una tra le persone più meravigliose del mondo, ti dedichiamo questa fantastica canzone : Le radici ca tieni .. se non dimentichi le tue radici, rispetti anche quelle degli altri, se non dimentichi la tua terra, dai più valore alla tua cultura ... difendi la tua terra.. difendila sempre








Monday, October 22, 2012

Crucco come pezzo di pane. Parte prima


Di come i crucchi divennero per me ”pezzi di pane“.

Questo articolo è una messa per iscritto di mie personali riflessioni, risalenti ad alcuni anni fa, sul significato delle parole nel mondo (spazio) e nella storia (tempo), e sul diverso trattamento delle parole da parte dei vari popoli. Non fatevi sviare dal titolo e non stupitevi se attaccherò parlando della Ex-Iugoslavia (spazio) e dell‛oggi (tempo).




Pagnotta di Kruh grande a circa 4 Kune (circa 0.50 cent), significamente chiamata recessione. Siamo in Croazia

Nell‛odierna compagine politica e linguistica post-iugoslava esistono alcuni contrassegni ben precisi della nazionalità di ogni abitante quei luoghi, che servono a distinguere ciò che in linea di principio sarebbe difficilmente distinguibile, cioè la mistione di popoli (narodi) e di popolazioni (narodnosti) di quelle contrade. L‛italiano od in generale il forestiero che si avventura in questo intrico di definizioni spesso sbaglia clamorosamente le diciture, creando degli incroci come lo sbilanciatissimo terzetto nazionalreligioso ”Serbi-Croati-mussulmani“, consacrato dai media al tempo della guerra (ove invece si preferirebbe ”Serbi-Croati-Bosgnacchi“ – non”bosniaci“, in quanto questa è una delimitazione puramente territoriale e non nazionale/religiosa – oppure, a scelta, ”ortodossi-cattolici-mussulmani), o, nel migliore dei casi, rimanendo molto confuso.
Chi sia mai stato in Ex-Iugoslavia (ed in ispecie nei paesi Bosnia, Croazia, Montenegro e Serbia), potrà confermare che le differenze interstatali non sono maggiori di quelle infrastatali – un Serbo bosniaco può differire linguisticamente e culturalmente tanto, cioè poco, da un serbo di Serbia, quanto un croato dalmata differisce da un croato slavoniano, per dirne una. Le parole però rimangono, ora come prima, contrassegni importantissimi: chi non ha udito, in Italia come in Iugoslavia od in Germania, «quella parola lì viene da lì», «quelli là parlano cosà», et cetera.
Certi segnali verbali fungono occasionalmente da vere e proprie effigi di nazionalità, con cui uno/una comunica, linguisticamente e comportamentalmente, chi egli/ella è: non è nazionalismo, è una naturale espressione di localismo linguistico. In questo contesto intervengono gli influssi esterni, almeno a livello di vocabolario, a turbare l‛unità apparente di un codice linguistico: un italianismo sarà quindi di casa in Istria/Dalmazia/Montenegro, un germanismo o magiarismo in Croazia, un turcismo in Bosnia ed un un grecismo in Serbia, ed i rispettivi abitanti di queste contrade percepiranno le dette parole come proprie, nel senso identitario del termine.
Parlando nello specifico di Croati, se in somma esiste una parola che, inequivocabilmente, riconduce alle contrade croate, alle loro parlate e, non ultimo, allo stato di Croazia, quella parola è kruh, it. ”pane“.
Orbene, questo termine non è solamente distintivo perché il restante 99% dei parlanti lingue slave, compresi tutti gli altri iugoslavi non croati o sloveni, utilizza un vocabolo derivato dall‛antico slavo хлѣбъ (hlěbŭ), ed appunto non kruh, ma in quanto la sua storia si intreccia con quella della lingua italiana e ci illumina sull‛intensità delle relazioni tra Slavi, Romanzi e Germani esistenti nel fu Impero Asburgico, che oggi sono quasi totalmente perdute od al massimo sterilmente rivitalizzate in seno all‛europeismo. Quel che lo iugoslavo comune, altresì serbocroato, designa come hlěb (nelle forme ecava e iecava rispettivamente hleb o hljeb), suona al croato di Croazia più o meno come la nostra parola ”pagnotta“, mentre il ”pane“ come sostantivo innumerabile rimane inequivocabilmente kruh: guai poi domandare dello hljeb in una panetteria croata!; potreste ricevere occhiate dubitabonde od irose, anche peggiori che chiamando canederli gli Knödel in una tavola calda del Tirolo meridionale o ”vin cotto/vino caldo“ il vin brulé in una canavesanissima ”piola“ (ah!, come mi rammarica che sempre più giovani non conoscano più questo glorioso sostantivo). Essere linguisti significa anche e soprattutto parlare giustamente, al posto giusto e nel momento giusto, eventualmente sforzandosi di fare ciò che il parlante matrilinguale normale solitamente non fa mai, ossia riflettere prima di parlare. Questo quanto alle intolleranze linguisticoalimentari che potreste evitare di incontrare in Croazia, ma ciò non è che un singolo punto della doviziosa casistica relativa a questo staterello della penisola dinarica (o Balcani, classificazione che i permalosi Croati di Croazia non udirebbero volentieri). Meravigliati potremmo constatare ad esempio che questo stato recante nei propri vessilli la nobile bestiola che chiamiamo faina (scr. kuna, da cui anche il nome della valuta croata), non solo ha fatto prezioso dono all‛Europa della cravatta (da hrvat, ”croato“) e dell‛acquavite nota come slivovizza (cito nella forma veneto-friulana), bensì anche della più corriva denominazione dispregiativa per i tedeschi ed i parlanti tedesco in generale, ossia ”crucchi“!
Fine prima parte

Thursday, October 18, 2012

Davide, Andrea e gli amici in Albania


Ne ho trovato un altro !!!!
Dopo i fantastici Topini randagi un altro bel viaggio in Albania
Ormai ho preso Africaland come passatempo preferito e ho capito che hanno uno spazio tipo "Balkanialand" che è davvero una fonte inesauribile di idee per futuri viaggi.
La storia di questo gruppo è un po' sparsa in quattro pagine e bisogna avere la pazienza di leggere un po' tutto, ma le foto sono stupende e i racconti pure
Bravissimissimi !

Albania 2011
Inizia il racconto Davidone e posta anche delle belle immagini.. poi arriva Andrea .. e poi.......


Monday, October 15, 2012

I topini randagi in Albania



Con un po' di anticipo vi dico che abbiamo in progetto di fare un tour in Serbia in fuoristrada e meta principale è la "Stara planina", ma una tappa sarà sicuramente Kragujevac, città martire in cui i nazifascisti hanno sterminato 7300 civili in un giorno solo e molti di loro erano bambini uccisi in classe.
Di questo ne abbiamo parlato qui :

Krvava bajka, fiaba cruenta

Per programmare questo viaggio, mi sono messa a sfruculiare su Africaland.it e che ti incontro ?... un fantastico viaggio in Albania !!!
E' vero che è un po' lungo, ma credo proprio che valga la pena di leggere questo bellissimo racconto di Mauro che ha messo in evidenza l'aspetto più bello dell'Albania, senza pregiudizi di sorta e con tutti i nostri complimenti.
Mauro fa parte di un bellissimo gruppo del centro Italia. Si chiamano "Topini randagi" e se volete vedere il loro bellissimo sito cliccate : qui
Il viaggio in Albania di Mauro e dei Topini aveva come meta principale Kuc, un paese del sud,  in cui è stato eretto un monumento ai caduti italiani della seconda guerra mondiale.
Leggo dal racconto su Africaland :

Lo scopo del viaggio, come si
capisce dal titolo "sui luoghi di guerra" si è basato
esclusivamente, dopo attento lavoro, alla ricerca dei luoghi
di battaglia della nostra brigata Perugia, che ha combattuto
in Albania. Sono caduti moltissimi italiani ed in particolare
siamo riusciti ad avere notizie certe sulla fucilazione
degli ufficiali italiani ed in particolare un ciociaro, il
Tenente Violo. Ci siamo recati a Kuc dove è stato
realizzato un monumento e li abbiamo improntato una
cerimonia con tanto di alzabandiera .

Se volete vedere il sito dedicato agli eroi di Kuc, cliccate : qui

Se volete leggere il bellissimo racconto di Mauro con la bella descrizione dei paesaggi e del popolo albanese, cliccate : qui
Il racconto si intitola : "Albania, sui luoghi di guerra" e ci sono alcune cose davvero carine, tipo che gli albanesi sono finiti in galera per vedere Emilio Fede !!! Ah ! ah! ah! Noi ci andremmo volentieri se ci promettessero di NON vederlo !!!!!!

Bravi Topini !

Saturday, October 13, 2012

Meravigliosamente Sara !


Una crew così fantastica non si era mai vista prima !
Sara ha scritto una recensione del nuovo cd di Bajaga e gliel'hanno pubblicata !!!!
Grande, grandissima Sara !!!

Studentkinja srpskog jezika, Italijanka Sara Soriće (Sorice) u svojoj fanovskoj kritici CD albuma Bajage i Instruktora "Daljina, dim i prašina" kaže da je Momčilo Bajagić "kao impresionistički slikar, (koji) malim potezima kistom savršeno opisuje situacije i osećanja, stvara atmosferu, jednostavno, bez suvišnih ukrasa".

U okviru nedavno završenog Long Play konkursa za fanovsku kritiku "Daljine", Sara nam je poslala zanimljiv osvrt na album pisan na skoro savršenom srpskom jeziku. Pročitajte:

"Volim ovaj album, mogu da ga slušam satima i nikad mi nije dosadno. Mislim da je jedna od njegovih snažnih tačaka raznolikost muzike, svaka pesma je posebna, ima svoj stil. CD je kao mala enciklopedija muzike koja sadrži različite žanrove: bluz, soul, sving, džez i naravno rok. Bajaga i Instruktori su definisani kao rok grupa ali ovaj album pokazuje (iako nije bilo potrebno) da mogu uspešno oprobati druge žanrove, ostajući ipak dosledni sebi.

Tekstovi su, kao i uvek, prava poezija. Uvek ima entuzijazma ali, u odnosu na starije pesme, čini mi se da ima više životne svesti. Meni su Bajagine pesme jako evokativne, skoro vidne, kad ih slušam osećam se kao da učestvujem i ja u opisanoj sceni. Kao impresionistički slikar, Bajaga malim potezima kistom savršeno opisuje situacije i osećanja, stvara atmosferu, jednostvno, bez suvišnih ukrasa.




Sara o sebi kaže: Imam 27 godina i Italijanka sam, studentkinja srpskog jezika. Počela sam slušati Bajagu 2007. godine kad mi je jedan prijatelj preporučio neke srpske pesme. Spisak je bio dosta dug a ja sam se zaljubila samo u Bajagin glas. Na početku nisam dobro razumela tekstove, ali sam ih slušala dok nisam naučila svaku njegovu pesmu na pamet, prevodila sam ih da bolje shvatim sta kažu (što je bilo odlično i za učenje!). Malo pomalo su Bajagine pesme postale soundtrack moga života, sada ne može bez njih ni jedan dan da prođe. Bile su sa mnom i kad sam bila jako srećna i vratile su mi osmeh kad sam bila tužna. Pošto živim u Napulju, do sada sam bila samo na dva koncerta, ali nije bilo lako:

Prvi koncert je bio 2010. godine. Bila sam u Beogradu kao stipendista, imala sam dozvolu boravka do 14. juna i avionsku kartu da se vratim kući. Oko maja sam saznala da će biti Bajagin koncert na Ušču 19. juna... Samo pet dana! Nisam razmišljala dvaput: menjala sam avionsku kartu, rezervisala sobu i kupila ulaznicu za koncert. Samo što sam morala 14. juna da idem u Sarajevo i da se vratim sledećeg dana da ne budem ilegalna imigrantkinja. Vredilo je sve! Iako mi je bilo blato do kolena zbog kiše, bilo je fantastično! Bila sam u fan-pit-u, tako blizu bine i svog omiljenog pevača.

Drugi koncert je bio još bolji. Septembra prošle godine bila sam u Beogradu sa najboljom drugaricom. I ovaj put smo saznale za koncert, ali u Požarevcu. Kupile smo transparent na kojem smo napisale “Momčilo, iz Italije samo za tebe!” i skočile u voz do Požarevca. Voz je strašno kasnio, i bila sam očajna... Čim smo stigle u grad, trčale smo do trga gde je bio koncert, moja drugarica me je vukla za ruku baš ispod bine. Pevale smo i plesale celu noć, posle koncerta pozdravile Bajagu lično, a on je potpisao naš transparent. Nezaboravno je bilo, jedan od najboljih trenutaka mog života. Mogu samo da kažem HVALA!”

Long play

Se volete sentire una bellissima canzone che dedichiamo a Sara, cliccate : qui

Daljina dim i prašina

Monday, October 1, 2012

Cronaca di un viaggio straordinario...


Io credo che nulla capiti a caso..
Nei giorni scorsi un mio amico ha incontrato una signora che era stata dal dentista in Croazia.
Si sa che non appena sento qualcosa di balcanico mi si drizzano le orecchie e così sono andata a vedere sul muro fb di questo studio di dentisti croati e li incontro Sara. Era tardi, ero stanca, ma qualcosa mi diceva di guardare ancora e le ho chiesto l'amicizia. Subito mi è apparsa una persona particolare e quando ho visto tra le sue foto il ponte di Mostar, non ci ho visto più dalla felicità.
Io spero che vi leggiate il racconto che segue. Nemmeno vi immaginate quanto mi ci riconosco in questa storia !

E' l' Ottobre del 2010 e Sara parte per un viaggio nei Balcani . Per leggere di questo viaggio cliccate : qui
Per non giudicare senza ragion veduta e capire, cliccate : qui
Se volete andare dal dentista, cliccate : qui

Grazie Sara, per me, tu sei un angelo !




TRASLOCO

  In foto la statua di Ivan Mestrovic, lo scultore croato che ama lavorare per la Serbia Ci siamo trasferiti in 5 altri siti Uno si chiama  ...